VARIE, 2/11/2012, 2 novembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - ULTIME SUL CASO MARCHIONNE
REPUBBLICA.IT
Sergio Marchionne "testimonial" in un video elettorale per dimostrare le bugie di Mitt Romney.
A pochi giorni dal voto, lo staff del presidente diffonde uno spot dal titolo ’Come Romney si è rovinato la reputazione con cinque errori banali’. Uno di questi è appunto aver spacciato come vera la notizia che il gruppo Fiat-Chrysler, a cui fa capo il marchio Jeep, aveva deciso di spostare la produzione delle famose fuoristrada da Toledo (Ohio) alla Cina.
Un’indiscrezione totalmente inventata, rilanciata in uno spot in cui Romney parlava della Chrysler come di un’azienda "venduta agli italiani", che vogliono portare i posti di lavoro dagli States alla Cina. Tutto falso, tanto che lo stesso Marchionne il giorno successivo ha inviato una mail ai dipendenti del gruppo per chiarire che la Jeep resta in Usa, scrivendo esplicitamente che "non sarà mai trasferita in Cina e insinuare qualcosa di diverso è sbagliato".
Alla polemica si aggiunge anche Ralph Gilles, vicepresidente del dipartimento design di Fiat-Chrysler, che su Twitter attacca Donald Trump, accusandolo di essere un bugiardo, dopo il tweet del magnate americano che aveva scritto che il gruppo vuole produrre le sue Jeep in Cina. "Non fai che sparare c..., racconti qualsiasi cosa", ha scritto Gilles, scusandosi poi per il linguaggio volgare, dopo che il suo tweet era stato immediatamente rilanciato a valanga: "Mi scuso per il linguaggio, ma le menzogne sono menzogne"
IT IS INACCURATE TO SUGGEST ANYTHING DIFFERENT. ROMNEY STYLE!
MERCATO DELL’AUTO
ROMA - Sempre in rosso il mercato dell’auto in Italia ad ottobre, ma la caduta rallenta. Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le nuove immatricolazioni sono scese del 12,39% attestandosi a 116.875 unità contro le 133.411 di un anno fa. A settembre il calo era stato del -25,74%.
Nel periodo gennaio-ottobre, la Motorizzazione ha in totale immatricolato 1.207.860 autovetture, con una variazione di -19,72% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2011, durante il quale ne furono immatricolate 1.504.528.
Nella nota, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aggiunge che il mese scorso sono stati registrati 407.005 trasferimenti di proprietà di auto usate, con un aumento dell’8,22% rispetto a un anno prima. Nello stesso periodo di gennaio-ottobre 2012 sono stati registrati 3.426.613 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -9,68 rispetto a gennaio-ottobre 2011, durante il quale ne furono registrati 3.793.650.
Il volume globale delle vendite (nuovo+usato) ha dunque interessato in ottobre per il 22,31% auto nuove e per il 77,69% auto usate, per un totale di 523.880 Unità.
Gruppo Fiat recupera quota di mercato. Per quanto riguarda il gruppo Fiat, in ottobre le nuove immatricolazioni in Italia sono scese del 10,32% a 34.051 unità, contro le 37.969 di un anno fa. A settembre le vendite del gruppo torinese avevano subito una flessione del 24,23%. La quota di mercato del Lingotto in Italia a ottobre è salita al 29,14% rispetto al 28,46 di ottobre del 2011.
Nel mese migliorano la quota Fiat (al 21,2 per cento, +0,8 punti percentuali) e Alfa Romeo (al 2,9 per cento, +0,3 punti percentuali). Positivo il saldo di Lancia nei primi dieci mesi dell’anno: quota al 5,1 per cento, +0,25 punti percentuali. Panda e Punto si confermano le auto più vendute. Tra le top ten anche 500, Ypsilon e Giulietta.
In una nota, il gruppo Fiat sottolinea come a ottobre, "in uno scenario ancora fortemente negativo", che registra "il peggior risultato ottenuto in ottobre dal 1977 quando le immatricolazioni furono 93 mila", il gruppo Fiat ottiene "un risultato leggermente migliore rispetto a quello del mercato".
Federauto: "In Italia disincentivi all’acquisto". In ottobre, dunque, il mercato dell’auto continua a registrare risultati negativi, ma meno peggio dei mesi precedenti. La lettura che al segnale dà Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia, imputa la leggerissima inversione di tendenza al ricorso massiccio alle auto a chilometri zero. Il presidente, Filippo Pavan Bernacchi, parla di "accanimento made in Italy verso chi vuole acquistare un autoveicolo o chi lo possiede".
Il riferimento è ad "aumenti di Iva, passati e futuri, al rincaro dell’80% delle Imposte Provinciali di Trascrizione di bolli, accise sui carburanti, pedaggi autostradali, assicurazioni, passaggi di proprietà, varo di superbolli per le auto prestazionali e riduzione della deducibilità e detraibilità per le auto aziendali. Un pacchetto di ’disincentivi’, tutto italiano, che si è abbattuto come uno tsunami sulle famiglie e sulle aziende uccidendo i consumi".
(02 novembre 2012) © Riproduzione riservata
CORRIERE.IT
Uniti contro i licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil, si ritrovano tutti dalla stessa parte per bloccare l’eventualità che 19 dipendenti di Pomigliano siano licenziati per far posto ai 19 operai con la tessera Fiom, che una sentenza costringe a riassumere nella fabbrica Fiat. Giovedì il ministro del Welfare Elsa Fornero aveva invitato l’azienda torinese ad evitare un nuovo braccio di ferro con i rappresentanti dei lavoratori. E venerdì anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani aveva duramente criticato la scelta della Fiat. Le dichiarazioni del governo prima e dei sindacati poi hanno provocato la reazione della stessa Fiat che ha parlato di «commenti inesatti» su una decisione che dipende esclusivamente dal «mercato dell’auto».
Il sindaco Russo: «Guerra tra poveri, rischio incidenti»
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FIOM - La prima ad aprire il fuoco contro la Fiat era stata la Cgil. «Questi diciannove licenziamenti sono illegittimi e se dovessero arrivare comunque con qualche formula, ci appelleremo all’articolo 18». A dichiararlo - ai microfoni di Radio Città Futura - il segretario nazionale della Fiom, responsabile del settore auto, Giorgio Airaudo, annunciando anche lo sciopero generale dei metalmeccanici ai primi di dicembre «contro il tentativo di fare un altro contratto nazionale separato».
BONANNI - Le parole di Airaudo arrivano dopo che già il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni aveva già annunciato azioni legali se la Fiat avesse portato avanti il provvedimento annunciato dall’ad del Lingotto Sergio Marchionne. «La Fiat ha sbagliato a fare autogol continuando il testa a testa con la Fiom dopo un’affermazione così importante come quella di proseguire con gli investimenti, ingaggiando una competizione forte con Audi e Bmw costruendo auto di lusso» ha spiegato Bonanni a Tgcom 24. Secondo il leader della Cisl, «il presidente della Repubblica farebbe bene a interessarsi del problema della Fiat, ma il problema vero è che il sindacato deve trovare armonia. Se Marchionne avrà avuto facile gioco nel dividere il sindacato, la Fiom gli ha dato un grande aiuto in materia di governabilità sindacale delle aziende».
UIL - «Oggi, insieme ai sindacati firmatari di accordi con Fiat e del contatto specifico, chiederemo di incontrare l’azienda per bloccare l’avvio delle procedure per la mobilità di 19 addetti dello stabilimento produttivo di Pomigliano d’Arco. Ci vogliono 45 giorni per l’espletamento delle procedure di mobilità e nei primi 7 giorni è possibile arrestarle. Tenteremo di farlo» ha spiegato invece Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.
LA REPLICA DELLA FIAT - A ribattere all’attacco sindacale arriva però una nota del Lingotto che spiegava che « Le iniziative annunciate dalla FIP di Pomigliano d’Arco stanno originando commenti in molti casi non pertinenti e inesatti. Per fare chiarezza sulla situazione l’azienda ritiene utile precisare quanto segue: La procedura di mobilità ha un iter e dei tempi tecnici prestabiliti per consentire ai soggetti preposti e alle organizzazioni sindacali di esaminarne le motivazioni. Nessuna iniziativa può essere avviata dall’azienda prima della conclusione della procedura, ovvero come minimo 45 giorni dall’avvio, e cioè dal 31 ottobre scorso. Non vi è pertanto alcuna urgenza. I 19 ricorrenti sono titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Fiat Group Automobiles, che non si è mai interrotto, e attualmente fruiscono come altri più di 1000 dipendenti del comprensorio di trattamento di cassa integrazione, oggetto di specifico accordo sindacale firmato il 6 luglio 2011. Il rientro al lavoro di questi lavoratori, con passaggio alla società FIP, è unicamente condizionato dalla domanda del mercato dell’auto italiano ed europeo, attualmente molto al di sotto delle previsioni».
COMMENTO 1
L’ARROGANZA DI FIOM E’ SENZA CONFINI
02.11|17:37 LeeJones
1) non ha voluto trattare (18 mesi di niet a qualunque offerta) 2) non ha voluto firmare l’accordo raggiunto 3) non ha voluto riconoscere i referendum con i quali anche i lavoratori lo hanno approvato 4) ha promosso centinaia di cause affinché sia disconosciuto nei luoghi di lavoro 5) ora si stupiosce che Fiat abbia preferito assuemere persone che riconoscono il contratto applicato piuttosto che chi gli fa guerra contro.
Prima le critiche del governo, poi quelle dei sindacati. La decisione dell’amministratore delegato della Fiat di licenziare 19 operai di Pomigliano, per far posto ad altrettanti lavoratori iscritti alla Fiom, a seguito di una sentenza del tribunale, fa ancora discutere. E a ad attaccare la Fiat c’è ora anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
Bersani: «I 19 in mobilità sono un errore non accettabile»
BERSANI - Rispondendo a una domanda su Fiat in una conferenza stampa congiunta con l’ex ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbruck incalza Marchionne: «Mi piacerebbe capire bene questo accavallarsi di piani e capire di cosa si sta parlando: fin qui, abbiamo visto solo rompere il giocattolo e non quello che si possa definire o chiamare un piano». Il segretario del Pd davanti alla decisione di Fiat di mettere in mobilità 19 lavoratori, davanti all’obbligo di reintegrarne altrettanti dice la sua: «Se stiamo all’episodio di questi giorni posso solo dire che è stato un gesto non accettabile perchè contiene un messaggio sul piano morale, che non fa bene al Paese. Se viene riconosciuto che c’è un errore o una colpa dell’azienda - ha continuato il segretario del Pd - , l’errore non può essere scaricato sugli altri soprattutto sui lavoratori che devono mantenere le famiglie».
CORRIERE.IT
Nessun giallo soltanto un «errore tecnico», una «bozza» partita per sbaglio. Anche se lo sbaglio ha fatto discutere siti d’informazione e navigatori. Non capita infatti tutti i giorni che da una grande azienda come la Fiat arrivi alle agenzie di stampa un comunicato in duplice versione nel giro di pochi minuti.
LA BOZZA - Il caso Pomigliano si arricchisce di un altro capitolo quello del comunicato di Fabbrica Italia Pomigliano (FIP) arrivato in una prima versione e, dopo pochi minuti annullato e sostituito con una nota in cui scompaiono gli ultimi 2 capoversi. In casa Fiat parlano, appunto, di «una bozza diffusa per un errore tecnico» e prontamente «annullata» e sostituita con quella buona.
QUELLE 8 RIGHE - Ma cosa contenevano quelle ultime 8 righe che poi sono scomparse? Sostanzialmente un giudizio sul comportamento dei 19 iscritti alla Fiom che Fabbrica Italia Pomigliano sarà costretta ad assumere dopo l’ordinanza della Corte di Appello di Roma. «È inoltre importante ricordare - era scritto infatti alla fine del primo comunicato poi annullato - le dure prese di posizione e le pesanti dichiarazioni con le quali i 19 ricorrenti hanno manifestato fin dall’inizio il loro giudizio negativo sull’ operazione Nuova Panda. Stupisce e induce qualche dubbio il fatto che questi storici oppositori pretendano oggi il passaggio in FIP, utilizzando una sentenza che non tiene nella minima considerazione le conseguenze sull’iniziativa industriale di Pomigliano, per la quale sono stati investiti 800 milioni di euro e che oggi sta dando lavoro complessivamente a circa 3000 persone».