S.T., l’Espresso 2/11/2012, 2 novembre 2012
ELKANN CHIUDE IL LIBRO GRECO
[DIVORZI]
Lo si immagina perennemente contornato di libri antichi e stoffe damascate. Invece Alain Elkann, in un qualunque venerdì romano di pioggia e scioperi d’autobus, spunta a sorpresa, confuso tra la folla del tribunale civile, sezione divorzi, in compagnia di Rosy Greco, fresca nel ruolo di ex moglie, e due avvocatesse avvolte in una nuvola gozzaniana di foulard, cipria e rossetto. Abito blu d’ordinanza, due taglie di troppo, cravatta in lana pure blu da ex trentenne degli anni Ottanta, guarda smarrito ora la Greco ora i legali: «E adesso che succederà?», chiede come guardando il fato da lontano. «Niente, tranquillo, è tutto finito», lo rassicura la Greco: «Siamo divorziati». E lui, quasi a scusarsi, sussurra un bizzarro: «Ah, non si sa mai. È un po’ come prendere l’aereo: non sai mai se atterri». Le tre abbassano lo sguardo e, con spirito da premurose badanti, l’accompagnano verso l’uscita.