Fabio Albanese, La Stampa 02/11/2012, 2 novembre 2012
E A ROMA I 54 DIPENDENTI FANNO I CONTI CON LA PENSIONE
[Assunti nell’81, tutta la carriera inseguendo il sogno impossibile] –
«Il sito istituzionale è in manutenzione/aggiornamento». Se la cerchi sul web, la Società Stretto di Messina al momento si presenta così: in aggiornamento. I numeri sul ponte dei sospiri inseguito da decenni li trovi sul sito dell’Anas che, certo, è l’azionista di maggioranza con l’81,8 per cento di quote, ma il sito della società che dovrebbe gestire un appalto da 8,5 miliardi di euro è per il momento «in sospeso», come il progetto. Eppure la Società funziona, sin dal 1981, quando fu istituita e dava lavoro a centinaia di persone, a Messina come a Roma. Ora sono in 54, e i primi assunti fanno i conti con la pensione. A Messina è rimasto un ufficio meteo dentro l’università con tre dipendenti, il resto del personale trasferito ad altre amministrazioni dopo che nel 2006 il governo Prodi diede il primo stop sia al progetto sia alla stessa Società, ridotta ad una decina di dipendenti in totale.
A Roma, in un intero piano del palazzo centrale della stazione Termini, lavorano in cinquanta: ingegneri anzitutto ma anche una piccola pattuglia di avvocati e gli amministrativi. E, a quanto dicono, le cose da fare non mancano, anche perchè già da un paio d’anni alcuni cantieri «propedeutici» sono stati aperti, soprattutto sulla costa calabra quello per la variante ferroviaria di Cannitello ha già finito i lavori - mentre su quella siciliana gli abitanti delle zone a nord di Messina, in particolare di Ganzirri dove il progetto indica la costruzione di uno dei due grandi piloni, per anni si sono mossi tra proteste in piazza e carta bollata, anche se ormai al Ponte non credono più nemmeno loro che rischiano di perdere le loro case. Pure lì sono stati fatti rilievi e carotaggi per permettere di completare il progetto definitivo, pronto ormai da un anno.
La «Stretto di Messina» gestisce al momento quattro diverse gare legate alla realizzazione del ponte: oltre a quella per il general contractor vinta dal consorzio Eurolink, c’è quella per il project management consultant (che da organismo indipendente ricontrolla il progetto), quella per il «monitore ambientale» e quella per il broker assicurativo. Come scrive il sito dell’Anas, «la Società è stata in particolare impegnata nel risolvere le problematiche dovute alla lunga fase di stallo del progetto ed alla conseguente predisposizione di un nuovo programma di esecuzione per le attività occorrenti al riavvio del progetto».
Le associazioni ambientaliste la pensano diversamente e la definiscono «ente inutile» ma alla «Stretto di Messina» fanno notare come la società esiste per gestire il mandato ricevuto dai diversi governi. Mandato che, secondo fonti interne, è costato 300 milioni di euro dall’85 a oggi, per le gare, gli studi preliminari, i progetti; quello definitivo da solo varrebbe cento milioni di euro. A questi soldi vanno aggiunti quelli per il funzionamento della Società, dagli stipendi alle consulenze all’acquisto della cancelleria: 8-9 milioni di euro l’anno secondo alcune interrogazioni parlamentari ancora senza risposta.
La Società sostiene che si tratti di cifre per nulla alte per un progetto di enorme portata come il ponte, 8 miliardi e mezzo di euro comprese le opere a terra.