Elisa Calessi, Libero 02/11/2012, 2 novembre 2012
PD E VENDOLA POSSONO VINCERE DA SOLI
[Secondo un sondaggio Ipsos, se resta il Porcellum a Bersani basta l’alleanza con Sel per prendere il premio di maggioranza Per questo Casini ha cambiato strategia e sta cercando di riallacciare i rapporti con i democratici prima del voto] –
Ecco spiegata la ragione di tante cose. Per esempio dell’improvvisa apertura di Pier Ferdinando Casini nei confronti del Pd. Dopo aver snobbato le avances dei Democratici per anni, ora eccolo disposto ad allearsi cono loro anche prima del voto. Ed è ecco spiegata la freddezza con cui Pier Luigi Bersani, dopo averlo corteggiato per anni, ha risposto alla svolta del leader dell’Udc. O dell’ostinazione con cui il segretario del Pd ha difeso il patto con Nichi Vendola. Al di là di ogni percentuale di Sel, oltre ogni verdetto giudiziario, indifferentemente dagli attacchi quotidiani del governatore della Puglia a Monti. La ragione è in questo sondaggio di Ipsos del 31 ottobre. Si tratta di una proiezione dei seggi alla Camera dei Deputati, nell’ipotesi in cui si votasse con il Porcellum. Morale: Pd e Sel da soli otterrebbero una netta maggioranza: 340 seggi. Anche senza bisogno dell’Udc, che con Fli arriverebbe a 47 seggi. Notevole il risultato del M5S che porterebbe a Montecitorio 82 deputati. Poco meno di Pdl e Destra che insieme arriverebbero a 92 seggi, mentre la Lega dovrebbe accontentarsi di 24 seggi e l’Idv di 29.
Se, invece, Pd e Sel si alleassero con l’Udc, la coalizione otterrebbe ugualmente il premio. Ma i 340 seggi dovrebbero essere divisi in tre, anzichè in due. Casini porterebbe in Parlamento più deputati, mentre Pd e Sel meno. Mentre tutti gli altri partiti che non partecipano al premio di maggioranza otterrebbero alcuni seggi in più (visto che l’Udc resterebbe fuori dalla torta degli sconfitti): 11 in più il M5S, 23 Pdl e Destra, 7 la Lega, 6 l’Idv. Ma al di là delle alleanze: se resta il Porcellum, conviene a tutti. A Pd e Sel perché vincono senza problemi, con o senza Udc. A Casini perché in alleanza con il Pd (molto meglio) o da solo, mantiene una buona rappresentanza. A Silvio Berlusconi perché potrebbe portare a Montecitorio una truppa di fedelissimi. Se poi facesse una lista alleata del Pdl, potrebbe superare il M5S, visto che lo “spacchettamento” consentirebbe di prendere più voti. Detto questo, se resta il Porcellum, a Casini conviene allearsi subito con il Pd.
Il punto debole di uno scenario altrimenti perfetto è, però, il Senato. «Se Grillo è sopra il 15% a livello nazionale», spiega il senatore del Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti, «vuol dire che al Senato, dove la ripartizione è regionale, riuscirà facilmente a superare la soglia di sbarramento dell’8% in tutte le Regioni. E questo porterà allo stallo: chi non prende il premio, infatti, dovrà spartirlo con chi arriva secondo, i centristi e con Grillo, che potrebbe eleggere almeno 50 senatori, mentre Casini non andrà oltre i 10».
Bersani lo sa, ma scommette di riuscire, in un modo o nell’altro a spuntarla anche al Senato. Troppo ghiotta, in ogni caso, è la possibilità di ottenere, semplicemente alleandosi con Vendola, una maggioranza così larga alla Camera. E ancora più ampia se, dopo il voto, dovesse allargare il patto a Casini.
Per questo, a credere in una modifica elettorale o almeno a lottare per questo, sono rimasti in pochi. Uno è Roberto Giachetti, deputato del Pd, ex radicale, che ha ripreso il digiuno dal 2 settembre, dopo averlo fatto dal 4 luglio al 10 agosto. «Stiamo assistendo a una manfrina infinita per non cambiare la legge», ammette con Libero, facendo il punto dell’iter parlamentare: prossima settimana la prima commissione del Senato dovrebbe finire di votare gli emendamenti al testo Malan, che prevede le preferenze. Se ce la fanno, ma ne mancano più 100, il testo dovrebbe arrivare in Aula la settimana del 12 novembre. Ai primi di dicembre passa alla Camera, dove ricomincerà il cammino in commissione. Dopo l’Epifania potrebbe arrivare in Aula dove, a scrutinio segreto, quasi certamente le preferenze verrebbero impallinate. Poi la legge dovrebbe tornare in Senato. Solo che entro il 27 gennaio, Napolitano deve sciogliere le Camere, se si vuole votare in aprile. Morale, tempo scaduto. Si voterà con il Porcellum. A meno che il governo non faccia un blitz con un ddl, come anticipato da Libero alcuni giorni fa, o Napolitano non si inventi qualcosa.