Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi ci occupiamo di una grande star di Hollywood che ha deciso di sposare una persona del suo stesso sesso...
• Non sarà mica George Clooney?
Ma quelle su George Clooney, a quanto ci risulta, sono solo chiacchiere... No, sto parlando di Jodie Foster, premio Oscar per Sotto accusa e per Il silenzio degli innocenti, lesbica dichiarata da molto tempo, ma dichiarata al mondo l’anno scorso, quando andò a ritirare il suo Golden Globe e disse alla platea in delirio: «Sapete, sono... single» e giù una gran risata. In sala c’erano i due figli che la applaudivano.
• Se è lesbica, come fa ad avere dei figli?
Inseminazione artificiale. Forse. I due ragazzi si chiamano Charles e Kit. Wikipedia riferisce di voci secondo cui il padre sarebbe Mel Gibson. Il “National Enquirer” scrisse che l’attrice s’era andata a cercare in una clinica di Los Angeles un partner bello, moro e con un quoziente di intelligenza di almeno 160. Ma forse questa è un’elaborazione della notizia che Jodie da bambina era sul serio un prodigio, all’asilo già leggeva, gli insegnanti volevano che saltasse un po’ di classi e la madre (lesbica anche lei) si oppose. Insomma, la verità è che su questi figli, concepiti quando la sua partner era ancora Cydney Bernard, sappiamo poco o niente. La Foster è celebre per la riservatezza di cui circonda la sua vita: «Se foste stati una figura pubblica fin da bambini, avreste messo anche voi la vostra privacy sopra ogni cosa». La bambina della celebre pubblicità dell’olio da spiaggia Coppertone, col cane che le tira l’asciugamano, è lei. Quando girò Taxi Driver
, e aveva 13 anni, risultò che aveva più esperienza sul set di De Niro.
• Chi è la sposa?
La fotografa Alexandra Hedison, 44 anni, ex di Ellen De Generes. La storia andava avanti da un anno. Jodie, che ha 51 anni, aveva già fatto sapere che era una cosa seria. Naturalmente non ci sono fotografie né pettegolezzi. A parte il fatto in sé, non sappiamo niente.
• Sappiamo però che in America due persone dello stesso sesso che si vogliono bene possono sposarsi. E avere figli per lo meno con l’inseminazione artificiale. E da noi?
Quello che è possibile negli Stati Uniti è in realtà possibile in quasi tutto l’Occidente. Noi siamo regolati dalla legge 40, demolita da ultimo dalla Corte costituzionale pochi giorni fa, quando ha dichiarato ammissibile, per le coppie completamente sterili, anche la fecondazione eterologa, cioè quella ottenuta con il contributo di un donatore o di una donatrice (sempre in laboratorio). Quella sentenza ha provocato vibrate proteste della Chiesa, e il punto da noi infatti è questo: la Chiesa fino a Benedetto XVI ha considerato quello della paternità e della maternità all’interno di una famiglia, per dir così, tradizionale un valore non negoziabile. Francesco sembrerebbe più flessibile, ma non so fino a che punto. Il governo Prodi (2006-2008) provò a regolare la materia facendo scrivere alla Bindi e alla Pollastrini una legge pasticciatissima, detta legge dei Dico (DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi). Dopo pochi giorni il governo cadde, apparentemente su una questione di politica estera, in realtà perché Andreotti aveva fatto mancare il suo appoggio su ispirazione vaticana (si disse allora e si pensa oggi). Certo, il mondo va dritto per la sua strada, e quando una legge non calza più con il suo tempo sono i cittadini stessi a rottamarla. C’è stato adesso il caso del nostro collega Stefano Bucci che nel 2012 ha sposato a New York il suo compagno da una vita Claudio Boccini, architetto. Ebbene, il Tribunale di Grosseto ha ordinato all’Ufficiale di stato civile della città di trascrivere il matrimonio nei registri. L’avvocato della coppia ha spiegato: «Nelle nostre norme non esiste un divieto esplicito al matrimonio dello stesso sesso». Il fatto è che, per convenzione, nel nostro sistema pubblico tutto ciò che non è esplicitamente ammesso è implicitamente vietato.
• Renzi non aveva in programma qualcosa su queste materie?
Nel discorso sulla fiducia ha vagamente ribadito di voler fare qualcosa, sottolineando la necessità di ascoltare il nostro prossimo. Poi ha nominato Ivan Scalfarotto sottosegretario alle Riforme. Ivan Scalfarotto è il primo membro di governo dichiaratamente omosessuale (in realtà, in questo dopoguerra, abbiamo avuto almeno due premier omosessuali, però non dichiarati). Dice Scalfarotto: «Io ho un sogno: portare l’Italia, in materia di diritti civili, allo stesso livello di tutti i grandi Paesi europei: adozione per le coppie gay e matrimoni per gli omosessuali, come capita ormai in tutta Europa». Tutto molto bello, ma c’è un ma: che i diritti delle minoranze e le loro rispettabilissime sensibilità non finiscano per conculcare i diritti e le sensibilità della maggioranza.
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