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 2014  aprile 25 Venerdì calendario

ALLARME TERZO POSTO ALLE URNE IL BALZO DI GRILLO NEI SONDAGGI TOGLIE CONSENSI AGLI AZZURRI


MILANO — «L’impennata dei Cinque Stelle negli ultimi dieci giorni ha sorpreso anche me». Roberto Weber dirige l’istituto di ricerche Ixè che, nella sua ultima rilevazione sulle intenzioni di voto per le Europee, assegna al movimento di Grillo il 27,4%. Un boom. Weber è prudente: «Vediamo la prossima settimana, qui le cose cambiano in fretta, certo ci sono alcuni elementi che si tengono».
Gli «elementi» rilevati da Ixè sono tre: oltre al dato dei Cinquestelle, cresce anche la fiducia verso Beppe Grillo (+5%), cala quella in Matteo Renzi e nel governo (-3%). E cala il Pd (dal 32,8% al 32,1%). Questi sussulti risultano anche ad altri istituti: «Per noi — risponde Carlo Buttaroni di Tecné — Grillo è al 27% e ha guadagnato l’1,6% in una settimana, cose che si vedono di rado». La settimana dello scatto dei Cinquestelle è stata registrata anche da Alessandra Ghisleri di Euromedia Research: «A noi risultano al 25,3%, ma con un balzo del 3% rispetto alla rilevazione precedente».
Nel match tra Renzi e Grillo c’è l’ incognita di Forza Italia: per Tecné ed Euromedia è poco sopra il 20%, per Ixè è al 17,5%: «È molto bassa, è vero — dice Roberto Weber — ma storicamente Berlusconi poi si mette a fare la campagna elettorale e recupera». C’è un’altra ragione, secondo l’istituto, per cui gli azzurri faticano nei sondaggi: «Ncd e Udc per ora tengono, la lista è al 5,1%» dice Weber. Il leader di Forza Italia non sarebbe riuscito, come altre volte, «a fare piazza pulita» di chi compete con lui nello stesso campo del centrodestra. «Alle Europee è così — dice Alessandra Ghisleri — non ci sono coalizioni, quindi anche chi ti è vicino — Ncd e Fratelli d’Italia — è un tuo “nemico”». Ghisleri, storica sondaggista di Berlusconi, non è stupita dall’andamento degli azzurri: «Il 20% è la base di partenza, Forza Italia — a differenza di Grillo che è in campagna elettorale permanente — sta definendo adesso le sue linee guida». Il rischio terzo posto, dopo il Pd e il M5S, per i sondaggi è assai concreto e sarebbe questa la ragione per cui l’Italicum a Berlusconi non piace più.
A proposito di Grillo invece il pensiero corre al gennaio 2013. Un mese prima delle Politiche la media dei sondaggi di allora lo segnalava al 15,3%, poi, mano a mano che il voto si avvicina, viene rilevato sulla soglia del 20%. Nelle urne il Movimento 5 Stelle otterrà invece il 25,5%, risultando di gran lunga il partito più sottostimato dai sondaggi pre-elettorali. «Stavolta — azzarda Roberto Weber — quello che rileviamo adesso potrebbe corrispondere di più a quello che succederà il 25 maggio».
Da un mese e mezzo i Cinquestelle sono segnalati in crescita, sopra il 20%. In più emergono alcuni elementi: «A noi risultano il primo partito tra gli elettori fino a 55 anni — dice il direttore di Ixé — intercettando un elettorato popolare che altre volte ha votato per Berlusconi». Carlo Buttaroni di Tecné aggiunge: «I Cinquestelle sono in assoluto il “secondo partito” più forte». Significa questo: nelle ricerche viene sempre chiesto agli intervistati di indicare una seconda opzione oltre al partito scelto. E in questo caso Grillo trionfa, sia a destra che a sinistra: «Vuol dire — argomenta — che se al momento del voto un elettore è arrabbiato con il suo partito, sceglie Grillo: da questo punto di vista non mi stupirei di ritrovare il M5S al 30%, tecnicamente è possibile».
Queste rilevazioni vanno prese con le pinze e sono gli stessi sondaggisti a ribadirlo: «Sono tempi di grande emotività — conclude Buttaroni — di consensi che salgono e scendono in modo repentino: la base elettorale di Grillo, per esempio, rispetto al 2013 è cambiata quasi del 50%: significa che metà di quelli che l’hanno votato alle Politiche dicono che non lo rivoteranno, ma altrettanti, e nuovi, stanno arrivando».