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 2014  aprile 25 Venerdì calendario

“UN SENATO DI SPECIALISTI CON COMPETENZE NUOVE”


L’idea è quella di immettere nel nuovo Senato capacità e competenze. Di connettere la politica col mondo e di avvicinarla il più possibile alla realtà, soprattutto se questa realtà viaggia a braccetto con la ricerca e le nuove scoperte scientifiche. La senatrice a vita Elena Cattaneo, ricercatrice e grande esperta nel campo delle staminali, pensa ad un «Senato delle competenze». Anzi «chiamiamolo degli specialisti, perché altrimenti sembra che tutti gli altri siano degli incompetenti», precisa. Il problema, argomenta la senatrice riprendendo un’idea lanciata mesi fa dal domenicale del «Sole 24 ore», è che fino ad oggi in Parlamento non si è andati oltre le competenze economiche e giuridiche. «Mentre tutto il resto manca, ma così l’Italia su tutti gli argomenti ad alto contenuto di innovazione arranca». «Mancano le competenze mediche e quelle scientifiche - spiega - mancano filosofi, esperti di logica matematica, di tecnologie digitali, di calcolo probabilistico, musicisti e studiosi dei beni culturali. E poi mancano voce ed esperienza di quegli imprenditori che da una piccola fabbrichetta sono riusciti a costruire imprese di successo: se ci fossero anche loro in Parlamento ad aiutarci a capire come si fa, ad applicare alla politica gli stessi metodi che a loro sono serviti per arrivare al successo, sarebbe importante. È chiaro – aggiunge la professoressa Cattaneo – che serve gente ad altissimo livello, abituata a conquistare il mondo. Devono svolgere il ruolo di “sentinelle”, in maniera tale da tenere la discussione sulle leggi ancorata ai fatti ed al tempo stesso assicurare una visione sul futuro».
Mercoledì, quando in Senato si è aperta la discussione sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi e andavano in scena le prime scaramucce tra i partiti, la senatrice Cattaneo era al Quirinale per confrontarsi sull’idea del «Senato degli esperti» col presidente della Repubblica. A Napolitano la generica proposta inserita nel ddl di attribuire al capo dello Stato la nomina di 21 senatori scelti tra i «cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» non convince tanto. Mentre si è detto «d’accordissimo» con la proposta che sta portando avanti ora nelle sedi istituzionali la senatrice-scienziata. E lo convince il richiamo ai «senatori del Regno» di umbertina memoria che poteva schierare Verdi e Manzoni, Marconi e Benedetto Croce e tante altre grandissime personalità di quel periodo. «Quando si insediò raccoglieva tutti pezzi da novanta – ricorda la Cattaneo – e produsse leggi notevoli. Secondo il presidente, che non si stanca mai di ripetere che “bisogna sempre guardare alla nostra storia”, è esattamente questo l’esempio da tenere presente».
Ora «non importa che siamo proprio 21, potrebbero essere anche 15 oppure solo 10. Però immaginiamoci cosa sarebbe successo se ci fossero state le necessarie competenze si è scritta la legge 40 sulla procreazione assistita. Certo, ci sono state centinaia di audizioni di esperti, ma poi la politica ha preferito il solito approccio ideologico con risultato che è uscita una legge disastrosa». E anche oggi, proprio nel momento in cui si discute della riforma del Senato, la storia un po’ si ripete. «Le incoerenze della proposta del governo sono tante. è evidente» sottolinea Cattaneo. «Anche in questo caso perché il governo non ha utilizzato il lavoro dei 35 “professoroni”? Sono i massimi esperti della materia… Così si perpetua sempre lo stesso errore, con la politica di schieramento che sovrasta le competenze. Un errore».
@paoloxbaroni

Paolo Baroni, La Stampa 25/4/2014