Diego Gabutti, ItaliaOggi 25/4/2014, 25 aprile 2014
GLI ESPONENTI DELLA SINISTRA BISBETICA ERANO, ALLO STESSO TEMPO, LA VIELLE E LA NOUVELLE CUISINE DEL CONFUSO RICETTARIO PROGRESSISTA
Fino a qualche tempo fa, prima dell’irruzione di Matteo Renzi sulla scena, la sinistra bisbetica godeva di molte coperture. Girotondi, sguardi cattivi di Marco Travaglio e di Paolo Flores d’Arcais, popoli viola, indignados de noantri, persino No-Tav con la molotov facile e neocomunisti straparlanti erano gli ospiti d’onore delle pagine di politica dei giornali. Non mancavano mai alle assise democratiche, cui davano un tocco di chic. Dove c’era un «dibbattito» c’erano loro. Appetiti dai conduttori di talk show, gli esponenti della sinistra bisbetica erano allo stesso tempo la vieille e la nouvelle cuisine del ricettario progressista.
Agli occhi d’una testa d’uovo della sinistra bisbetica tutto è sempre sbagliato e da rifare. Ovunque, mettendo le narici al lavoro, i bisbetici sentono odore d’imbroglio e di tradimento - quando non di Colpo di stato permanente, Marsilio 2014, come suona il titolo d’un pamphlet del grillita spretato (il Comico lo amava e non lo ama più) Paolo Becchi, che insegna filosofia pratica e bioetica (cioè nulla, o almeno nulla che si capisca) a Genova. Prendete l’attacco dell’articolo a firma dello storico Angelo D’Orsi che trovate sul sito di Micromega: «La Santa Alleanza, dalla «nuova» (immutabile) destra alla «nuova» (quanto mutata) sinistra, che si appresta a manomettere la Costituzione, a stravolgere l’assetto istituzionale del Paese, con la benedizione di Marchionne, e il pur tardivo avallo di colui che dovrebbe essere il «supremo garante» dello Stato di diritto sancito dalla Carta costituzionale. Un po’ alla volta pressoché tutti i quotidiani, dal Corriere della Sera al Messaggero, dalla Stampa al Mattino, dal Giornale al Foglio, compresa con qualche distinguo la Repubblica, si allineano alla nuova onda «riformatrice». Del resto, se si è allineata, tutto sommato in modo ubbidiente e pronto, l’Unità, perché gli altri organi di stampa dovrebbero esprimere dubbi su quello che sta accadendo? Resistono Il Fatto Quotidiano e, naturalmente, il Manifesto».
A parte, insomma, la stampa della sinistra bisbetica, così attenta (immagino) ai valori della «filosofia pratica» e della «bioetica», è tutto un complotto contro la Costituzione più bella del mondo e a favore della Fiat di Marchionne da parte della stampa «riformatrice» tra virgolette e «di colui che dovrebbe essere», sempre tra virgolette, «il “supremo garante” dello Stato di diritto sancito dalla Carta costituzionale» (cioè Giorgio Napolitano, per non far nomi ma nomi e cognomi). «Riforma», da come la vedono gli esponenti della sinistra bisbetica, è una brutta parola, come «cacca» e «pupù», e quell’ingenuo del presidente del senato Pietro Grasso «ha sbagliato a difendersi» dall’accusa di conservazione che gli aveva lanciato il bieco Renzi «proclamando di essere lui pure un «riformista», o un “modernizzatore”» perché, «se quella di Renzi, e prima di lui Berlusconi e gli altri, è l’innovazione, dobbiamo dichiararci risolutamente conservatori». Bello, in particolare, quel «risolutamente», di gran lunga il più bisbetico degli avverbi.
Un tempo – prima che Renzi e il suo oratorio di bravi ragazzi entrassero in scena rottamando la sinistra tradizionale – agli esponenti della sinistra bisbetica veniva perdonato tutto. Erano presi sul serio, e s’annuiva gravemente ogni volta che intervenivano in qualche «dibbattito», anche quando si rendevano ridicoli, e trattenere le risate era particolarmente difficile. Adesso, che si potrebbe ridere, si fa di peggio: la sinistra bisbetica, complottistica, antropologicamente superiore e involontariamente comica è ignorata. Escono pamphlet su pamphlet in edizione Chiarelettere e nessuno li legge o anche solo ne parla.
Diego Gabutti, ItaliaOggi 25/4/2014