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 2014  aprile 25 Venerdì calendario

DIANE KEATON E L’AMORE: SONO LEGATA AI MIEI EX MA WOODY È SPECIALE


LOS ANGELES — Recita a pieno ritmo, scrive, produce, fa la fotografa e dirige documentari. E, anche se è nata nel 1946, per tutti resta «la ragazza» Annie Hall (1977) del film dell’amico di sempre Woody Allen. Fermamente contraria ai «ritocchini», resta se stessa «perché penso che invecchiare con grazia sia una vera conquista per tutti, uomini e donne». Quattro film in uscita (tra cui As So It Goes , diretto da Rob Reiner, con Michael Douglas), madre di due figli adottati, oggi adolescenti — Dexter e Duke —, è rimasta amica di tutti i suoi ex, da Al Pacino a Warren Beatty a Woody Allen.
«Non ho certo bisogno di difendere Woody dalle accuse di chi si considera una sua vittima, di chi va in cerca di rivalse perché non accetta di averlo perso. La sua generosità è speciale. Per lui provo stima, amicizia, affetto e sono felice che abbia trovato la serenità accanto a Soon-Yi, anche se di questo nessuno parla. Dimenticando quanto Woody ha dato a tutti noi coi suoi film, i suoi libri, le sue battute illuminanti, il coraggio di essere se stesso. Sintetizzo dicendo solo che io credo a Woody. Sempre».
Attrice di successo, autentica icona di stile, Diane Keaton ha un credo profondo: «Cercare la bellezza in ogni cosa: non penso affatto di andare in pensione da questo mio impegno e da tutti gli altri che arricchiscono la mia vita. E non stravolgerò il mio viso. Vorrò sempre guardarmi allo specchio e riconoscermi».
La diverte ancora recitare?
«Certamente, è parte della mia vita e mi permette di reincontrare tanti amici come Jack Nicholson, Michael Douglas, Kevin Kline, Morgan Freeman. Ed è sempre un piacere, per me che sono una convinta sostenitrice del sesso femminile, scoprire grandi attrici come Cate Blanchett, Melissa McCarthy e la giovane Jennifer Lawrence. Le donne hanno imparato a essere indipendenti. Anche a Hollywood».
Quando ha scoperto che le piaceva scrivere? Il suo ultimo libro, «Let’s Just Say It Wasn’t Pretty», è un successo…
«Mi è sempre piaciuto scrivere. Sono particolarmente legata a Clown Paintings perché presentava con grazia e umorismo i disegni di clown o le collezioni d’arte di dipinti di clowns di tanti amici, da Woody a Robin Williams, da Ellen DeGeneres a Steve Martin… Con risate e malinconie segrete i clown ci insegnano a sorridere».
Com’è cambiata la Hollywood 2.0 da quella che lei ha conosciuto ai suoi esordi?
«Il mondo è mutato con Internet, ma io continuo a credere alle storie che si soffermano sui valori umani — perdite, conquiste — e alle analisi delle relazioni sociali e private».
Nei suoi libri scrive molto di sua madre…
«Mi piace che gli altri possano leggere la vita di chi ha contato e conta ancora tanto per me. Dorothy, la mia mamma, scomparsa sei anni fa, è stata una madre speciale e una donna altrettanto unica. Restarle vicino quando perse la memoria per l’Alzheimer è stata un’esperienza dalla quale ho imparato molto. Restare accanto a chi ci ha dato l’esistenza è un’emozione indelebile. Lo ricordo a tutti».
Lei ha avuto uomini sempre di grande fascino anche estetico. Una volta ha pure detto che Woody aveva un magnifico fisico…
«Verissimo e lo ribadisco, niente in meno di Warren Beatty o di Al Pacino. Diciamolo: baciarli sul set e nella vita è stato un privilegio».
Avere una figlia di 18 anni e un figlio di 13 l’aiuta a capire il mondo di oggi, a restare giovane ?
«Certo. Ma ciò che aiuta nella vita, e me lo ha insegnato Woody, è il conoscere se stessi. Oggi tutti vogliono il successo: non c’è successo se non ti conosci e ti accetti per quello che sei, nella tua più profonda autenticità».
Non si è mai sposata. È stata una scelta?
«Sicuramente. Mi piaceva e mi piace troppo sentirmi indipendente, ascoltare gli altri in libertà».
Progetti futuri?
«Tantissimi. Bisogna sempre guardare al futuro, pensando che essere longevi è una conquista per tutti noi, sempre».