Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 25 Venerdì calendario

PALAZZO CHIGI, NUOVA SFORBICIATA DEL 15% AGLI STIPENDI DEI DIRIGENTI


ROMA Il piano era stato messo a punto in gran segreto prima di Pasqua, ma solo ieri è arrivato sul tavolo dei sindacati. Un decreto snello, appena 3 articoli, dal contenuto esplosivo: il taglio secco del 15% della parte variabile delle retribuzioni degli alti dirigenti di Palazzo Chigi. Una sforbiciata - è spiegato nel provvedimento, un Dpcm per la precisione - nel quadro più generale della revisione della spesa avviata dal governo. Come dire che la cura dimagrante, nel pubblico impiego, deve valere per tutti. E che quindi Palazzo Chigi, cuore pulsante dell’esecutivo, ha l’obbligo di dare il buon esempio. Da qui la rimodulazione che scatterà, si spiega sempre nel testo, in vista della attesa «definizione di una nuova graduazione degli incarichi di livello dirigenziale generale». Si tratta di un sacrificio cospicuo visto che in media i 118 dirigenti di Palazzo Chigi guadagnano circa 218 mila e che quindi troverebbero in busta paga un taglio, sempre in media, di 32.700 euro.
I PALETTI
Ma non c’è solo la mannaia sulla parte variabile degli stipendi, al comma 3 dell’articolo 1 è scritto nero su bianco che saranno fissati nuovi tetti per i premi di risultato. Così per un capo dipartimento la retribuzione di risultato massima non potrà superare i 34.600 euro, per un capo ufficio autonomo i 32.900, per un coordinatore i 30.330 e per i funzionari di staff i 29.900. Naturalmente, in considerazione delle mansioni e di particolari incarichi, c’è anche la possibilità di sforare questi tetti, sarà però sempre necessario il disco verde del segretario generale.
Finisce quindi, come annunciato del resto da Matteo Renzi, l’era degli incentivi a pioggia, degli incrementi retributivi per tutti. E scatta, almeno nelle intenzioni, un meccanismo che dovrebbe premiare il merito e ridurre gli sprechi.
LE NOMINE
Ridisegnata anche l’organizzazione di Palazzo Chigi. Ferruccio Sepe va al Dipartimento per la programmazione e il Coordinamento della Politica economica e ha l’Interim al Dipartimento per lo Sviluppo; alla Protezione civile confermato Franco Gabrielli, Diana Agosti va al Dipartimento per le Politiche europee; Paolo Aquilanti al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento; Alessandra Gasparri all’Ufficio per il programma di Governo. Incarico confermato agli Affari giuridici anche per Antonietta Manzione. Nuovo incarico invece per Elisa Grande che sostituisce Agosti al Dipartimento del Coordinamento amministrativo; Pia Marconi prende il posto di Naddeo al Dipartimento della Funzione Pubblica; Roberto Giovanni Marino al Dipartimento per l’Informazione e l’editoria, Paola Paduano all’Ufficio del Bilancio e per il riscontro di Regolarità amministrativo-contabile.