Fausta Chiesa, Corriere della Sera 25/4/2014, 25 aprile 2014
IL DOPPIO VOLTO DI BARCLAYS
«Stiamo pagando come per il Manchester United, ma stiamo avendo i risultati del Colchester United». La metafora calcistica di un piccolo socio di Barclays, che ha paragonato il colosso finanziario britannico a una squadretta pagata però come se fosse prima in classifica, è soltanto una delle numerose critiche sui bonus troppo generosi che hanno surriscaldato l’assemblea annuale dei soci ieri a Londra. Nonostante utili ante imposte adjusted in calo del 32% nel 2013 a 5,16 miliardi di sterline (6,27 miliardi di euro) il board ha deciso di aumentare i bonus del 10 per cento a 2,38 milioni di sterline (2,9 milioni di euro).
«Si è trattato di una decisione difficile», si è difeso il presidente di Barclays Sir David Walker. L’aumento — ha detto — serve a evitare un possibile esodo di staff chiave in un periodo in cui la concorrenza è sempre più agguerrita. Eppure, nonostante la crisi e i licenziamenti, dal 2009 la banca ha erogato circa 9 miliardi di bonus. Gli azionisti non sono affatto contenti e ieri hanno bombardato di domande sia Sir David sia il Ceo Antony Jenkins. Alla prova dei fatti, la policy dei bonus è passata. Con voto non vincolante la relazione delle remunerazioni è stata approvata a maggioranza. Hanno votato contro o si sono astenuti complessivamente il 34% dei soci, molti di più rispetto al 6% dell’anno scorso. I piccoli soci, ieri, hanno ricevuto un’altra brutta notizia: la banca stima «un piccolo» calo del suo utile lordo anche nel primo trimestre di quest’anno.
Fausta Chiesa