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 2014  aprile 25 Venerdì calendario

EVASORE? IN GALERA PER TRE ANNI


da Berlino
Per evasione fiscale, Herr Silvio sconterà quattro ore alla settimana in una casa per anziani, e per dieci mesi. In tutto, un normale mese lavorativo. Nei prossimi giorni, per lo stesso reato, ma per un’evasione dieci volte minore, Uli Hoeness entrerà in cella, nel carcere che ospitò nel 1923 Adolf Hitler, e vi resterà per tre anni e mezzo, senza sconti.
Il confronto tra Italia e Germania, con inevitabile retorica, è stato già fatto. Tanto non cambia nulla. Ma l’ex campione del mondo e presidente del Bayern di Monaco, come dire la squadra più forte del mondo, Real Madrid permettendo, non è l’unico manager in Germania a subire una condanna per i suoi peccati.
Da queste parti, chi sbaglia paga. Il perdono non fa parte della morale luterana, che domina fin nella meridionale e cattolica Baviera, quindi anche le amnistie sono rare. Se non sbaglio, dalla nascita della Repubblica Federale, è stata decisa solo una volta. E politici e vip non godono di un trattamento di favore. Hoeness è cristiano-sociale e apparteneva alla cerchia di intimi della signora Merkel. Ingolf Deubel è socialdemocratico, eppure l’hanno appena condannato a tre anni, che sconterà in galera, perché come ministro delle finanze della Renania Palatinato ha commesso diverse irregolarità, costate alle finanze pubbliche non meno di 12 milioni di euro. È responsabile del disastroso rifacimento della pista del Nürburgring, per 330 milioni di euro.
Quando non si trovò uno sponsor privato, il Land dovette intervenire e Deubel manipolò i dati. Un caso ingarbugliato, e in Italia l’imputato avrebbe puntato sulla prescrizione.
Politici e manager in Germania non possono sperare di andare fuori tempo massimo. I procedimenti sono rapidi: dalla prima notizia alla condanna per Hoeness sono trascorsi 14 mesi, e l’imputato saggiamente ha rinunciato all’appello. Gli sarebbe potuto andare peggio. «Nadelstreifen hinter Gittern», è un titolo del settimanale Wirtschaftswoche, tradotto liberamente significa «dietro le sbarre in doppiopetto». Michael Rook, 49 anni, ex capo di Media Markt, dovrà scontare cinque anni e tre mesi per corruzione. Gerhard Gribkowsy, 55 anni, ex membro di direzione della Bayern Landesbank, la banca centrale della Baviera, è stato condannato a otto anni e sei mesi per corruzione e evasione fiscale. Hans-Joachim Doerfert, 70 anni, ex manager della Caritas di Treviri, sempre per evasione e manipolazione dei bilanci, ha subìto diverse condanne per un totale di dodici anni.
Qui si finisce in cella anche se si ha più di novant’anni, i limiti d’età all’italiana non esistono. Michael Hatscher, 50 anni, era uno dei dirigenti del sito web Kino.to, grazie al quale in migliaia hanno scaricato copie pirata di film di successo: nel giugno del 2011 è stato condannato a tre anni e mezzo, come Hoeness, ed è uscito in anticipo nel maggio dell’anno scorso. Ma gli sconti sulla pena sono di solito molto rari e, comunque, decisi caso per caso dal giudice. Non vengono calcolati automaticamente come da noi.
Hitler, nel carcere di Landsberg, scrisse il Mein Kampf e riceveva ogni giorno amici e ammiratori. Le giornate non saranno altrettanto piacevoli per Hoeness: potrà noleggiare una tv, ma vedrà quel che permette la direzione, niente Sky e quindi non seguirà in diretta il suo Bayern. Potrà leggere i libri che trova in biblioteca, non acquistarne a suo piacimento, niente cellulare e internet. Due visite al mese per familiari ed eventuali amici, e al massimo potrà spendere 300 euro al mese per il vitto extra, guadagnati lavorando in prigione. Il padre era macellaio, lui possiede una ben avviata fabbrica di würstel, è probabile che finisca in cucina. Si prevede che dopo un mese l’ex campione venga trasferito in una struttura aperta, una specie di fattoria, sempre in Baviera. Un privilegio da vip? Lo avrebbero concesso, data l’età e il reato commesso, a chiunque. In ogni caso, non verrà graziato in anticipo dall’amica Angela, o dal presidente della repubblica.

Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/4/2014