Marco Imarisio, Corriere della Sera 25/4/2014, 25 aprile 2014
IL RE DELLE CURE DIMAGRANTI FINANZIATORE OCCULTO DI STAMINA
A volte le nemesi possono anche fare da collante tra le persone. Nel dicembre 2011 Gianfranco Merizzi, affermato industriale farmaceutico, acconsente a un incontro con Davide Vannoni. Si siedono nella sala riunioni della sua Medestea. Il professore di psicologia diventato guru delle staminali ha appena ricevuto comunicazioni giudiziarie. «Il procuratore Guariniello» mormora. L’altro si infiamma come se avesse un focolaio di incendio sotto la sedia. «Anche lei...». È appena nato un sodalizio commerciale, nel nome del comune nemico.
«Lei non sa cosa ho passato, perché voi giornalisti vi fidate solo delle procure. Dal 1999 al 2005, un calvario di sei anni che ha quasi distrutto la mia azienda. E per cosa, poi? Assolto, ancora assolto, infine condannato a una multa di 600 euro al garante della pubblicità. Adesso ci risiamo, con accuse ancora più terribili». Merizzi è il nome che non ti aspetti nell’indagine su Stamina che mercoledì si è chiusa con un capo di imputazione dettagliato come non mai, e non per caso. La scelta della procura è stata di fornire subito tutti gli elementi a sua disposizione, perché quella di Stamina è una storia in eterno movimento, scandita da corsi e ricorsi ai giudici del lavoro per l’autorizzazione alle cure. Un modo per fare punto e capo. Fatica sprecata, pare.
Davide Vannoni annuncia una conferenza stampa in quel di Monza per il 28 aprile, e aspetta con ansia il prossimo 5 maggio, quando gli Spedali Civili dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, riprendere la sperimentazione in ottemperanza all’ordinanza del tribunale di Marsala. Il sessantenne Merizzi avrebbe parecchie buone ragioni per sfilarsi dalla compagnia di Stamina. Medestea, il suo gruppo, va che è una meraviglia. Nell’ambiente dei farmaci torinesi e non solo, tutti parlano bene di lui, fin da quando divenne il laureato prodigio della facoltà cittadina di Farmacia. Negli anni Ottanta, dietro al successo dei marchi Kelemata e Perlier c’è la sua mano di manager. Si mette in proprio, con nuovi marchi, e fa il botto con il Cellulase, un integratore alimentare per donne e uomini preoccupati da pancetta e maniglie dell’amore. Il primo scontro frontale con la procura di Torino risale a quegli anni. Raffaele Guariniello ordina il ritiro del prodotto dagli scaffali, convinto che il prodotto agisca come un vero e proprio farmaco senza però essere mai passato attraverso gli esami e le autorizzazioni necessarie. Merizzi è costretto a cedere i propri marchi, ma si rifà ben presto, con nuove produzioni e altrettante ricerche. Poi, l’incontro con Vannoni.
Il 13 aprile 2012 nascono Medestea Stemcells e dopo le due società svizzere Biogenesis Research e Biogenesis Tech la cui ragione sociale secondo i magistrati è «diffondere in vari Paesi del mondo la terapia Stamina onde ricavarne importanti introiti». Con i risultati, per Merizzi, che seguono: «Aver messo a disposizione di Stamina Foundation proprio personale e varie strutture», «aver proclamato che il metodo Stamina trattava più di cento patologie», «Aver sostenuto falsamente l’esistenza del benestare delle istituzioni sanitarie», «aver vantato inesistenti approvazioni del ministero della Salute».
Merizzi è un industriale, mica un mecenate. «Ovvio che ci sono interessi di denaro». Le sue previsioni di guadagno, a fronte di un investimento previsto di 15 milioni di euro in 5 anni, sono basate su una possibile commercializzazione della cura ad una cifra che oscilla tra i 5 e i settemila euro, con la Cina come mercato principale. Ma quel che colpisce è l’allineamento quasi fideistico alle posizioni di Vannoni, in un connubio dove mister Medestea dovrebbe rappresentare la parte più razionale. «Quando ho scelto di finanziare Vannoni con l’obiettivo di esportare il suo metodo all’estero, lui aveva il via libera dell’Aifa, del ministero della Salute e degli Spedali Civili di Brescia. Certo, ho fatto presentazioni, mi sono dato da fare. Se qualcosa è cambiato, è solo per via di interessi superiori, ai quali soggiace la procura di Torino».
Le consulenze mediche allegate al capo di imputazione stimano nel 25 per cento dei pazienti trattati con Stamina l’insorgere di «eventi avversi non segnalati all’autorità giudiziaria». Danni collaterali, insomma. Merizzi si infiamma come se gli sventolassero un Guariniello davanti agli occhi. «Ma lei li ha visti i bambini malati? I video dei loro progressi? Questi sono i fatti, andiamo avanti». Altro che punto e a capo. Non se esce, non ancora.
Marco Imarisio