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 2014  aprile 25 Venerdì calendario

QUELLI CHE SCRIVONO «POLLO» SULLA PELLE (E NON LO SANNO)


Gusto per l’esotico, fascino per simboli che racchiudono diversi significati o bellezza del carattere in sé: tatuarsi in cinese è, ormai da qualche anno a questa parte, una vera moda in Occidente. Spesso però le differenze culturali creano incidenti imbarazzanti: è il caso di una donna che, convinta che significasse «libertà», si è fatta tatuare un ideogramma che in realtà significa «gratuitamente». È finito in carcere il tatuatore vietnamita che ha scritto «zuppa di pollo e spaghetti» a una brasiliana appassionata di Antoine de Saint Exupéry che gli aveva chiesto di tatuarle in cinese la frase del Piccolo Principe «Diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato».
In realtà l’uomo non era nuovo a errori del genere: tra le sue malefatte spicca l’aver marchiato sul corpo di un cliente la scritta «Ralph è uno stronzo». L’inconsapevole vittima voleva che le fosse tatuata la scritta «Dio ama».
Non risulta invece alla cronache che chi ha tatuato sul ventre di Britney Spears l’ideogramma(qï) spiegandole che significasse «misterioso» abbia avuto sanzioni di sorta quando la cantante, probabilmente leggendo i tabloid americani che si facevano beffe di lei, ha scoperto che il vero significato era «bizzarro, strano». Fa sorridere il caso di Justin Timberlake che per calarsi meglio nella parte del «Bad Boy» di Alpha Dog si è tatuato il carattere cinese che si legge liübïng: il significato dei due morfemi è però «pattinaggio o pattinaggio sul ghiaccio», non proprio roba da ragazzacci.
La lista degli errori è infinita, c’è chi sostiene che tatuaggi cinesi grammaticalmente corretti non esistono: la colpa sarebbe in parte dovuta all’uso di dizionari online poco accurati, in parte alla stessa ignoranza dei tatuatori. Molti siti e blog ci scherzano su, pubblicando gallerie fotografiche di tatuaggi con la traduzione in inglese: riso fritto da grasso di maiale, cattiva diarrea, viscido o sgualdrina sono alcuni esempi di errori. È da anni invece che il blogger Tian, il creatore di HanziSmatter.com, si occupa di aiutare coloro che si sono «persi nella traduzione»: chiunque può infatti mandare un’e-mail con la foto del tatuaggio per svelare il suo reale significato. È proprio leggendo questo sito che si viene a scoprire che numerosi studi di tatuatori espongono un finto alfabeto cinese con le lettere latine corrispondenti. Il problema è che i vari dialetti cinesi non sono lingue alfabetiche, ma tonali, ovvero composte da sillabe il cui significato cambia a seconda del tono con cui viene pronunciata e della posizione che occupano nella frase.
Insomma, per scegliere bene bisogna sapere. E per fortuna non tutti i tatuatori sono così impreparati. Ci sono anche clienti che decidono di marchiarsi in cinese perché amano e conoscono le varie calligrafie orientali: «Una volta ho avuto un lungo confronto con due americani che conoscevano molte calligrafie, alla fine abbiamo deciso di usare la xiaozhuan, una scrittura usata tra il 475 e il 221 a.C.» ha raccontato al Global Time una tatuatrice di Pechino, Liu Lin.

Vincenzo Bardo, il Venerdì di Repubblica 25/4/2014