Il Messaggero 25/4/2014, 25 aprile 2014
IN CAMPO ANCHE I MILIZIANI DELL’ULTRA DESTRA
MOSCA Le forze governative sono passate al contrattacco, poi – a quanto sembra - si sono fermate per paura dell’invasione federale. La sorpresa è generale: da dove sono saltate fuori queste nuove unità impiegate nella cosiddetta “operazione anti-terrorismo”? La settimana scorsa Kiev aveva palesato una debolezza impensabile, con parte del corpo di spedizione in Donbass passato dalla parte degli insorti. Sei autoblindo ucraine erano finite nelle strade di Slavjansk, ma con la bandiera della Repubblica di Donetsk sul pennone. Uno smacco del genere aveva ulteriormente evidenziato la posizione pesantissima del governo centrale che, da settimane, ha perso completamente il controllo della polizia locale e dei servizi segreti (Sbu) in Donbass e nella regione di Lugansk. L’unica alternativa possibile rimaneva l’uso delle Forze armate, che - per legge - non possono essere dispiegate nelle città ed in operazioni di polizia. E così pare essere stato.
GLI UOMINI
Il ministro della Difesa russo, Serghej Shojgu, ha fornito un elenco preciso: Kiev ha mandato in Donbass 11mila soldati con armi automatiche, appoggiati da 160 carri armati, 230 autoblindo, 150 cannoni e mortai. Le brigate 17esima tank e la 24esima meccanizzata, di sede in Ucraina occidentale, sono anch’esse appena arrivate. Gli estremisti della destra nazionalista stanno dal canto loro organizzando propri combattenti inquadrati nel “battaglione Donbass”. Questa imponente forza, asseriscono i militari russi, vorrebbe contrastare i circa 2000 “separatisti” – quasi tutti equipaggiati con armi leggere, ufficialmente prese alla polizia ucraina.
PROFESSIONISTI
Le immagini televisive e le fotografie di queste settimane forniscono altri elementi. A Slavjansk vi sono dei paramilitari, probabilmente dei professionisti, armati fino ai denti. Decine di loro mostrano in spalla anche temibili lancia-razzo anti-carro, letali nella guerriglia cittadina. Il deputato russo d’opposizione, Ilja Ponomariov, ha dichiarato che in Ucraina orientale operano anche «forse un centinaio di uomini del Gru», lo spionaggio militare federale. Nei giorni scorsi la “Novaja Gazeta” ha raccontato la storia di uno “spetsnaz” (agente dei corpi speciali russi) di Rjazan, finito chissà come a combattere a Slavjansk dopo essere stato in Crimea.
ALLA FRONTIERA
Da quando è iniziata la fase militare Kiev ha piazzato reparti di artiglieria a ridosso della frontiera russa. Al di là sono ammassati circa 40mila uomini, sostengono gli occidentali. Sono principalmente i paracadutisti della Pskov e i tankisti della Tamanskaja. Insomma le migliori unità russe. Shojgu ha ora ordinato le immediate esercitazioni di tutti i battaglioni dei gruppi tattici dei distretti Sud ed Ovest, appoggiati dall’aviazione. Mosca mostra in sostanza i muscoli ancor di più.