Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gli studenti del Sud continuano a essere meno bravi degli studenti del Nord e, in particolare, risultano poco brillanti i ragazzini della Sicilia, della Calabria, della Campania. I più bravi in assoluto sono quelli della Val d’Aosta. Il Nord è in genere nettamente al di sopra della media Italia, il Sud nettamente al di sotto. Questo è il verdetto dell’esame Invalsi sostenuto lo scorso 17 giugno da più di mezzo milione di bambini all’esame di terza media. Le prove, in italiano e in matematica, erano uguali per tutti e questo ha reso possibile il confronto.
• Che cos’è l’Invalsi?
Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e di formazione. Opera in base a una legge del 2007, quindi dell’era Prodi, pienamente confermata dalla Gelmini. Il sistema di standardizzare le prove – come si dice – dovrebbe indicare i punti di sofferenza delle nostre scuole. Bisogna stare attenti a non credere che i test possano dire che cosa bisogna fare. Alberto Martini, un matematico ed economista che è stato consulente della Banca Mondiale ed è attualmente – tra molte altre cose – direttore del Progetto Valutazione, ha spiegato ieri sul sito della voce.info che un certo risultato negativo della scuola A rispetto alla scuola B può dipendere: dal fatto che ha studenti più scadenti; dal fatto che ha docenti più scadenti; dal fatto che ha avuto dirigenti più scadenti. «Purtroppo tende ad esserci correlazione positiva tra questi tre fattori» aggiunge il professore. Cioè: in genere nella stessa scuola perdente è probabile che siano più scadenti sia gli studenti sia i professori sia i dirigenti. Il test standardizzato non dice però quale sia il problema. Dice solo – eventualmente - che c’è un problema.
• Perché la Campania, la Sicilia e la Calabria – anche in questo caso – hanno risultati più scadenti?
L’Invalsi ha accompagnato la pubblicazione dei risultati con 400 pagine di analisi. A un certo punto scrive: «Questa variabilità dei risultati tra regioni non dipende solo dalle caratteristiche strutturali dei singoli sistemi scolastici ma è anche fortemente correlata con il grado di dispersione del benessere economico nelle regioni. Dove maggiore è la diseguaglianza del reddito è anche più elevata la varianza totale degli apprendimenti dei ragazzi e la quota di quest’ultima che va imputata alla differenza dei risultati tra scuole. In particolare alcune tra le nostre regioni meridionali soffrono tra l’altro di una alta diseguaglianza del reddito cui si associa un’ampia diseguaglianza dei risultati scolastici. Il fatto che la variabilità di questi ultimi rifletta così da vicino condizioni strutturali della società segnala che la scuola, anche quella dell’obbligo, fatica a controbilanciare le disparità d’origine degli studenti». Detto in parole povere: la differenza nel risultato scolastico tra certe regioni del Nord e certe regioni del Sud somiglia alla differenza di reddito tra le stesse regioni. La scuola non riesce a superare le differenze economiche, e quindi a eliminare le barriere di partenza, ma ne è condizionata.
• Quali altre differenze risultano significative?
I ragazzi se la cavano meglio in italiano che in matematica: sei studenti su dieci rispondono bene al test del primo tipo, cinque su dieci a quelli del secondo. Le distanze tra i più bravi e i meno bravi sono però più sensibili in italiano. Le ragazze sono più brave in italiano, i ragazzi in matematica. Quando diciamo “il Nord” e “il Sud” dobbiamo precisare: il Nord è compattamente sopra la media nazionale, il Sud è molto frastagliato. Ci sono regioni come l’Abruzzo o le Marche che conseguono risultati non troppo diversi da quelli del Nord.
• Come si spiega che appena pochi giorni fa è risultato che ci sono molti più promossi con il massimo dei voti nelle scuole del Sud rispetto alle scuole del Nord?
Non sono dati comparabili. Quelli erano i risultati degli esami di maturità, questi sono quelli di terza media. Esiste tuttavia una tendenza, accertata, degli insegnanti ad aiutare certe volte gli studenti e questa inclinazione è più forte al Sud. Lo dicono anche quelli dell’Invalsi. Secondo loro però nel test dello scorso 17 giugno il fenomeno è stato meno vistoso dell’anno scorso. Gli insegnanti forse stanno imparando che questo tipo di aiuti serve a poco. E comunque nei test Invalsi si applicano delle correzioni statistiche che dovrebbe minimizzare gli effetti distorsivi di queste cattive abitudini.
• Com’erano fatti questi test?
Basta andare sul sito dell’Invalsi, e ci sono tutti. Un domanda e la risposta giusta tra quattro possibili. Per esempio, in italiano: «“Un’autostoppista sorridente mi chiese un passaggio”. L’autostoppista è: a) un uomo; b) una donna; c) non è possibile dirlo perché “autostoppista” è un nome invariabile per genere; d) non è possibile dirlo perché “sorridente” è un aggetivo invariabile per genere.» [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 6/8/2010]
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