ANDREA MALAGUTI, La Stampa 6/8/2010, pagina 12, 6 agosto 2010
Londra, tra 10 anni anziani senza cure - Destinata a diventare la nazione più popolosa d’Europa entro il 2050 con 77 milioni di cittadini (16 in più di adesso) contro i neanche 72 della Germania e i 70 della Francia secondo i dati forniti dall’americano Population Reference Bureau, l’Inghilterra deve fare i conti con l’ennesimo impietoso numero ricavato dall’istituto nazionale di statistica che annuncia, ancora prima dell’inevitabile intervento del ministro del lavoro Iain Duncan Smith, una scelta da anticipare con urgenza: l’innalzamento dell’età della pensione, che sarà portata a 66 anni per gli uomini entro il 2015 e per le donne entro il 2019
Londra, tra 10 anni anziani senza cure - Destinata a diventare la nazione più popolosa d’Europa entro il 2050 con 77 milioni di cittadini (16 in più di adesso) contro i neanche 72 della Germania e i 70 della Francia secondo i dati forniti dall’americano Population Reference Bureau, l’Inghilterra deve fare i conti con l’ennesimo impietoso numero ricavato dall’istituto nazionale di statistica che annuncia, ancora prima dell’inevitabile intervento del ministro del lavoro Iain Duncan Smith, una scelta da anticipare con urgenza: l’innalzamento dell’età della pensione, che sarà portata a 66 anni per gli uomini entro il 2015 e per le donne entro il 2019. Primo passo verso quota 68 per entrambi i sessi nel 2038. «Anche se mi domando quanto senso abbia ipotizzare una attesa di quasi trent’anni per fissare una soglia alla quale arriveremo certamente prima, la curva delle nascite si è impennata», chiarisce puntualmente il ministro. Immediata la reazione dei sindacati. «È vero che si vive di più, ma il fisico continua a invecchiare e certi lavori non ha la forza di reggerli». La Itv va a cercare un operaio scozzese con le mani rattrappite dall’artrosi. Ha 54 anni, ma il fisico tradisce un maggiore deperimento fisico, si chiama Colin McFarren, ha la pelle del viso accartocciata e tre figli disoccupati. La moglie è morta lo scorso anno in un incidente stradale. «Vengano gli impomatati signori del governo a fare il mio mestiere per altri dodici anni, se sono in grado, io piuttosto me ne vado in Costa Rica». Guarda fisso la telecamere come se fosse davvero in grado di sfidare il mondo. Una battaglia persa, mentre le assicurazioni private negli ultimi tre anni hanno raddoppiato il giro d’affari. Se oggi per ogni pensionato ci sono quattro lavoratori attivi, la proporzione diventerà uno a tre nei prossimi dieci anni e uno a due entro il 2040. Non basta. Entro il 2030 ci saranno quasi sei milioni in più di uomini oltre la soglia dei 65 anni e per i bambini maschi che nascono in queste ore l’aspettativa di vita è di 89 anni, per le femmine sale a 90, venti in più della media del 1940, quando l’organizzazione pensionistica fu varata. «Numeri che non possiamo ignorare», dice cupo il sottosegretario alle pensioni Steve Webb. «Non basterà mettere un tetto all’immigrazione per riequilbrare i conti». Il servizio sanitario nazionale segnala che già ora, con i tagli del nuovo governo, pensare di assicurare assistenza a tutti è pura utopia, «nel giro di un decennio non saremo in grado di fare fronte alle esigenze della nuova ondata di anziani». Terrore allo stato puro. Nel corso del 2009 la gran Bretagna ha registrato 400 mila neonati, con un boom che non si registrava dal 1973. Mamme giovani, metà immigrate e metà inglesi, certe dei benefici dello stato sociale organizzato dai Labour. Poi c’è stata la rivoluzione di maggio e al posto dello stato sociale è arrivata la Big Society: diamoci una mano a vicenda, ragazzi, perché lo Stato non ce la fa più. E non suona per niente nello stesso modo.