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 2010  agosto 06 Venerdì calendario

Lavori di casa, uomini più bravi delle donne - Sono notizie come questa che noi uomini vorremmo sempre leggere

Lavori di casa, uomini più bravi delle donne - Sono notizie come questa che noi uomini vorremmo sempre leggere. E sono uni­versità come questa, la presti­giosissima e autorevolissima London School of Economi­cs, che vorremmo sempre so­stenere con fondi pubblici e privati, nella speranza un gior­no di iscriverci i nostri figli e i nostri nipoti. Gente serissi­ma, questa del Regno Unito. Gente capace di condurre ri­cerche avanzate e di partorire scoperte davvero rivoluziona­rie. Ma quale penicillina, ma quale telegrafo. Di più. Com­pletamente ribaltato l’unico dogma che il genere umano non ha mai osato discutere. È con sacrosanta commozione che possiamo accogliere lo sconvolgente annuncio: non è lei che tiene in piedi la casa, la famiglia, il mondo. Ci sono le prove scientifiche: è lui. Sì, siamo noi, i maschi accusati da sempre di pensare soltan­to a fare la guerra,a fare l’amo­re e a fare reddito. Poi, una vol­ta a casa, piedi sul tavolo e via a rimorchio della poveretta, questa specie di santa, di eroe e di martire che magari non fa la guerra, ma fa la moglie, l’amante,la madre,la sguatte­ra, la baby-sitter, la cuoca, la governante. Sempre a tempo perso, perché per otto ore la­vora in fabbrica o in ufficio. Basta, è finita. Tutto ciarpame da sottocultura. Leggende e luoghi comuni. Calunnie e dif­famazioni. La ricerca della «London School» spadella ri­sultati indiscutibili: fra le mu­ra di casa, l’uomo si dà molto più da fare della donna, spes­so anche meglio, comunque più e meglio di quanto raccon­ti in giro lei. Lo sappiamo be­ne come ci presentano in pub­blico: una sottospecie di inver­tebrati, amorfi e debosciati, per giunta anche maleodoran­ti perché ci laviamo poco e non cambiamo le calze. Que­sti saremmo noi nelle favole che si tramandano di madre in figlia, con dovizia di partico­l­ari agghiaccianti e di aneddo­ti spaventosi sulla nostra disu­mana propensione a sparge­re briciole sotto al tavolo e a irrorare l’asse del water. Parla la scienza, una volta per tutte. È certificato che loro, quelle con la giornata di 28 ore, divise in occupazioni plu­rime, ci battono soltanto in un esercizio: il lamento. Casual­mente, spiegano gli impareg­giabili ricercatori inglesi, lei tende subito a ridurre l’orario di lavoro o a lasciarlo del tutto non appena si riproduce. Lui, invece, in caso di grandi cam­biamenti, come l’arrivo di un figlio o la perdita del posto, si attrezza subito e moltiplica gli sforzi per portare soldi a casa. «Questi dati - spiega la dotto­ressa Catherine Hakim, e sot­tolineo dottoressa - ribaltano la radicata teoria secondo la quale le donne faticano in mo­do eccessivamente spropor­zionato, tra casa e ufficio, ri­spetto agli uomini. La storica lamentela femminista sugli uomini che non fanno la loro parte tra le mura domestiche è sovvertita dalla realtà: gli uo­mini fanno molto più di quel­lo che ci si aspetterebbe da lo­ro ». Inchinandomi alla rela­zione scientifica, mi permetto di aggiungere soltanto un pic­colo dettaglio: gli uomini lo fanno pure da signori, senza metterla giù dura, senza span­dere in pubblico, con umiltà e discrezione. Vogliamo dire della modestia loro? Basta sentirle quando si confronta­no sui tempi, sui modi, sui compiti, sui ruoli. Sembrano tutte Nembo Kid. Nemmeno il buongusto di lasciarlo dire agli altri. Megalomani. Per rispetto della verità, va ri­portato che sulla memorabile ricerca c’è anche il commen­to di una certa Justine Rober­ts, fondatrice del famoso sito «Mumsnet», dedicato alle mamme: «Per quanto se ne di­ca, sono ancora le madri lavo­rat­rici ad assumersi quasi inte­ramente la responsabilità di mandare avanti la casa e di crescere i figli». Siamo già alle reazioni scom­poste. Schiattano di rabbia, non controllano i nervi. Ma or­mai hanno chiuso. Tramonta il mito della superdonna, co­stretta pure a fare la badante allo smidollato piagnone che la sera torna dal lavoro. La ri­cerca è indiscutibile: confron­tando uomini e donne con un impiego e una famiglia, risul­ta che uomini e donne lavora­no mediamente lo stesso nu­mero di ore. Le cifre conforta­no finalmente la realtà. Nessu­na sorpresa, per noi. È da tem­po che mandiamo avanti la ca­sa almeno al cinquanta e cin­quanta. Quando lei ha riempi­to il frigo, il forno, la lavatrice e la lavastoviglie, noi siamo per­fettamente in grado di far par­tire tutto.