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 2010  agosto 06 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CURZI

Sandro"

Federica Sciarelli "entrata in Rai dopo aver vinto un concorso, cresciuta nel telegiornale di Alessandro Curzi, in piena epoca Telekabul"
(Fulvia Caprara, La Stampa 10/6/2004)

Federisca Sciarelli: "Non ho mai detto a nessuno per chi voto. Ma alla fine il tuo orientamento traspare. Una volta Curzi me lo chiese. Io risposi: il voto è segreto. Ma dicono che mi si legge in faccia che sono di sinistra"
(Claudio Sabelli Fioretti, Corriere della Sera 22/9/2002).

David Sassoli "sono stato 14 anni a Il Giorno, dove ero cronista politico. Poi sandro Curzi mi portò al Tg3, Era il 92 [...]»
(Cristina Taglietti, TvSette n. 9/1997).

Michele Santoro: Al Tg3 c’erano molti giovani interessanti: Giovanni Mantovani, Paola Spinelli, Paola Sensini, un gruppetto di persone volute dal condirettore Curzi.
(Claudio Sabelli Fioretti, Sette 5/6/2003).

Gianni Minà: Da quando sono cambiati i vertici Rai non ho sentito nessuno. Ho tentato di parlare con Curzi, ma non ci sono riuscito. Si vede che la situazione non è mutata.
(Fulvia Caprara, La Stampa 5/2/2007)

Miriam Mafai: Amica inseparabile di Sandro Curzi, lo sostituì con Enzo Siciliano per il breve periodo in cui è stato presidente della Rai».
(Pietrangelo Buttafuoco, Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini 24/10/1998).

Sandro Curzi su Jader Jacobelli: "Era un rappresentante di un’Italia perbene e all’antica nel senso più pulito e semplice dell’espressione. Era un cattolico, aveva le sue idee e le sue posizioni. Ma le sussurrava non per opportunismo ma per doveroso rispetto degli altri. Credeva al servizio pubblico e ci ha creduto fino all’ultimo".
(Paolo Conti, Corriere della Sera 21/3/2005).

«La notte del 13 maggio 1974, la notte del referendum sul divorzio. In via dei Taurini a Roma, nella redazione di "Paese Sera", il grafico Giorgio Forattini è seduto al tavolo e sta mettendo a posto le pagine. Interrompe il suo lavoro e porta un foglio al caporedattore Sandro Curzi. un disegno: una bottiglia di champagne con il tappo che salta. Il tappo ha la faccia di Amintore Fanfani. la prima vignetta che Paese Sera pubblica in prima pagina ed è la consacrazione di Forattini che fino ad allora avevo pubblicato solo qualcosa su "Panorama" e aveva diviso la sua vita tra mille lavori, dall’operaio al direttore di una casa discografica. Lì comincia la sua carriera di editorialista senza parole, come lo chiamavano i tipografi di via dei Taurini.
(Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 12/1/2005)

Pierluigi Diaco «[...] è già stato molte cose: giovanissimo di Azione cattolica nella parrocchia di San Melchiade di Labaro, quartiere della periferia nord di Roma, pupillo di Leoluca Orlando e del gesuita padre Pintacuda ai tempi della rete, figlioccio di Sandro Curzi, di cui raccolse in un libretto gli editoriali su TeleKabul, dj di successo, contraltare progressista di Ambra, mediatore tra il ministro Bianco e il popolo delle discoteche [...]»
(Marco Damilano, Sette n. 25/2000)

E non era la Cancellieri medesima uno dei marchi di fabbrica della Telekabul d’assalto condotta da Sandro Curzi? Sì, era lei.
(Paolo Conti, Corriere della Sera 17/6/2002)

Bianca Berlinguer, esordio a Mixer, poi il Radiocorriere, infine il Tiggitrè di Sandro Curzi, nei giorni della prima guerra del Golfo. Alla scuola di Sandrone (in redazione con Michele Santoro e Corradino Mineo) crebbe con Federica Sciarelli e Giovanna Botteri. Un affetto durato fino alla morte del padre di Telekabul: fu Bianca a condurre la serata speciale, una commozione celata ma visibile. Anche se Curzi ebbe da ridire quando Bianca, nel maggio 2008, accettò di andare in diretta con la scritta "cancellato" sul volto quando il Cda Rai decise di esiliare in terza serata Primo piano per lasciare la seconda a Serena Dandini in un duello tutto a sinistra
(Paolo Conti, Corriere della Sera 1/10/2009).

Tra gli amici che Bertinotti raduna al tavolo ovale della sua sala da pranzo (cucina sempre Lella, specialità panna cotta e torta di semolino) o invita alla trattoria Pallotta per i bucatini all’amatriciana o la scamorza ai ferri, i giornalisti Sandro Curzi, Ritanna Armeni e Rina Gagliardi.
Fonte L’Espresso 08/10/1998

«Quando frequentava ancora il liceo e veniva portato in giro da Sandro Curzi quasi fosse il Bambinello miracoloso dell’Ara Coeli, a molti Pierluigi Diaco sembrava il figlio più riuscito dei Beatles e di Francesco e Rosa Alberoni. Passerà, mi dicevo» (Fulvio Abbate).
Fonte Fulvio Abbate su l’Unità del 23/04/01 a paginba 17.

Michele Santoro, il suo babbo è sceso in campo.
«Il mio babbo non si chiama Sandro Curzi».
Ma come? Telekabul, il papà di Samarcanda?
«No, Samarcanda è stato il simbolo del movimentismo. Sandro era invece un direttore di telegiornale molto attento ai partiti. Cavalcava il nuovo ma aveva cura degli equilibri politici».
Quindi non lo manderebbe al Senato.
«L’avrei votato volentieri se fosse stato candidato in un collegio di Roma».
Ma al Mugello?
«Sceglierei Di Pietro».
(Michele Santoro ad Antonello Caporale).
Fonte Antonello Caporale, La Repubblica, 05/08/1997.

Sandro Curzi, giornalista, 70 anni: "In prima elementare avevo un compagno di banco ebreo. Insieme eravamo i più bravi, il maestro era entusiasta perché eravamo curiosi, non la smettevamo mai di fare domande. Una mattina non lo trovai più accanto a me. Fu il maestro Giuseppe a spiegarmi l’orrendo significato delle leggi razziali".
Maria Grazia Ligato e Giovanni Negri su Io Donna del 18/11/2000 a pagina 57

Querele che si sono scambiati politici, giornalisti, scirttori, nel corso del 2002: Gasparri ha denunciato Formigoni per avergli dato del «fascista», D’Alema Gasparri perhé ha definito l’acquisto della sua ultima barca «un atto di vera spregiudicatezza». Oriana Fallaci ha querelato il "Foglio" di Ferrara e "Liberazione" di Curzi (quest’ultimo per la copertina «Fuck you Fallaci»). Pisanu ha citato il giornalista di "Repubblica" Alberto Statera per l’articolo intitolato «Chizzos, lo Schumacher della lottizzazioneª
Fonte Gabriele Barberis, "Il Giornale" 22/12/2002.

Una trama di fili che Cattaneo avrebbe intessuto a sinistra, prima l’intesa con i rutelliani, poi l’asse con il presidente della Commissione parlamentare (e quasi presidente Rai) Claudio Petruccioli, e poi ancora Curzi, e poi persino Fassino. Del resto, delle nottate romane di Cattaneo con Gigi Marzullo e La Russa si sono perse ormai le tracce e ai cronisti arrivano altre informazioni, di corteggiamenti appunto ai Fabio Fazio, di ore e ore nello studio di Curzi e di incontri privati, nelle "terrazze romane" del cinema di sinistra, con Piero Fassino in persona. [...]»
(Paolo Martini, ཿLa Stampa࿝ 28/7/2005).

Classifica dei direttori di telegiornale con cui ha lavorato in Rai l’onorevole e giornalista Maurizio Bertucci (Forza Italia): «Primo Bruno Vespa, un grande; secondo Nuccio Fava, sempre equilibrato; terzo Sandro Curzi, politicizzato sì, ma anche uno che sa fare tv».
Fonte Antonello Capurso, "Il Foglio" 2/6/2004, pagina 2.

Floriana Bertelli ha cominciato scrivendo di sci sul Corriere dello Sport, poi in tv su Telemontecarlo e al Tg3 di Curzi. [...] Curzi le affidò lo spazio delle 14.30 nel periodo in cui Rosanna Cancellieri conduceva Dove sono i Pirenei.
(Patrizia Carrano, Sette n. 17/1999)

Commento di Maurizio Costanzo su quanto è stato scritto dopo l’annuncio dell’interruzione del suo spettacolo serale: «E’ fantastico leggere necrologi da vivi. Quattro i telegrammi più belli: Adriano Sofri, Piero Chiambretti, Sandro Curzi e Alessandro Bergonzoni».
Fonte Bruno Vespa, Panorama 20/1/2005. pag. 71

Maria Cuffaro in Rai dal 1989, prima alla radio e poi in televisione, con Curzi al Tg3 e quindi con Santoro.
(Valeria Paniccia, ཿSette࿝ n. 10/2001).

Pupo: Sandro Curzi, che poi gentilmente mi ha chiesto scusa, mi definiva "la prova vivente che la Rai era stata svenduta".
Fonte Corriere della Sera 13/10/2005, pag.51 Barbara Palombelli

«Aho, di questo passo finisce che qualcuno arriva pure con la Coca-Cola!»: così venne accolto dai più settari compagni romani il giovane Sandro Curzi che un giorno si era presentato in federazione con un montgomery color sabbia, tipicamente americano.
Fonte La Repubblica 16/11/2005, pag.16 Filippo Ceccarelli

Osservata da un’ottica di «sinistra» sembra una deriva autodissolutoria. Sto parlando del modo con cui l’Unità ha fatto della polemica con Giuliano Ferrara una battaglia ad personam. "Liberazione" ne ha discusso con cauta equidistanza e Ferrara ha scritto al direttore Sandro Curzi non lamentandosi del quotidiano comunista in quanto «l’amicizia o l’inimicizia in politica ha le sue leggi...che non escludono quel minimo di fair play che mi ha sempre legato ai miei avversari. Sopporto tutto, spero che tu e Fausto verrete al mio funerale, ma non vorrei essere commemorato da Tabucchi». Curzi ha augurato «lunga vita all’amico Ferrara».
Fonte Fabio Cavallari Tempi, 23/10/2003

Ottaviano Del Turco, presidente della Regione Abruzzo, ha fatto sapere che, indignato dal caso Di Canio, ha smesso di tifare Lazio per passare all’Inter. Sandro Curzi: «Potremmo non andare allo stadio per qualche domenica ma diventare interista, anche se la parola Internazionale mi sarà sempre cara, è davvero troppo».
Fonte L. Sal. Corriere della Sera 14/12/2005

La miccia l’ha accesa Maria Grazia Bruzzone, giornalista de "La Stampa" nel libro L’avventurosa storia del Tg in Italia, scrivendo che Antonio Ghirelli era stato fatto direttore del Tg2 su segnalazione di Serenella, la segretaria di Craxi. Ghirelli, accusato di essere innamorato anche fisicamente del leader socialista, ha risposto piccato con una lettera al "Foglio", parlando di spazzatura. A questo punto è intervenuto Don Pancrazio, probabile pseudonimo di Sandro Curzi, su "Liberazione". Poche righe, molto carine, che ricordavano per quanto, sostanzialmente, Ghirelli fosse stato un cortigiano di Craxi.
Fonte Claudio Sabelli Fioretti Sette, 4/04/2002

[Clio Napolitano] Amicizie che durano nei decenni. Una, solidissima, con Bruna Bellonzi, moglie di Sandro Curzi. I quattro ex Pci vivono a pochi passi di distanza dal quartiere Monti e le mogli partecipano ancora insieme a riunioni politiche.
(Paolo Conti, ཿCorriere della Sera࿝ 9/5/2006).

Alberto La Volpe giornalista di antico rito socialista. In Rai dal 1979 come cofondatore del Tg3 insieme a Biagio Agnes e a Sandro Curzi.
(Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 10/1/2010).

Così il Cda della Rai al 2 settembre 2006: Claudio Petriccioli (Presidente), Angelo Maria Petroni, Giovanna Bianchi Clerici (in quota Lega Nord), Sandro Curzi (in quota Sinistra radicale), Gennaro Malgeri (in quota An), Nino Rizzo Nervo (in quota Margherita), Carlo Rognoni (in quota Ds), Marco Staderini (in quota Udc), Giuliano Urbani (in quota Forza Italia). Direttore generale: Claudio Cappon
Fonte La Stampa 2/9/2006

Vi ho raccontato di quando ho cantato al Festival di Sanremo? So di dare una grossa delusione agli affezionati al mio santino snob, ma sono stata una ragazzotta anch’io, e ho i miei scheletri nellཿarmadio. Uno di questi scheletri è Sanremo 1995, edizione condotta da indovinate chi un certo Giuseppe Baudo detto Pippo, uno che poi non si è più visto, chissà che fine ha fatto. A dirla tutta, non è che sia stata invitata a Sanremo per le mie qualità canore, ma perché Sabina Guzzanti e David Riondino avevano deciso di partecipare con un brano, intitolato Troppo sole, che prevedeva un coro di amici loro sciamannati, malamente travestiti da indiani e ribattezzati la Riserva Indiana. Una cosa piuttosto sgangherata ma, per noi del coro completamente deresponsabilizzati, piuttosto divertente. Tutto quello che dovevamo fare era calare sul palco dell’Ariston dietro a David e Sabina e a un certo punto intonare il ritornello «Troppo sole, troppo solo, troppo sole per te», o qualcosa del genere. Il gruppo degli indiani era così composto: Sandro Curzi, Mario Capanna, Antonio Ricci, Nichi Vendola, Remo Remotti, Bruno Voglino e un po’ di amici di David o di Sabina come Orietta De Rossi, Stefano Carati e me, che in quel periodo conducevo su Canale 5 un programma di libri insieme a David intitolato A tutto volume.
Fonte Vanity Fair 08/03/2007, pag.20 Daria Bignardi

Ci sono direttori di testate unioniste che ormai vivono negli studi tivù. L’indecenza è arrivata al punto che Sandro Curzi, intervistato da Aldo Cazzullo per il "Corriere della sera", ha accusato il Tg3 di essere "schiacciato sui Ds, o meglio sulla segreteria Ds".
Fonte L’Espresso 05/04/2007, pag.67 Giampaolo Pansa

La Rai di Sandro Curzi e Michele Santoro gli spalancò le porte di Samarcanda e lui tiranneggiò per mesi e mesi contro Calogero Mannino, contro Totò Cuffaro, contro tutti i suoi ex compagni della Democrazia cristiana.
Fonte Il Foglio 11/05/2007, pag.I Giuseppe Sottile

Mino Fuccillo, genero prediletto di Sandro Curzi (da cui il nomignolo Galeazzo Ciano, essendo Kojak un sosia di Mussolini)
(P. B., Il ཿFoglio࿝ 21/10/1998).

Sostiene il consigliere Sandro Curzi, area Rifondazione: «Come dirigente sono felice per gli ascolti. Ho apprezzato molto la capacità di argomentare di Rosy Bindi, Giovanni Salvi e Oliviero Diliberto. Ma bisogna stare attenti a non usare la tv come una ghigliottina. Non mi piace il clima che si crea quando le teste stanno per cadere. Né mi sono piaciute le battute sul vecchio Pci... Su Mastella si può mostrare un’inchiesta, svelare uno scoop. Ma una cosa, la faccia del capro espiatorio in primo piano, non si era mai vista. Avrei detto la stessa cosa fosse capitato a Ignazio La Russa. Ho cercato Floris per manifestargli le mie perplessità ma non l’ho trovato».
Fonte P.Co., Corriere della Sera 27/9/2007

Il titolo di ieri di Liberazione:
«Emergenza crimini? Un imbroglio. Lo dice il Viminale». E giù un editoriale, e poi dati, statistiche, per denunciare una campagna «basata sulla menzogna e la xenofobia». Poi però c’è la voce di Sandro Curzi, consigliere d’amministrazione Rai in quota Rifondazione ed ex direttore del Tg3 ai tempi di Telekabul e di Liberazione. «Xenofobia? Sansonetti dice questo? Sono appena tornato dai funerali della signora Reggiani, aggredita e uccisa da... e io, fossi in Piero, starei attento a non cogliere le richieste di sicurezza della gente comune». Lei, Curzi è piuttosto... «In imbarazzo. Perché fui io a dire a Bertinotti che Sansonetti era la persona giusta per succedermi alla guida di Liberazione... Purtroppo, devo rilevare che, con certi atteggiamenti massimalisti, Piero fa una cortesia a Berlusconi e un torto a Veltroni».
Fonte Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 4/11/2007

Maurizio Gasparri (An) chiede a Cappon, di «ridurre almeno gli stipendi dei manager a cominciare dal suo»: all’incirca 650 mila euro l’anno, contro i 300 mila del presidente Petruccioli e i 60 mila dei consiglieri. Condivide il tetto Silvana Mura (Idv).
Un grido accorato d’allarme contro la norma si leva dall’azienda. Per il consigliere Sandro Curzi «sarebbe una legge bellissima se valesse per tutti: Rai, Mediaset, Fiat, etc. Ma o il tetto agli ingaggi vale per tutti o la Rai si "dissolve". Come voleva Licio Gelli al terzo punto del suo programma». E a chi chiede di togliere il canone alla Rai Curzi replica: «D’accordo, ma allora togliamole anche il tetto pubblicitario e tutti gli impegni di servizio pubblico: sedi regionali e Rai Parlamento incluse».
Fonte, La Stampa, 6/11/2007

Bruno Vespa: Fosse per Nino Rizzo Nervo e Sandro Curzi, Porta a Porta avrebbe già chiuso. Da 1 a 10 quanto li odia? «Io non odio nessuno. Poi di Sandro mi considero un vecchio amico. Sono su posizioni diverse, però credo che anche loro apprezzino certi risultati»
Fonte Libero 14 marzo 2008, BARBARA ROMANO

Il necrologio bipolare che Letta ha dedicato a Sandro Curzi «un combattente, un amico, un avversario. Se ti batte non ti meravigli perché ne riconosci il valore. Ma quando ti capita di infilarlo, allora la soddisfazione è maggiore. Un esempio di come si possa rimanere coerenti e aperti, fedeli ai propri principi senza disconoscere quelli degli altri».
Fonte Marco Ferrante, Il Riformista 29/11/2008, pagina 2

Curzi Dopo 14 anni il cancro ha ucciso Sandro Curzi, il marxista borghese che aveva inventato il Tg3 (detto ai suoi tempi Telekabul), stava ancora nel consiglio dཿamministrazione della Rai, sཿera iscritto al Pci a 14 anni e aveva diretto il quotidiano Liberazione allཿepoca di Bertinotti. Era andato alla manifestazione del 25 ottobre in sedia a rotelle e giovedì, per telefono, alternando cornetta e bocchettone dellཿossigeno, aveva approvato con entusiasmo la scelta di Zavoli alla presidenza della commissione parlamentare (vedi sopra). Aveva 78 anni.
Frammento 165113

Ma nonostante ciò i tentativi di licenziamento di Agostino Saccà sono andati avanti. Lo salvarono lཿallora consigliere Sandro Curzi e quegli uomini del cda più in linea con il Pdl, nonostante i «fendenti» che alti e altri dirigenti provavano ad indirizzargli.
Fonte Paolo Festuccia, la Stampa 26/02/2009

Nino Rizzo Nervo, confermato dal Pd, si era trasferito già da qualche settimana nella stanza del consigliere anziano appartenuta a Sandro Curzi.
Fonte Goffredo De Marchis, la Repubblica 3/4/2009

Fassino: "Era il giorno del Comitato centrale convocato due settimane dopo la svolta di Occhetto alla Bolognina. lo ero in segreteria e responsabile dell’organizzazione. Davanti a Botteghe Oscure c’erano un centinaio di compagni che contestavano. lo fui mandato giù per affrontarli". E li fece entrare? "Sì, ci riunimmo nella saletta del sotterraneo. Fu una discussione calda, dura, aspra. Un militante mi attaccò: «Dici questo perché ci credi veramente o perché ti pagano». Risposi altrettanto provocatoriamente: «Naturalmente perché mi pagano». C’era anche Curzi: venne a manifestarmi la sua ammirazione per come avevo tenuto testa ai contestatori."
Fonte Fabrizio D’Esposito, il Riformista 22/4/2009

Bianca Berlinguer ha imparato prima da Minoli, nella redazione di Mixer (era l´85), e poi da Sandro Curzi, da lei definito «trascinante».
Fonte Alessandra Longo, la Repubblica 2/10/2009

Obelischi. L’obelisco del Foro Italico a Roma, su cui giganteggia ancora la scritta "Mussolini Dux". Nel ’44, quando a Roma entrarono gli americani, raccontava Sandro Curzi che lui e i suoi compagni minarono il monumento per abbatterlo, ma furono fermati da un comunista anziano: l’obelisco apparteneva al popolo.
Fonte Aldo Cazzullo, L’Italia de noantri, Mondadori, 2009, 176 pagine, 18 euro.

Antonio Ghirindelli, ex direttore del Tg2: "Alla scadenza del primo anno, mi cacciarono, mandandomi in pensione con una liquidazione da dattilografo, ma io fui egualmente soddisfatto perché avevo fatto un’esperienza indimenticabile ed ero diventato amico del Direttore Generale Biagio Agnes e del Direttore del TG3, un terribile comunista, Sandro Curzi, che mi dedicò una cordialissima intervista di congedo. Perché eravamo lottizzati e divisi da divergenze politicoideologiche inconciliabili, ma non era come adesso, non ci odiavamo, né ci passava per la mente di insultarci o di insinuare - in base ad intercettazioni telefoniche allora, se Dio vuole, inesistenti - chissà quali nefandezze".
Fonte Antonio Ghirindelli, Il tempo 16/3/2010

Corradino Mineo, Sandro Curzi (suo grande amico, scrissero insieme "Giù le mani dalla tv", Sperling & Kupfer, 1994). Il marchio politico "der tiggì della gggente" (mitico Curzi) lo ha segnato nel cuore e nello stile.
Fonte Paolo Conti, Corriere della Sera 25/3/2010.

La situazione precarissima di Liberazione , che ha già tagliato la foliazione, e ha dovuto mettere in solidarietà tutti i suoi dipendenti. Le vendite sono passate dalle 16 mila copie dell’era Curzi alle 4800 attuali.
Fonte Luca Telese, il Fatto Quotidiano 10/4/2010;

Il libro di memorie di papà Alcide Cervi, I miei sette figli, redatto dal giornalista dellཿUnità Renato Nicolai, anche in base «alle direttive della Commissione stampa e propaganda» del Partito Comunista (la testimonianza in proposito di Sandro Curzi, che ne faceva parte, è illuminante). Il libro vendette più di un milione di copie, fu per decenni un bestseller e costituì uno dei pilastri della cultura popolare comunista.
Fonte Antonio Socci, Libero 20/4/2010

La storia di Diaco è la storia esemplare di una resistibile ascesa sociale nel demi-monde della tv romana, cominciata prestissimo con una raccolta devozionale degli interventi di Sandro Curzi (non è il solo danno combinato da quel vanitosone, pace all’anima sua) e proseguita poi con serrati corteggiamenti ai Veltroni e ai Fassino ma anche ai Belpietro, ai Costanzo, alle De Filippi.
Fonte Aldo Grasso, Corriere della Sera 18/06/2010

Giordano Bruno Guerri: «Talebani come Franco Cardini, che ormai è diventato musulmano. Come Fede. Paolo Guzzanti è un talebano assoluto. Sono talebani molti direttori di giornali come Curzi. Un caso curioso è Furio Colombo. A New York ci frequentavamo molto. Era duttile, colto, amava le sfumature. E adesso me lo ritrovo talebano».
Fonte: Claudio Sabelli Fioretti Corriere della Sera magazine, 13/05/2004