Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri mattina verso le 8 un ucraino di 25 anni che vive a Milano e di nome fa Oleg Fedchenko, è apparso a un tratto in viale Abruzzi e, all’altezza della vetrina del Monte dei Paschi di Siena, s’è parato innanzi a una donna filippina di anni 41, che camminava in senso opposto, prima strappandole la borsetta, poi stringendola contro il muro e pigliandola a cazzotti in faccia, con una violenza tale che lei ne ha avuto le ossa del viso sfondate, e lui le mani fratturate. Nessuno ha avuto il coraggio di intervenire, ma a un certo punto è passata per caso un’ambulanza e ne sono scesi gli infermieri che si sono precipitati sulla donna per soccorrerla, con questo disturbando l’aggressore. Alla signora filippina s’era fermato il cuore. Intanto per terra, tra i civici 64 e 66, c’era una striscia di sangue lunga dieci metri. Sono poi arrivate tre volanti. Per prendere Fedchenko e ficcarlo in macchina ci sono voluti otto uomini, alcuni dei quali sono rimasti anche contusi. L’ucraino non intendeva ragioni, ha scalciato, ha puntato i piedi contro l’automobile, gridando nella sua lingua. Al Fatebenefratelli è stato poi certificato il decesso della signora, il cui nome non è stato fornito per intero. Si chiamava Enlou A.
• Un pazzo?
I testimoni hanno raccontato che all’arrivo degli agenti Oleg s’è messo in posa da pugile. Espinosa Jesus, ecuadoriana di 50 anni e portiera nello stabile al civico 66: «Prima l’ha tirata per la borsa, poi l’ha spinta contro il muro e l’ha picchiata con calci e pugni. Lei stava camminando sul marciapiede verso piazzale Loreto». Una signora che abita al civico 66, singhiozzando: «Ho visto anche troppo. Ho sentito urlare “la sta ammazzando!” e ho visto lui sopra di lei stesa a terra nel sangue che continuava a colpirla. La stava finendo e nessuno che interveniva”. Un altro teste ha detto che l’assassino era coperto di sangue fino ai gomiti. La polizia è stata chiamata dalla madre quando Oleg è uscito di casa. «Mio figlio è stato lasciato dalla sua ragazza e sono due giorni che è fuori controllo. Adesso è uscito di casa e ho paura che voglia uccidere qualcuno». Questa fidanzata, una bella ragazza bionda di vent’anni, ha detto: «Eravamo in crisi, ma non c’eravamo lasciati». Giovedì sera i due s’erano parlati al telefono e avevano concordato di uscire insieme ieri mattina per fare una gita al Delfinario di Genova. Oleg però non s’è presentato, lei lo ha cercato al telefono e alla fine ha saputo quello che era successo. Come sempre in questi casi, non riusciva a crederci. Lui in passato ha fatto il muratore e il buttafuori nei locali notturni. Ha sofferto di depressione. Ha precedenti per un piccolo furto. In casa sua è stato trovato uno storditore elettrico e un grosso coltello da caccia.
• Che cos’è uno storditore elettrico?
È un apparecchietto, delle dimensioni di un telefonino, che emette scariche in genere da duemila volt. Rivolte a un aggressore, gli fanno male, ma senza ucciderlo. È un’arma che soprattutto le donne adoperano per guardarsi da brutti incontri. Non capisco che cosa se ne facesse Fedchenko, un ragazzo molto forte tesserato come pugile.
• Non sarà proprio questo fatto che faceva il pugile all’origine di tanta violenza?
Guardi, respingo fermissimamente questa tesi di cui ho già letto su qualche blog in internet. Tipi a cui piace menar le mani ricevono in palestra le lezioni necessarie per non profittare poi della loro forza. La boxe è disciplina, autocontrollo e, come sempre nello sport vero, riconoscimento dell’avversario. Ci sono tante storie di amicizie commoventi tra boxeur che se le sono date sul ring. Le cito solo il caso, esemplare, di Benvenuti e di Griffith. Quanto a Fedchenko, sono andato a controllare, la Fpi lo ha registrato come un senior III serie di 75 chili, matricola 39464. Mai disputato neanche un incontro.
• Ma se l’ucraino era un tipo a rischio, non sarebbe stato meglio segnalarlo, oppure tenerlo a bada, o anche non insegnargli a colpire?
Fedchenko faceva capo all’Associazione Sportiva Doria Team di via Pietro Mascagni. Abbiamo telefonato senza ricevere risposta. La polizia li interrogherà certamente sull’assassino di ieri per sapere qualcosa in più della sua personalità. La mia idea è che tipi così dovrebbero addirittura essere portati in palestra in modo da ricevere l’educazione necessaria non solo a sviluppare corpo e forza fisica, ma anche a maturare una tempra morale e addirittura spirituale.
• Che notizie abbiamo della povera filippina?
Una storia tremenda. Sposata con due figli, faceva la domestica. Aveva accompagnato uno dei suoi due ragazzi in piscina e stava andando a lavorare. Permesso regolare, come del resto quello di Oleg. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/8/2010]
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