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 2010  agosto 07 Sabato calendario

Lanza attacca: «Bonolis mi ha pugnalato» - E Ciao Darwin provocò la lite. Non fra le categorie di concorrenti (che peraltro non se le mandano cer­to a dire) ma fra Cesare Lanza e Pao­lo Bonolis

Lanza attacca: «Bonolis mi ha pugnalato» - E Ciao Darwin provocò la lite. Non fra le categorie di concorrenti (che peraltro non se le mandano cer­to a dire) ma fra Cesare Lanza e Pao­lo Bonolis. Lanza è partito all’attac­co accusando il conduttore di aver­lo cacciato dal team di autori del for­tunato programma di Canale 5, no­nostante il contratto prevedesse al­tri due anni di collaborazione a tutti i programmi di Bonolis. «Già nel 2008 Bonolis mia ha lasciato fuori da Ciao Darwin senza dare alcuna spiegazione - ci dice Lanza - sarà perché io sono un calabrese orgo­glioso, sarà perché sono un profes­sionista, me la sono presa. Così lui mi ha chiesto scusa, ha detto che ci teneva alla mia collaborazione an­che per questioni di immagini, ma poi l’anno scorso vengo a sapere di essere stato escluso dai suoi collabo­ratori. Allora mi sono sentito davve­ro tradito. Si possono fare dei con­tratti e rescinderli, oppure aspetta­re la scadenza e separarsi da amici, ma così, quasi di nascosto, non è cer­to una bella cosa. Questa polemica è una questione di lealtà e di princi­pio ». Lanza era già andato giù pesante in un’intervista a Sette dicendo:«Bo­nolis mi può anche considerare ri­c­onglionito ma una persona per be­ne rispetterebbe un contratto, si ren­derebbe conto del danno che fa a una persona. Io vivevo felicemente alla Rai, sono stati loro a cercarmi, Paolo Bonolis e Lucio Presta. Io re­sto un brontolone romantico. Vedo, capisco, so ma mi lascio fottere dai sentimenti. Da Bonolis ho avuto una delusione terribile, mi sento fe­rito ma lo assolvo per non aver com­preso il fatto. È un bamboccio che non si rende conto di quello che fa. Cosa vuol dire tradire un amico, non rispettare i contratti, la parola data. Lui in scena è un genio, ma nel­la vita è un infelice. È un bambino immaturo, viziato, senza valori di ri­ferimento ». Insomma Lanza non si da pace e chiede spiegazioni sul suo allontanamento. Bonolis se n’è stato zitto e buono per un bel po’, poi ieri ha replicato sulle frequenze di Radio Sei, la radio dei tifosi della Lazio (lui accanito in­­terista) sparando:«Se un giorno sen­tirò l’esigenza di rispondergli lo farò personalmente o per telefono. Ha detto cose talmente pesanti che ri­sultano evidentemente non vere. Se vuol delirare lo faccia pure. Eviden­temente a Cesare son successe cose che non so e ha avuto la necessità di costruirsi altre cose nella mente per rimettere a posto qualche frana esi­stenziale. Ho lavorato sette anni con lui.L’interruzione di un rappor­to di lavoro ci sta, però è insensato che si reagisca così. Quello che è suc­cesso è strano e mi spiace ma non mi ha rovinato niente. Quello che aveva qualcosa che non va è lui ma spero che ora stia meglio». Immediatamente dopo la contro­replica di Lanza: «Al di là della diatri­ba, il nodo cruciale è che io mi senti­vo legato a Paolo e a Lucio Presta da una forte e, capisco adesso, irragio­nevole amicizia. Paolo si è infischia­to di un contratto e il bello è che era stato lui a cercarmi (io lavoravo sere­namente alla Rai, neanche lo cono­scevo). Parla di delirio e frana esi­stenziale. Neanche si rende conto (almeno spero) dei danni che può procurare mettendo in circolo insi­nuazioni di questo perfido genere. È una bassezza, una calunnia: non ho i suoi conclamati miliardi, non li desidero ma devo lavorare».