Marino Smiderle, il Giornale 7/8/2010, pagina 12, 7 agosto 2010
Dolomiti col ticket: c’è pure la tassa sul pic-nic - Ma allora ditelo. Dite che volete tener lontani i turisti fai-da-te dalle splendide Dolomiti e che avete intenzione di trasformarle in residence a pagamento
Dolomiti col ticket: c’è pure la tassa sul pic-nic - Ma allora ditelo. Dite che volete tener lontani i turisti fai-da-te dalle splendide Dolomiti e che avete intenzione di trasformarle in residence a pagamento. Ditelo con una certa chiarezza, magari mettendo bene in evidenza le tariffe applicate, così almeno gli illusi amanti della montagna gratis eviteranno con cura di lamentarsi per i prezzi di sdraio e ombrelloni della non lontana concorrenza adriatica. La polemica va avanti da anni. Da quando è stato deciso, per razionalizzare, o scoraggiare, il traffico e la sosta, di introdurre pedaggi salati un po’ ovunque. Ma l’ultima goccia, quella che ha fatto traboccare il vaso della pazienza degli appassionati, è stata l’idea di una tassa sui pic-nic lanciata dal sindaco di Calalzo, Luca De Carlo: dai 5 ai 10 euro per usare tavoli campestri e barbecue. Pochi euro, per carità, non è questo il punto. Quanto basta, però, per dichiarare guerra al turismo mordi e fuggi: «Un turismo di rapina -sostiene- di cui la montagna non ha più bisogno». «L’epoca del tutto gratis deve finire - è la motivazione di De Carlo- lascia traffico e rifiuti e non fa differenza in redditività: alle nostre Dolomiti non serve». Si sa, avventurarsi ad agosto per queste strade panoramiche è un incubo. Le code sono interminabili e le cartoline che si ammirano dal finestrino non bastano a calmare automobilisti e residenti. Tanto vale dissuadere i turisti giornalieri, «quelli che arrivano al mattino e si fermano fino a sera, approfittando dei nostri punti fuoco, trovando tutto gratis e lasciando al territorio solo i loro rifiuti al momento di andarsene. Sulle spiagge venete si spendono decine di euro per ombrelloni e lettini, si pagano parcheggi e bar. Dalla montagna invece si pretende che tutto sia gratuito». Tutto gratuito? Già, la tradizione montanara vorrebbe fosse così, ma in Cadore è stata smontata da tempo. Volete fare un giro alle Tre Cime di Lavaredo? I depliant turistici sono parchi di dettagli sulle tariffe applicate. Sì, perché per arrivare al rifugio Auronzo occorre pagare un primo pedaggio da 20 euro per le auto, che si riducono a 18 se avete la moto ma salgono a 30 se siete camperisti. Per arrivare fino a 90 euro per i pullman.Resta l’opzione/bicicletta, ma dovete avere fiato e gambe. Non bastano invece neanche fiato e gambe per l’ascensione al Monte Piana, sede di uno straordinario museo storico all’aperto della Grande Guerra: lì c’è proprio il divieto di passaggio per le due ruote. Per arrivarci occorre prima svenarsi per il parcheggio e poi sborsare 5 euro a testa per ottenere un passaggio sulla jeep- navetta, se decidete di tornare a piedi, oppure 8 euro se optate per l’andata e ritorno. Più o meno le tariffe adottate, a titolo di pedaggio/parcheggio, per attraversare la stupenda val Genova. Inutile cercare di discutere con icasellanti di montagna, che ricordano tanto il gabelliere del film Non ci resta che piangere , dove a Troisi e a Benigni veniva sistematicamente chiesto un fiorino ad ogni passaggio. Per cercare di ridurre al minimo le spese cadorine converrebbe consultare il vademecum ad hoc predisposto da Patrizio Roversi e Syusy Blady, idue coniugi turisti per caso, i quali avvisano che se deciderete di entrare al rifugio Auronzo per mangiare i vostri panini dovrete pagare una tassa di tre euro. Sempre meglio che ordinare dal menu della casa un piatto di polenta e capriolo. «Costa come l’uranio», avvertono. Chi vive da quelle parti, però, sta dalla parte del sindaco di Calalzo. A cui dà manforte il primo cittadino di Cortina, Andrea Franceschi: «Il nostro territorio - sostiene - è preso d’assalto, soprattutto in particolari periodi dell’anno, anche da chi lascia molto poco. Condivido l’idea di aprire una discussione sul caso perché sarebbe corretto che i costi venissero assorbiti da chi utilizza le strutture».