Cheo Condina, Plus24 7/8/2010;, 7 agosto 2010
ARMSTRONG RADDOPPIA I RICAVI
Più del 23esimo posto in un Tour de France sotto il fuoco incrociato delle accuse di doping (che rischiano di portarlo davanti alla Corte federale di Los Angeles), per Lance Armstrong conta il numero che, a fine 2009, la sua Fondazione anti- cancro ha iscritto nella casella ricavi: 49,6 milioni di dollari. Quasi il doppio rispetto ai 27,2 milioni del 2008. «Torno per tenere alta l’attenzione sulla lotta ai tumori» aveva dichiarato il sette volte vincitore del Giro di Francia, quando era rimontato in sella a fine 2008, dopo tre anni sabbatici. E la sua scommessa l’ha vinta: i ricavi della Lance Armstrong Foundation (alias Livestrong) sono a un passo dai 52,4 milioni del 2005 mentre gli asset hanno toccato i massimi storici (79,56 milioni). Una mano l’ha data anche il rally delle Borse: il valore degli investimenti nei fondi Tiff Multi Asset (che ha un peso azionario del 51% e ha chiuso il 2009 con una performance del 28,7%) e Short Term, è salito a 37,25 milioni contro i 29,8 del 2008. Allo stesso tempo, tuttavia, sono aumentate anche le donazioni (da 9,3 a 11 milioni), gli introiti da merchandising (da 5,1 a 7,3 milioni) e da royalties
(da 12,9 a 14,3 milioni). Ma al di là della Fondazione, che dal 2002 ad oggi ha raccolto qualcosa come 325 milioni di dollari, il ritorno di Armstrong alle corse ha ridato vigore all’intera galassia di aziende che ruotano alla sua icona.
Qualche esempio? Oakley , controllata americana di Luxottica ,
ha venduto 250mila occhiali da sole con marchio Livestrong incassando 40 milioni di dollari. La Fondazione, che aveva diritto a 20 dollari per ogni paio, ha avuto 5 milioni. Un affarone per tutti e due. Stesso discorso per Nike ,
partner di lunga data di Armstrong, che nel 2008 ha lanciato una linea di abbigliamento sportivo con marchio Livestrong. Alleanza che, grazie soprattutto al braccialetto giallo da 1 dollaro (ne sono stati venduti 70 milioni), ha fruttato alla Fondazione oltre 80 milioni di dollari. Radioshack ,
colosso texano della vendita online di elettronica di consumo e quest’anno sponsor della squadra di Armstrong al Tour, nel secondo trimestre 2010 ha sfondato quota 1 miliardo di fatturato. «La partnership con Livestrong ha trasformato l’immagine del
brand
agli occhi dei clienti» ha sottolineato il presidente Julian Day. Ironia della sorte, proprio gli sponsor, fino ad oggi delizia del ciclista americano, potrebbero ora rivelarsi la sua croce. Dopo le ripetute accuse di doping che gli ha mosso l’ex compagno di squadra Floyd Landis, Armstrong è stato in giudizio davanti alla Corte di Los Angeles. L’accusa? Avere violato contratti di sponsorizzazione in cui si impegnava a non asssumere sostanze proibite. Una frode bella e buona, secondo Jeffrey Tillotson, avvocato della Sca Promotions, gigante Usa delle sponsorizzazioni che nel 2004, sempre citando accuse di doping, si rifiutò di pagare un premio pattuito di 5 milioni di dollari allo stesso Armstrong. Solo menzogne, secondo il texano. E la battaglia giudiziaria si annuncia infuocata.