Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  agosto 07 Sabato calendario

SARÀ LUI IL KILLER DEI LIBRI?

Fino a poco tempo fa Andrew Wylie, il veterano degli agenti letterari, che per la feroce determinazione con cui si accaparra i clienti e difende i loro interessi si è guadagnato il nomignolo di “Sciacallo”, aveva poco tempo da dedicare ai lettori di libri elettronici. Quando gli hanno chiesto cosa pensava dell’iPad, la tavoletta destinata a rivoluzionare il futuro dell’editoria, ha risposto: “L’ho usata per un’ora e mezza e poi è finita in un cassetto”. Ma a prescindere dalla sua personale opinione, Wylie ha deciso di entrare a vele spiegate nel nuovo mondo dei libri virtuali – attirandosi le amare critiche di alcuni dei più grandi editori del mondo e avviando le pratiche per la sepoltura di 500 anni di storia dell’editoria. La ragione? Un accordo tra il potente agente letterario americano e Amazon per vendere la versione elettronica delle opere di una nutrita colonia di superstar della letteratura. Con un nuovo marchio digitale, Odyssey Editions, Wylie ha deciso di commercializzare esclusivamente tramite Ama zon.com , venti classici contemporanei tra cui I figli della mezzanotte di Salman Rushdie e Territori londinesi di Martin Amis e, così facendo, ha escluso da una fonte di reddito potenzialmente considerevole gli originari editori già duramente colpiti dalla crisi economica. L’esplosione di un così aspro conflitto nel mondo normalmente tranquillo e sonnolento dei libri ha indotto molti a definire l’ultima iniziativa di Wylie “un accordo assolutamente sciagurato” e “molto deludente”.
Wylie, la cui scuderia di 700 scrittori, che vanno da Chinua Achebe a Norman Mailer, fa di lui uno dei personaggi più influenti del panorama editoriale, sta sfruttando il fatto che molti scrittori hanno sottoscritto contratti con gli editori diversi anni prima dell’avvento dell’e-book e ora quindi sono assolutamente liberi di negoziare accordi separati per l’edizione elettronica dei loro libri.
Con la volontà di ferro e le capacità professionali che gli hanno permesso di sottrarre ai loro precedenti agenti autori quali Amis che poteva vantare compensi di tutto rispetto, Wylie ha detto che intende semplicemente offrire alla platea dei lettori di libri elettronici la possibilità di leggere i capolavori di scrittori quali William Borroughs e Vladimir Nabokov.
Capolavori
digitali
ANDREW WYLIE ha dichiarato: “Con la crescita del mercato dell’e-book desidero che i lettori abbiano accesso alla versione elettronica dei capolavori della letteratura moderna di tutto il mondo. Il mio programma editoriale ha lo scopo di soddisfare tale esigenza e intende contribuire a far sì che i lettori di e-book possano crearsi una biblioteca digitale di letteratura moderna”. La reazione delle principali case editrici è stata durissima. In un momento in cui nella sola Gran Bretagna si sono vendute 73 milioni di copie in meno di libri e gli utili sono rimasti fermi a 3 miliardi di sterline, qualunque riduzione di ricavi derivante dai titoli di autori affermati che non hanno praticamente bisogno di promozione né di pubblicità, è un colpo molto duro. Victoria Barnsley, responsabile di HarperCollins in Gran Bretagna, titolare dei diritti su tre delle opere che figurano nella lista della Odyssey, ha detto: “HarperCollins tutelerà in tutte le maniere i suoi diritti e gli interessi degli scrittori garantendo al loro lavoro il massimo del successo editoriale. In questa faccenda c’è un solo vincitore: Amazon”. Random House, che la settimana scorsa ha annunciato la rottura di tutti i rapporti con l’agenzia di Wylie bloccando tutti i possibili accordi nel settore digitale, ha detto di aver inviato ad Amazon una lettera conlaqualecontestavailsuodiritto di “vendere legalmente questi titoli” e ha aggiunto di essere ora “in trattativa” con i di-conflitto si è inasprito lo scorso dicembre quando Marcus Dohle, responsabile di Random House in Germania, ha inviatoagliagentiletterariunalettera con la quale ribadiva che, a suo giudizio, i vecchi contratti continuavano a garantire alla casa editrice “il diritto in esclusiva di pubblicare la versione elettronica dei titoli presenti nel loro catalogo”.
In America le vendite di libri digitali nei primi cinque mesi dell’anno in corso sono aumentate dell’8,5% (un dato destinato ad aumentare dopo il lancio dell’iPad della Apple) e i ricavi derivanti dai prodotti digitali rigenti di Amazon per cercare di trovare una soluzione.
In una dichiarazione Random Househadettocheladecisione di Wylie di concludere un contratto in esclusiva con Amazon “è una minaccia per i nostri impegni e per gli investimenti a lungoterminesuinostriscrittori e di fatto trasforma l’agenzia di Wylie in un nostro concorrente”. Lo stallo letterario è l’ultima scaramuccia di una guerra sempre più cruenta tra autori e agenti, da un lato, ed editori, dall’altro, per accaparrarsi la fetta più sostanziosa del crescente mercato dell’e-book. Il sono cresciuti del 20% nella sola Gran Bretagna arrivando a toccare nel 2009 la cifra di 150 milioni di sterline.
Nuovi diritti
per gli autori?
SEBBENE negli Stati Uniti gli e-bookrappresentinoappenail 6% dell’intero mercato librario e i best-seller producano in Gran Bretagna ricavi pari ad appena 5 milioni di sterline in quanto l’80% delle vendite digitali riguardano la saggistica universitaria e l’editoria specializzata, la settimana scorsa Amazon ha reso noto che per la prima volta in America le vendite di libri destinati al lettore digitale Kindle hanno superato le vendite di libri tradizionali in hard cover.
Molti e-book vengono venduti con fortissimi sconti, ma un grave motivo di attrito tra autori ed editori è quello dei diritti. Agenti e scrittori sostengono che in conseguenza del fatto che non vi sono costi di stampa e che i costi di distribuzione sono trascurabili, i diritti dovrebbero essere come minimo del 25% e talvolta anche del 50% mentre molte case editrici sono restie a superare la soglia del 20%.
Al momento l’impressione è che il vento spiri a favore degli autori. Stephen King ha distribuito il suo ultimo lavoro, Blockade Billy, in formato elettronico un mese prima dell’uscita nelle librerie in hard cover, mentre il popolare scrittore giapponese Ryu Murakami ha intenzione di pubblicare direttamente sull’iPadilsuoprossimoromanzo. C’è però chi diffida ancora dell’e-book come strumento idoneoadallargareilmercatolibrario. Kate Pool, vicesegretaria dell’Associazione Autori, ha detto: “La maggior parte degli scrittoriaccolgonoconpiacere qualunque novità capace di allargare la platea dei loro lettori. Ma il fatto che un libro sia pubblicato con una tecnologia diversa non significa necessariamente che la gente farà la fila per comprarlo. Nessuno sa con certezza quale sarà l’andamento del mercato digitale...”. Avendo ormai lanciato la sua sfida futuristica nel mondo dei parrucconi della letteratura, l’eminenza grigia del mondo editoriale ha deciso di chiudersi in un dignitoso riserbo e di non rilasciare altre dichiarazioni. Un portavoce di Andrew Wylie ha detto: “Nonèincittàe si è preso un periodo di ferie”.