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 2010  agosto 07 Sabato calendario

La verità sul riformismo di Riccardo Lombardi - Ho letto con un certo stupore l’arti­colo di Giuseppe Bedeschi «Così Craxi cancellò il massimalismo cialtrone», dove Riccardo Lombar­di viene annoverato tra i cultori del massimalismo che sarebbe stato debellato negli anni ’80 da Bettino Craxi

La verità sul riformismo di Riccardo Lombardi - Ho letto con un certo stupore l’arti­colo di Giuseppe Bedeschi «Così Craxi cancellò il massimalismo cialtrone», dove Riccardo Lombar­di viene annoverato tra i cultori del massimalismo che sarebbe stato debellato negli anni ’80 da Bettino Craxi. Orbene, mettere Lombardi, che fu il primo a invocare e pratica­re la cultura dell’autonomia e del­l’identità socialista quando nel 1948 l’intero gruppo dirigente del Psi stravedeva per il Fronte Popola­re con il Pci, sotto l’effetto della ubriacatura per il mito di Stalin e dell’Urss, tra i massimalisti non ri­sponde a verità. Ben prima di Nen­ni (che vinceva i Premi Stalin), di Pertini (che inviava a Stalin mes­saggi di compiacimento) e di Mo­randi (che riteneva l’Urss lo Stato­guida della rivoluzione), Lombar­di da «acomunista» vide i guasti del sistema sovietico, senza dover attendere l’invasione dell’Unghe­ria del ’56 o di Praga del ’69. Fu Lombardi a battersi per l’avvio del­l’unica stagione riformatrice (e non riformista) della Repubblica, quella del primo centrosinistra (1961) a guida Dc. Coerente e rigo­roso nel coniugare «autonomia e alternativa» e nel pretendere one­stà, nel 1976 sostenne l’elezione di Craxi alla guida del Psi. La rottura con Craxi avvenne nel 1980, quan­do «alternativa» e «autonomia» per Craxi divennero «alternanza», ossia patto di ferro con la Dc, e chiu­sura al Pci, quando prevalse l’ac­quisizione del Potere. Nella storia della sinistra italiana, il Pci ha te­muto più Lombardi che Nenni o Pertini o Craxi. Carlo Patrignani Roma