Varie, 7 agosto 2010
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 9 AGOSTO 2010
«Fini, la compagna, il cognato e una strana casa a Montecarlo», titolava il Giornale del 28 luglio. «Un appartamento lasciato in eredità ad An finisce a una misteriosa finanziaria estera. Ora ci abitano familiari del presidente della Camera. E nessuno ne sa niente», si leggeva nel catenaccio. [1] Andrea Garibaldi: «Fini conosce bene la storia di quell’appartamento in rue Boulevard Princesse Charlotte 14, nel cuore del Principato. Ci fu una cena, inizio anni ’90, nel ristorante “Villa Ramarini” di Monterotondo, alle porte di Roma. Quattro commensali: Fini, allora segretario del Msi, due esponenti locali del partito, Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, e la contessa Anna Maria Colleoni. Discendente di Bartolomeo, condottiero del ’400, la signora non aveva perso un comizio di Almirante e poi nemmeno uno di Fini. “Ho chiesto questo incontro - disse la nobildonna, laureata in legge - perché voglio lasciare al partito tutti i miei beni”». [2]
La contessa nel ’97 scrisse il testamento e nel ’99 morì. Garibaldi: «Erede universale il partito di An, “in persona dell’attuale presidente Fini, come contributo per la buona battaglia”. Nell’eredità c’erano un appartamento a viale Somalia a Roma, uno a Ostia, terreni a Monterotondo e Terni e l’alloggio a Montecarlo». [2] Per otto anni l’immobile monegasco è rimasto sfitto. [3] Gian Marco Chiocci: «Due anni fa, improvvisamente, il palazzo ha preso atto che il locale disabitato aveva cambiato proprietario. Non più Alleanza nazionale, che attraverso i suoi emissari-parlamentari Lamorte e Pontone aveva eseguito personalmente i sopralluoghi nel palazzo Milton respingendo puntualmente tutte le richieste d’acquisto del vicinato, bensì una Ltd, una misteriosa società off shore con sede in chissà quale angolo del pianeta». Prezzo pagato dall’acquirente: 300mila euro. [1]
L’attuale inquilino dell’appartamento si chiama Giancarlo Tulliani. «E chi sarebbe?», ha chiesto in un’intervista pubblicata sul Giornale del 29 luglio Francesco Pontone, che in quanto tesoriere del partito firmò l’11 luglio 2008 il rogito davanti a un notaio monegasco. Risposta: il fratello della compagna del presidente Fini. [4] Sulle prime smemorato, nei giorni seguenti Pontone non è diventato più convincente: «Ho scoperto solo un paio di mesi fa che quello era il cognome della signora Elisabetta. Certo, l’ammetto, la coincidenza è particolare. Inspiegabile anche per me». [5] La signora Elisabetta Tulliani, 38 anni (20 meno di Fini, cui ha dato due figlie), avvocato con un passato di show girl, ebbe la prima notorietà come fidanzata dell’allora patron del Perugia Luciano Gaucci (33 anni più vecchio), storia durata fino al 2004. [6]
Comprensivo sulle questioni di cuore Gaucci, che ha patteggiato la bancarotta fraudolenta del Perugia con tre anni di reclusione, accusa la Tulliani di essersi impossessata di beni che le avrebbe intestato per sfuggire ai creditori («Forse 15 milioni di euro, forse 20»). [7] Chiocci: «Che la donna dovesse essere solo il “mezzo” utilizzato per sottrarre i beni ai creditori, lo si evincerebbe, secondo l’atto d’accusa, “da un’apposita ‘dichiarazione di fede’ firmata da Elisabetta Tulliani, nella quale ella riconosceva il suo ruolo di ‘prestanome’”. Per correttezza va detto però che questa asserita dichiarazione formalmente non esiste. Non è agli atti perché, stando ai difensori di Lucianone, “non più reperita a seguito delle note vicende giudiziarie di Gaucci, nelle quali probabilmente è andata smarrita”». [8]
I legali della Tulliani sostengono che «i beni mobili e immobili indicati dal signor Gaucci nell’atto di citazione sono stati acquistati con denaro proprio della signora Tulliani e della sua famiglia. In particolare, l’acquisto dei suddetti beni è avvenuto con i ricavi di una vincita all’Enalotto e con gli ulteriori risparmi dei genitori della signora Tulliani». [9] Corrado Zunino: «Il biglietto del Superenalotto che ha fatto ricca la compagna di Gianfranco Fini esiste. È il “12+1” giocato il 2 maggio del 1998 in una tabaccheria di Roma, la schedina numero 0350490/027072697 del concorso numero 35 di quella stagione. E ha fruttato due miliardi e duecento milioni delle vecchie lire». [10]
«La schedina, come tutte le volte, l’ho compilata io e l’ho pagata io», insiste Gaucci. [7] Zunino: «A chi spetta la vincita? Per legge, a chi ritira il premio. Ed ecco, infatti, l’atto del Monte dei Paschi di Siena, agenzia 4 di Roma, che, con la firma di Elisabetta Tulliani in calce, tre giorni dopo l’estrazione prende l’incarico dell’incasso della “vincita presunta di lit. 2.200.000 circa”. Il tagliando è stato ritirato da lei, la fidanzata di Gaucci. È interessante notare come la Tulliani il 5 maggio apra un conto corrente al Monte dei Paschi, il 26 maggio incassi un bonifico dalla Sisal di 2.204.018.900 lire e immediatamente giri un miliardo e cento milioni (la metà) al fidanzato Gaucci, storico scommettitore. Questo atto potrebbe far pensare a un accordo tra i due vincitori, ma il fatto che, poi, a ritirare la vincita sia stata lei, Elisabetta, oggi le consente di reclamare l’intera vittoria». [10]
Chiarito chi ha incassato i soldi della schedina, resta da capire chi ha comprato l’appartamento di Montecarlo. Grignetti: «E resta il dato di fatto che l’appartamento alla fine della giostra è stato concesso in affitto a Giancarlo Tulliani, il “cognato” di Fini». [11] Fabrizio Caccia: «Il sospetto più ovvio è che qualcuno dentro An, sapendo dell’esistenza di quella dimora monegasca, l’abbia poi segnalata a Tulliani che, nel frattempo, per motivi di lavoro, doveva trasferirsi nel Principato. Ma chi poteva sapere, a parte Pontone? I due amministratori olandesi della “Printemps”, Tony Izelaar e James Walfenzao, fanno i consulenti d’affari per grandi banche e fondi d’investimento internazionali. Walfenzao, soprattutto, è molto attivo ai Caraibi, tra Santa Lucia e le Antille olandesi, dove collabora, tra gli altri, con un imprenditore italiano, Francesco Corallo, titolare della multinazionale Atlantis World Giocolegale con base proprio alle Antille». [12]
C’è un ex deputato di An molto amico di Corallo che frequenta le Antille addirittura dal ’96: si chiama Amedeo Laboccetta, non è mai stato a Santa Lucia dove ha sede la “Printemps” del consulente di Corallo, Walfenzao, ma è innamorato della vicina isola di Saint Martin. Caccia: «Laboccetta nega di essere l’informatore segreto di Giancarlo Tulliani: “Io Giancarlo lo conosco bene — ammette — ma non sapevo nulla dell’esistenza di una casa a Montecarlo di proprietà del partito né lui mi ha mai detto di averne bisogno. Una volta a Saint Martin invitai a casa mia pure il presidente Fini, è vero, ma solo perché lui, sub appassionato, era venuto in vacanza da quelle parti per osservare da vicino gli squali”». [12]
Il Corriere della Sera ha scritto che Giancarlo Tulliani è molto amareggiato: «È un crimine, un linciaggio, attaccano me per colpire il presidente della Camera. Sono state scritte tante cose false sul mio conto, quest’appartamento è grande 45 metri quadri, non 70. E io non ci vivo gratis nè ho il comodato d’uso, ma pago alla società un affitto congruo (è stato inutile chiedergli di essere più preciso, ndr). Eppoi è vero che ho la residenza fiscale nel Principato, ma io a Montecarlo ci vivo e ci lavoro tutto l’anno». Caccia: «Resta da chiarire il mistero delle tante società offshore (Printemps, Timara, Jaman Directors Ltd...) coinvolte nell’affare». [13] Il finiano Enzo Raisi, amministratore del “Secolo”: «L’intestazione di un appartamento a Montecarlo a una società off-shore è cosa usuale nel Principato, nove case su dieci lo sono». [14]
Intervistato dal Giornale, Donato Lamorte, capo dei garanti dell’associazione che gestisce il patrimonio dell’ex An, aveva detto della casa di Montecarlo: «Per quanto è di mia conoscenza una parte è stata venduta, altra parte, ora... non saprei dirle». [4] Un po’ meglio è andata qualche giorno dopo col Corriere della Sera: «L’ho vista la casa. Nel 2008 facemmo una gita, eravamo in dieci». Com’era? Bella? «Tremenda. In uno stato deplorevole, fatiscente. Cataste, vetri rotti, spazzolini da denti dentro scatole di Simmenthal. Se toccavi qualcosa rischiavi di prenderti la setticemia e morire». Quindi non valeva 3 milioni di euro, come si dice? «No di sicuro. Se uno spende una cifra del genere è un pazzo». Per maggiori informazioni, suggeriva di rivolgersi all’ex tesoriere Pontone: «I poteri ce li aveva lui». [15]
Antonio Caruso, vicepresidente dei garanti di An (vicino a La Russa), sostiene che nel 2001 fu contattato da uno studio notarile monegasco che gli prospettò un’offerta di acquisto di tre milioni e mezzo di franchi, equivalenti a circa un miliardo di lire di allora. «Girai la proposta al tesoriere Pontone che mi disse che i tempi non erano maturi». [16] Lamorte: «Proposte di acquisto per la casa di Montecarlo? A me non risultano. E chi dice di averne ricevute se ne assume la responsabilità. Anzi, forse è meglio che esibisca qualche carta». [17] Un (anonimo) inquilino del palazzo di rue Boulevard Princesse Charlotte 14: «Io di offerte ad Alleanza nazionale ne ho fatte più d’una nel corso degli anni. Via telefono e per iscritto. Sono arrivato a proporre gran belle cifre, più di un milione di euro per quell’appartamento lì ma il partito non mi ha mai risposto». [18]
L’inquilino di un appartamento gemello a quello in cui vive Tulliani ha spiegato a Sky che gli agenti immobiliari gliel’hanno stimato fino a 30mila euro a metro quadro. Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica: «Questo vorrebbe dire, trasferendo le cifre al piano di sotto, che An vendendo a 300mila euro ha fatto beneficenza. Ma a chi?». La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per verificare se siano stati commessi i reati di truffa e appropriazione indebita. Il fascicolo è per il momento contro ignoti, a portare la questione all’attenzione della magistratura è stata la denuncia di due esponenti della Destra, il partito di Francesco Storace: Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte, gli ospiti della Colleoni nella cena con Fini d’inizio anni 90. [19] Fini: «Ben vengano le indagini su tutto ciò che concerne il patrimonio di An, anche se la denunzia proviene da avversari politici». [20]
«Fini per uscirne può fare una sola cosa: portare i documenti all’opinione pubblica, prima che lo faccia la magistratura». Parole di Antonio Di Pietro: «Se non si sbriga a raccontare ogni giorno che passa è uno stillicidio per la sua immagine. Però mi pare di capire che ’st’appartamento non si capisce chi s’è l’è comprato...». Una società off shore dei Caraibi. «See... Quella è off shore come io sono austriaco. Dietro c’è senz’altro un mariuolo italianissimo» Lei sa chi è? «No. Ma è un segreto di Pulcinella, entro tre giorni la Guardia di Finanza scende, fa le indagini, prende i documenti, sente i testimoni - nella fattispecie Pontone che parlerà, non credo si proponga come novello Greganti e Brancher - e, al massimo, fa la rogatoria. Perciò dico che Fini deve parlare prima...». [21]
La vicenda Montecarlo ne solleva un’altra. Francesco Storace, leader della Destra, pensa a «una class action che coinvolga tutti gli iscritti ad An. Oppure una revocatoria, per capire se qualcuno si è approfittato della disponibilità dei beni». [22] Si parla di 300-400 milioni di immobili più 90 milioni di liquidi. [23] Eredità che dalla settimana scorsa è sotto chiave. Emanuele Lauria: «D’ora in poi Pontone potrà firmare i mandati di pagamento per gli stipendi e per le spese obbligatorie ma per tutte le altre uscite dovrà mantenersi sotto il tetto dei cinquemila euro». [24] In futuro potrebbe esserci una spartizione tra finiani e non finiani. Grignetti: «La Fondazione resta scritta nei deliberati del congresso e a parole è nei desideri degli uni e degli altri. Ma quale Fondazione è la vera partita. Perché se a via della Scrofa si dovesse insediare una sorta di “Generazione Italia” allora Fini avrebbe vinto la sua partita. Se fosse una sorta di “Fondazione Sturzo” avrebbero vinto gli altri». [25]
Note: [1] Gian Marco Chiocci, Il Giornale 28/7; [2] Andrea Garibaldi, Corriere della Sera 29/7; [3] La Stampa 2/8; [4] GMC, Il Giornale 29/7; [5] Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 4/8; [6] Il Giornale 1/8; [7] Fabrizio Paldini, Panorana 12/8; [8] Gian Marco Chiocci, Il Giornale 1/8; [9] Il Giornale 4/8; [10] Corrado Zunino, la Repubblica 6/8; [11] Francesco Grignetti, La Stampa 7/8; [12] Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 3/8; [13] Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 3/8; [14] Corrado Zunino, la Repubblica 7/8; [15] Alessandro Trocino, Corriere della Sera 1/8; [16] Emanuele Lauria, la Repubblica 3/8; [17] e. la., la Repubblica 7/8; [18] Gian Marco Chiocci, Massimo Malpica, Il Giornale 5/8; [19] Gian Marco Chiocci, Massimo Malpica, Il Giornale 7/8; [20] Flavio Haver, Corriere della Sera 6/8; [21] Francesco Specchia, Libero 6/7; [22] Antonio Signorini, Il Giornale 29/7; [23] Andrea Garibaldi, Corriere della Sera 6/8; [24] Emanuele Lauria, la Repubblica 5/8; [25] Francesco Grignetti, La Stampa 5/8.