Massimo Gaggi, Corriere della Sera 7/8/2010, 7 agosto 2010
MOLESTIE SI DIMETTE IL BOSS DEI COMPUTER
New York — Hewlett Packard nella bufera: Mark Hurd, il capo del maggior produttore di computer del mondo (120 miliardi di dollari di fatturato e 325 mila dipendenti) è stato ieri costretto a rassegnare le dimissioni per una vicenda, ancora tutta da chiarire, iniziata con un’accusa di «molestie sessuali». In sostanza Hurd avrebbe avuto una relazione con una donna che forniva alla HP consulenze per il marketing e l’organizzazione di eventi. Per qualche motivo la consulente — che era stata assunta dal supermanager un anno e mezzo fa ma poi era stata licenziata, pare per aver chiesto più soldi — ha deciso di denunciare Hurd per molestie.
I laconici comunicati pubblicati a tarda sera dell’azienda e dallo stesso Hurd spiegano poco sui fatti che hanno portato alla cacciata del manager protagonista della rinascita della HP, dopo la gestione di Carly Fiorina e il periodo turbolento seguito al suo brusco «dimissionamento», cinque anni fa. Ma si capisce che, una volta appurato che le molestie sessuali non ci sarebbero state, la vicenda ha fatto emergere irregolarità amministrative, visto che Hurd avrebbe cercato di occultare alcune spese illecite legate alla sua relazione con la donna.
Dopo una breve fase di transizione, nel 2005 Hurd, un manager arrivato dalla NCR, da lui trasformata in una società assai redditizia, si insediò al vertice del gruppo californiano dimostrandosi subito uomo di polso, dai nervi saldi e grande risanatore.
Fino a ieri era considerato uno dei manager più affidabili e di maggior successo del capitalismo americano, anche se all’interno dell’azienda si era fatto la fama dello spietato tagliatore di teste: per rilanciare l’azienda aveva eliminato oltre 15 mila dipendenti, compresi molti dirigenti di prima linea. Nulla, nella sua gestione monocorde, monotona, poteva far immaginare una fine così traumatica della sua esperienza manageriale.
E invece è stato lo stesso Hurd a dover ammettere che «man mano che le indagini sul mio conto andavano avanti, mi sono reso conto che emergevano elementi relativi ai principi di rispetto e integrità, che non sono quelli che mi hanno guidato in tutta la mia carriera. E ho capito che stavo mettendo l’azienda in una posizione difficile, esponendola a rischi. Per questo, dopo colloqui con molti esponenti del consiglio d’amministrazione, ho deciso di farmi da parte e di lasciare che l’azienda si scelga una nuova leadership».
Cosa è successo? Il comunicato di HP, come detto, specifica che si è svolta un’indagine interna sulla base di una denuncia per «sexual harassment» (molestie sessuali) da parte di una ex consulente del gruppo. L’inchiesta non ha individuato violazioni del «codice sessuale» di HP, ma ha trovato «violazioni degli standard di HP nella conduzione degli affari». Hurd se ne va sulla base di un accordo che gli garantisce comunque una buonuscita di circa 50 milioni di dollari e lo mette al riparo da eventuali denunce penali di HP. E il titolo HP, dopo l’annuncio delle dimissioni nel dopoborsa, ha già pagato ieri notte con un crollo del 10%.