Riccardo Ferrazza, Il Sole-24 Ore 7/8/2010;, 7 agosto 2010
SUGLI IMMOBILI PCI BATTE DC 2.400 A 8 - A
Roma c’è un palazzo sul quale la sera non hai mai smesso di illuminarsi un’insegna che sem-bra d’altri tempi: " Partito repubblicano italiano". È la sede dell’Edera in Corso Vittorio Emanuele, un appartamento di 460 metri a un passo dal Tevere: uno scorcio su quella Prima repubblica ( è un caso suggestivo che a pochi metri abiti Giulio Andreotti) che in altre parti della città è stata spazzata via. Nel passaggio tra epoca politiche il Pri è l’unico partito ad aver resistito: uguale il nome, stesso simbolo, identica la sede. Gli altri – Pci, Psi, Msi e Dc – invece non esistono più. Da Via delle Botteghe oscure i "compagni" se ne sono andati nel 2000, i socialisti dovettero lasciare via del Corso 476 dopo 16 anni di permanenza e anche a Palazzo Cenci-Bolognetti su piazza del Gesù gli ultimi epigoni dello scudocrociato hanno dovuto capitolare.
A Via della Scrofa non c’è più l’Msi ma An. Dietro le bandiere ammainate si nascondono però vicende patrimoniali assai diverse. Mentre gli eredi del Partito comunista italiano sono riusciti a portare il proprio «tesoretto» nel nuovo millennio, i beni socialisti e democristiani si sono dissolti, risucchiati dal tracollo politico dei due partiti.Ce l’ha fatta invece l’ex partito di Almirante: gli immobili (una settantina) e una buona liquidità saranno portati in salvo nell’associazione An.Dal canto loro oggi le fondazioni dei Ds, organizzazioni territoriali nate su iniziativa del tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, contano su 2.400 immobili. Le cinque società cui erano affidati appartamenti e locali del Psi non esistono più: tutto risucchiato da un’esposizione debitoria che al ’93 ammontava a 112 miliardi di lire. Meno peggio (ma sempre male) è andata alla Dc: «Attualmente – racconta Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del Ppi – disponiamo ancora di otto immobili, dati in locazione al Pd. Tutto il resto lo abbiamo utilizzato per ripianare i debiti: 60 miliardi di lire solo verso la Banca di Roma ». Tutto in vendita, compreso il gioiello di famiglia, Palazzo Sturzo, voluto da Amintore Fanfani per spostare il baricentro del partito all’Eur. La cessione di quell’immobile è però finita sotto inchiesta: la Ser, controllata dal Ppi, nel ’98 cedette agli stessi popolari il palazzo a 3,5 miliardi di lire. Il Ppi ha poi venduto nel 2007 a 52 milioni di euro. Per i giudici «un danno patrimoniale ai creditori di Ser». Quindici persone (tra cui ex è parlamentari della Dc) aspettano il processo. Ma lo scandalo era già scoppiato quando nel 2004 si scoprì che più di 500 immobili erano finiti in un vortice di prestanome che arrivava fino in Croazia e Slovenia. Poi altre vicende giudiziarie: come quella dell’Immobiliare Europa, finita nel giro di fallimenti " pilotati" per cui è stato condannato un magistrato.
Ma, almeno, qualcosa è rimasto. Lo stesso non si può dire per il Psi. Dopo la caduta di Bettino Craxi si scoprì che tutto il patrimonio era ipotecato. Cominciarono a circolare cifre iperboliche e qualcuno parlò di un «buco» da 200 miliardi di lire. Il liquidatore del partito Michele Zoppo, ultimo amministratore delegato dell’Avanti, si mise con pazienza a ricostruire tutta la complicata vicenda. Zoppo è morto due anni fa dopo aver pagato molti creditori. Ma non tutti: ci sono un centinaio di dipendenti del Psi che ancora aspettano la loro parte. Non è bastato attingere agli immobili del partito, il cui valore si aggirava intorno a 45 miliardi di lire. «Il tesoro era solo apparente – racconta oggi l’avvocato Carmelo Monaco che ha seguito la vicenda –. L’unico vero bene prezioso era il cinema Belsitoin piazza delle Medaglie d’Oro a Roma. Al tempo era una struttura eccezionale. Il suo valore si aggirava intorno a 16 miliardi di lire. Peccato però che si scoprì che il mutuo sull’immobile praticamente non era stato mai pagato ».L’ex cinema è stato acquistato dal Grande oriente d’Italia: entro un anno diventerà il "primo centro polifunzionale della massoneria". E la sede in via del Corso? Non fu mai, come del resto il palazzo a piazza del Gesù per la Dc, di proprietà del partito. L’immobile, sette piani costruiti negli anni 40, era dell’Inps che lo ha messo in vendita nel 2000. Oggi ospita uffici e un centro benessere. Il tempo ha tolto muri e metri quadrati, ma qualche volta ha concesso omaggi. È successo nella storica sede milanese del Psi in corso Magenta, nel frattempo diventato Museo Martinitt e Stelline dove sono state esposte 43 incisioni realizzate da Bettino Craxi.
Anche i compagni-nemici del Pci apprezzavano l’arte e nel tempo l’hanno messa da parte. Oggi il tesoro dei Ds – ripulito dai debiti e messo al riparo dalla fusione con il Pd – conta 410 tra dipinti e opere grafiche (c’è anche Guttuso). Un patrimonio che insieme ai 2.400 immobili sparsi su tutta la penisola, assegna agli eredi di Togliatti la palma d’oro nella gara patrimoniale.