Paolo Conti, Corriere della Sera 7/8/2010, 7 agosto 2010
SARKO E IL TARLO DELL’ULTIMO MASCHIO LATINO
La sequenza fotografica inchioda Nicolas Sarkozy, uno degli uomini più potenti del mondo e sicuramente il più potente di Francia, al banale ruolo di maschio latino roso dal più antico tarlo che possa minare la virilità, la serenità, il sonno notturno: cioè la gelosia.
È notte, il signor presidente raggiunge sua moglie Carla Bruni sul set di «Midnight in Paris» di Woody Allen. Lei ride e scherza col suo partner di set, l’aitante (e alto e giovane e biondo) Owen Wilson. Il presidente si innervosisce. Woody anche. Una scena ripetuta trenta volte. Alla fine Carla placa il marito con un caritatevole (e assai poco sexy) bacio sulla guancia, poi tutti — nervosissimi e stanchi — a casa alle quattro del mattino. Siamo nei pressi di un’altra delle scene di gelosia più celebri del cinema mondiale. Anna Magnani che nel settembre 1948, all’Hotel Luna di Amalfi, scopre a pranzo il nascente amore di Roberto Rossellini con Ingrid Bergman per colpa di un telegramma maldestramente recapitato. In un lampo la zuppiera di spaghetti al pomodoro dal tavolo finisce sulla testa del regista. Una romanissima pantera. Il doppio del presidente francese, maschio latino.
La gelosia dunque non tramonta, in questo disinvolto 2010. I divorzi crescono, la libertà di chiunque è dietro l’angolo. Ma quel «mostro dagli occhi verdi» (Shakespeare) divora in pubblico anche un capo di Stato temuto come Sarkozy, piantandogli nel viso lo stesso sguardo di Marcello Mastroianni in «Dramma della gelosia» di Ettore Scola. Dice Pasquale Squitieri, regista (sta girando il suo ultimo film «Father», tra poco si sposterà negli Stati Uniti) e dal 1973 compagno di Claudia Cardinale e buon conoscente di Sarkozy: «Se io fossi stato geloso di Claudia sarei stato un uomo distrutto, tutto il mondo maschile era innamorato di lei... Insomma, se fossi stato geloso di Claudia, avrei fatto meglio a tornare subito a Napoli al Rione Sanità e sposarmi la belloccia figlia di don Ciccillo». Ma cos’è la gelosia, Squitieri? «È debolezza, insicurezza, fragilità. Sei non sei più certo della persona che hai accanto, se ne sei geloso, meglio chiudere subito. Perché il rapporto è finito»
È un consiglio che darebbe al presidente francese? «Non voglio dire questo, ci mancherebbe, sono anche un suo buon conoscente.... Sarkozy dovrebbe ricordarsi ciò che proprio la Bruni ha scritto nel suo libro. Ha sposato lui perché era sicura che le avrebbe garantito la libertà. Il destino di Carla è quello di vivere da donna libera. E il rapporto con una donna libera è il più prezioso di tutti proprio perché è lei a donarti una fetta di quella importantissima libertà per vivere con te». Quanto conta il sesso in tutto questo, Squitieri? «Noi maschi equivochiamo continuamente e commettiamo il penoso errore di porre al centro di tutto quella roba lì, il possesso della carne. Invece il vero tradimento arriva quando non c’è più condivisione. Quando lei non segue più il tuo percorso esistenziale, il lavoro in fabbrica o la fede politica o la scrittura di un romanzo. Una notte d’amore con un altro uomo? Può succedere, un po’ di vino, qualche coppa di champagne. Ma non è essenziale...».
Domenico de Masi è un sociologo attento agli sviluppi della contemporaneità. Guarda le foto di Sarkozy-Bruni e sospira: «La Francia è stato il primo Paese a mostrarci una visione più disinvolta del matrimonio e della sessualità. Ora tocca proprio alla Francia, addirittura col suo presidente, a volgere lo sguardo al passato: verso un’idea di gelosia e di possesso sicuramente di stampo latino ma che può per s i no ricondurre a venature da Islam. Questa scena, così come certe manifestazioni del nostro presidente del Consiglio, svela una preoccupante realtà. Un tempo i governati eleggevano dei governanti che ai loro occhi erano dotati di virtù sublimi. E quella superiorità ci rassicurava proprio sulla solidità di chi ci avrebbe guidati. Invece ora i governanti svelano tutta la loro banalità, a tratti la loro volgarità. E ciò ci rassicura». Non dovrebbe? «Al contrario, una scena come quella di Sarkozy dovrebbe allarmarci: come si può stare tranquilli se il timone di un Paese come la Francia è affidato nelle mani di chi non sa controllare un’emozione così mediocre come la gelosia?».
Infine la parola a un poeta, Valentino Zeichen. Com’è questo Sarkozy, Zeichen? «Miseramente umano. Positivo nella sua sincerità. Negativo nella sua incapacità di autocontrollo. Ciò spiega quanto sia sparita l’idea di classe, quanto dilaghi la diseducazione. Comunque va riconosciuta al presidente francese questa sua disperata volontà di possesso di ciò che ormai è in vendita, ed ha un prezzo. Cioè l’amore. Sarkozy insomma mostra un sentimento magari sgradevole. Ma che si oppone al mercato».
Parola di poeta. Chissà che ne dirà Carlà. E, comunque sia, qualcuno spieghi a Nicolas Sarkozy quanto si vive felici e beati quando ci si libera per sempre da quel ridicolo e ossessivo mostro dagli occhi verdi.