Varie, 6 agosto 2010
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Evolo Natuzza
• (Fortunata) Paravati (Vibo Valentia) 23 agosto 1924, Paravati (Vibo Valentia) 1 novembre 2009. Mistica. Si sposa a 20 anni con Pasquale Nicolace. La coppia va ad abitare in una casa del paese che non lasceranno mai, diventa madre di cinque figli. Fino dall’infanzia racconta di avere visioni, apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, angeli, santi e defunti. Durante la Quaresima sul suo corpo compaiono segni che i fedeli ritengono stimmate, insieme a “effusioni ematiche” accompagnate da stati di sofferenza. Testimonianze le attribuiscono anche il “dono dell’illuminazione diagnostica”. Per decine di anni ha ricevuto migliaia di persone da tutto il mondo per incontrarla, nella speranza di avere notizie dall’aldilà dai defunti o indicazioni sulle malattie. Molti hanno testimoniato di aver ricevuto grazie • «[...] mistica [...] la cui immagine più volte è stata associata a quella di Padre Pio con cui ha diviso il dolore delle stigmate [...] ha avuto le prime apparizioni della Madonna a 14 anni. Svolgeva le mansioni di domestica in casa di un avvocato e il suo corpo ha iniziato a sanguinare senza che vi fosse alcuna ferita. Le stigmate, sostengono i fedeli, si sono manifestate ogni anno durante la Quaresima» (Carlo Macrì, “Corriere della Sera” 2/11/2009) • «Parlava con la Madonna, i santi e i morti. Aveva il dono della bilocazione, la sua immagine appariva contemporaneamente in posti diversi. [...] Una vita straordinaria, da quando quindicenne, per la prima volta, il suo corpo iniziò a trasudare sangue. Senza alcuna ferita o ragione apparente. Natuzza, di origini umilissime ha sempre condotto una vita normale. Normale per come lo può essere quella di una testimone di fenomeni inspiegabili. Sposata e madre di 5 figli la “mistica di Paravatti”, frazione di Mileto (Vibo Valentia), soleva dire che “i miracoli li fa solo il Signore” e che lei altro non era se non “un verme della terra”. Era amata Natuzza. La sua casa è sempre stata meta di migliaia di persone. Invitava alla preghiera e alla carità. Aveva voluto case di cura per anziani [...]» (g.bal., “la Repubblica” 2/11/2009).