Maria Serena Natale, Corriere della Sera 6/8/2010, 6 agosto 2010
NAOMI CONFESSA: ACCETTAI I DIAMANTI INSANGUINATI
Naomi Campbell testimonia davanti alla Corte speciale dell’Aja e ammette: ho accettato «i diamanti di sangue». Un regalo del dittatore liberiano Taylor. L’AJA — «Pietre molto piccole e dall’aria sporca, due, forse tre». L’aveva sempre negato, per la prima volta Naomi Campbell ammette di aver ricevuto in dono diamanti insanguinati e il mondo ricorda uno dei più feroci conflitti di fine Novecento al centro del processo al primo capo di Stato africano giudicato da un tribunale internazionale, l’ex presidente liberiano Charles Taylor.
L’imputato entra in sordina, si sistema tra i banchi in ultima fila e lancia un’occhiata alla galleria del pubblico ancora distratto, non essere al c entro dell ’ at t enzione l ’ ha sempre irritato. La testimone chiave dell’accusa, scortata in un minivan nero, arriva in ritardo, «lo sono sempre» dirà nel corso della testimonianza alla Corte speciale per la Sierra Leone. Ha strappato la garanzia di non essere fotografata né ripresa. Si presenta fasciata in un leggero abito beige, i capelli raccolti in uno chignon con due ciocche che le incorniciano il viso poco truccato, sandali chiari con stringhe e tacco alto, un ciondolo a forma di occhio, orologio rosa. Giura sulla Bibbia e per tutto il tempo tiene sulle ginocchia un sacchetto color oro con due pietre scure che continua a tormentare con le dita, i cristalli portafortuna che porta sempre con sé. Voce vellutata e nervi tesi, ha fretta di rispondere, si sovrappone spesso al procuratore Brenda Joyce Hollis. «Naomi Campbell, nata a Londra il 22 maggio 1970, modella, imprenditrice, impegnata in attività benefiche».
La linea dell’accusa è chiara. Taylor deve rispondere di crimini di guerra e contro l’umanità per il ruolo avuto nella guerra civile del 1992-2002 in Sierra Leone, lo Stato confinante con la piccola Liberia che deve il nome alla forma delle montagne o, dice la leggenda, al vento che ruggisce. Lo scontro tra governativi e ribelli del Fronte rivoluzionario unito (Ruf) vide oltre 120 mila morti, bambini-soldato arruolati da entrambe le parti, una generazione costretta a massacrare i padri, migliaia di mutilati: nella campagna per le politiche del 1996 lo slogan del governo era «Il futuro è nelle vostre mani», il Ruf setacciava i villaggi alla ricerca di reclute e schiavi per le miniere, agli altri toglieva il futuro amputando mani e piedi. Taylor, ex ribelle diventato leader sanguinario in Liberia, avrebbe pianificato, ordinato e incoraggiato i crimini in Sierra Leone vendendo ai ribelli armi in cambio di diamanti, che poi rivendeva in altri Stati africani ottenendo nuove armi da rimettere in circolo. L’ex presidente, arrestato nel 2006 al confine tra Nigeria e Camerun e alla sbarra dal 2008, respinge le accuse, si paragona a Cristo, grida al complotto anglo-americano e sostiene di non aver mai posseduto diamanti. Il procuratore vuole smentirlo dimostrando che nel settembre 1997, dopo una cena in Sudafrica ospitata dal presidente Nelson Mandela, Taylor regalò una o più pietre preziose alla Campbell, secondo le dichiarazioni dell’attrice Mia Farrow e dell’ex agente della top model, Carole White, presenti all’evento.
Naomi ha tentato in tutti i modi di restare fuori dal processo «perché spaventata da quanto poi appreso su Taylor da Internet». «Essere qui oggi — dichiara alla Corte — è un grave inconveniente». Nel ’97, dice, non sapeva nulla dei diamanti che avrebbero ispirato il film di Edward Zwick con Leonardo DiCaprio, né aveva «mai sentito parlare della Liberia». Conferma di aver ricevuto i «sassolini» ma di non sapere chi glieli mandò nel cuore della notte. Li avrebbe affidati il giorno dopo a Jeremy Ratcliffe, allora direttore del Nelson Mandela Children Fund e fino a ieri ignoto alla Corte. In una dichiarazione scritta il Fondo ha negato di aver ricevuto donazioni in diamanti, «sarebbe stato improprio e illegale».
Lunedì deporranno Mia Farrow e Carole White.