Emilio Gioventù, ItaliaOggi 6/8/2010, 6 agosto 2010
È RISSA TRA GLI AVVOCATI DEL CAV
Per un avvocato che entra nelle grazie di Silvio Berlusconi ce n’è un altro che esce. Volano le toghe. Quelle degli avvocati, attuale ed ex, del premier. Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella. L’allievo (il primo) e il maestro (il secondo). Gelosie tra legali si direbbe. A lanciare il guanto di sfida è Ghedini (che oltre a difendere Berlusconi, di mestiere fa anche il deputato) con un’intervista concessa a Claudio Sabelli Fioretti pubblicata su La Stampa il 2 agosto scorso.
Ghedini non ha remore a liquidare chi pure gli diede lavoro («La Fininvest mi chiese dei pareri pro veritate. Poi ci fu la segnalazione di Pecorella. Alla fine mi chiesero di intervenire nel processo Sme-Ariosto», ammette poche domande prima il deputato togato). «Berlusconi apprezza chi lavora H24». Ventiquattr’ore su ventiquattro, questo richiede la devozione al presidente. Ed è ciò che Ghedini gli garantisce. E a sentir lui, Pecorella non ne avrebbe, di devozione: «Gaetano è bravissimo, ma nella gestione quotidiana... quando ci sono da studiare 500 faldoni... nel nostro lavoro il 99% è sudore, l’1% è abilità». Attinge all’arte retorica, tipica dei fori, per dire che «questo», Gaetano, «non lo vuole più fare». Ma forse c’è dell’altro. «Pensa che lo abbia boicottato.
Non è vero». Pecorella, invece, lo pensa, eccome. E, infatti, il giorno dopo in un colloquio con il Corriere della Sera, conferma: «Non avrei mai permesso che il mio maestro venisse messo da parte». No, lui, il maestro non si sarebbe comportato così: «Se vengo chiamato da un collega, nel caso venga revocato, lascio l’incarico anch’io». Per l’ex legale del presidente del consiglio si tratta di «una regola etica non scritta». Poi, certo, «una persona è libera di fare le proprie scelte personali». Insomma, le strade tra i due appaiono irrimediabilmente divise. «Con lui ho i rapporti che si hanno con una persona che non ha rinunciato al mandato quando il suo maestro è stato messo da parte». Pecorella non perdona. Non perdona Ghedini perché «non è vero che mi sottraggo alla fatica». Lui che dice «faccio ancora le notti in piedi a studiare le carte dei processi». No, quella di Ghedini sulla disponibilità «H24» per Pecorella «è stata una frase ingenerosa perché dà l’idea che io non voglia più fare l’avvocato: è una cattiva pubblicità fatta da chi mi deve tutto». Una frase ingenerosa come Ghedini aveva ritenuto quella di Pecorella riportata da Sabelli Fioretti nel corso dell’intervista: «Recentemente ha detto: Ghedini perde i processi in tribunale e prova a vincerli in parlamento. Finché lo difendevo io, Berlusconi si è sempre fatto processare. Ed è stato sempre assolto o prescritto».
Insomma, duello all’ultima intervista all’ombra del cavaliere tra vecchie e nuove toghe.