Varie, 6 agosto 2010
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DeCillis Pierdavide
• Bisceglie (Bari) 25 febbraio 1977, Herat (Afghanistan) 28 luglio 2010. Artificiere. Morì per l’esplosione di una bomba talebana insieme al collega Mauro Gigli • «[...] Dovevano staccare fili, alleggerire contatti, spostare detonatori, come sempre. Sotto la tuta protettiva, che miracoli non può fare, non c’è il tempo di pensare a nulla, dicono gli esperti. È un duello con l’abilità degli altri, la posta è la vita. Il resto, le altre minacce, le procedure, la sicurezza, in quel momento sono messi da parte, chiusi in una zona sigillata della coscienza, dove già da tempo anche la paura è tenuta prigioniera, perché non faccia tremare le dita nel momento sbagliato. È l’armadietto della sofferenza: the Hurt Locker, come lo chiamano i colleghi americani, immortalati nel film di Katryn Bigelow. I due italiani lo hanno vinto, quel duello. La bomba era disinnescata, forse avevano appena tirato un sospiro di sollievo. Restava da fare un controllo tutto intorno. Ed è stato allora che è esploso il secondo ordigno, il colpo a tradimento, che ha ucciso gli artificieri, ferito il capitano Federica Luciani e un civile afgano. Non avevano abbassato la guardia, senza dubbio: sapevano che poteva esserci un’altra bomba. Ma sapere a volte non basta. [...]» (Giampaolo Cadalanu, “la Repubblica” 29/7/2010).