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 2010  agosto 06 Venerdì calendario

IN SETTE MESI RECUPERATI 4,9 MILIARDI

L’azienda Fisco resiste alla crisi. E si presenta con un bilancio dei primi sette mesi del 2010 con 4,9 miliardi di euro incassati, pari a un incremento del 9% in più rispetto all’attività svolta nello stesso periodo dello scorso anno.Un segno positivo che vale circa mezzo miliardo di maggiori entrate, che come ha precisato ieri a Roma il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera, aveva dato già grandi soddisfazioni all’Erario.
L’agenzia va in ferie, spiega Befera, con la soddisfazione che «Ormai si sta aggregando un consenso sociale ampio sulla lotta all’evasione, si tratta di un fatto culturale importante che ci permetterà recuperi ancora più significativi in futuro ». Ma anche con un impegno di un ulteriore impulso alla semplificazione, con un sito nuovo dell’Agenzia e, come ha illustrato il direttore centrale Servizi ai contribuenti, Aldo Polito (si veda l’articolo qui sotto), la revisione dei modelli di dichiarazione.
Befera ha sottolineato come gli ultimi strumenti messi a disposizione dal legislatore, dal rilancio del redditometro alla stretta sulle compensazioni, siano stati fondamentali nel conseguire questi risultati. Oltre alla riorganizzazione della struttura e delle risorse. Su questo punto Sebastiano Callipo (Salfi), puntualizza che «L’agenzia non dispone di adeguate risorse per premiare il lavoro di chi ha conseguito quei risultati brillanti».
E sul redditometro il rilancio continua. Il direttore centrale Accertamento, Luigi Magistro, ha anticipato come in futuro i contribuenti non in regola con il redditometro, saranno raggiunti da una comunicazione – sulla falsariga di quanto già avviene per gli studi di settore che li metta in guardia se sono fuori da una situazione di "normalità" tra spese sostenute e redditi dichiarati. Una sorta di avviso ai naviganti.
I risultati conseguiti in questi sette mesi anche se con il "vecchio" redditometro (il nuovo modello è in fase di revisione e a settembre partiranno i test) mostrano incrementi significativi. Il numero di accertamenti effettuati a luglio del 2010 era già a 12.399 (contro i 7.899 dello scorso anno), di cui si sono chiusi con acquiescenza 6.774 (lo scorso erano stati 3.696). Un "finto povero" si è visto perciò contestare in media una maggiore imposta evasa di 14.800 euro. Non solo. Dal redditometro è difficile scappare, come mostra anche l’aumento (+83,3% rispetto all’anno scorso) del numero di contribuenti che preferiscono aderire alle contestazioni. L’altro strumento che ha dato risultati di rilievo nella lotta all’evasione, spiega Befera, è il contrasto alle indebite compensazioni dei crediti di imposta: «abbiamo chiuso il bancomat», afferma Befera.
I dati aggiornati a luglio del 2010 parlano di un "incassato" dall’agenzia di circa 4,9 miliardi di euro contro 4,5 miliardi di euro del 2009. In realtà sarebbe più corretto di parlare di un 5,1, perché come ha spiegato Befera, l’importo dei ruoli riversati da Equitalia al Tesoro sono riportati come 1,8, ma aggiornati a giugno, mentre a fine luglio si sarebbero comunque incassati più di 2 miliardi di euro. Un dato stabile quindi, mentre un incremento sensibile c’è stato per i versamenti diretti. Si tratta – ricorda Magistro –del recupero dell’evasione pregressa, realizzatasi negli scorsi anni e recuperata ora.
L’attività di liquidazione delle dichiarazioni, che porta allo stato quasi un miliardo di euro, svela un fenomeno molto più insidioso: fa emergere coloro che pur dichiarandosi al fisco non versano imposte. Quanto ai veri e propri accertamenti c’è una leggera diminuzione nel periodo, che però si assicura sarà recuperata nell’anno. L’incremento degli incassi sotto questa voce però cresce di circa mezzo miliardo di euro. Se un accertamento del 2009 portava in media allo stato 60.700 euro al fisco, quest’anno si sono superati i 65mila. E come spiega Magistro c’è una lenta ma costante crescita non solo del dato medio, ma anche della mediana (un dato "ripulito" dai picchi, sia dei maxiacceramenti che di quelli di modeste entità).