Andrea Bianchini, il Giornale 6/8/2010, pagina 22, 6 agosto 2010
Urla vietate: così cambia la domenica della tv - «San Siro, San Siro: cosa succede?». «Goooooooooooollll
Urla vietate: così cambia la domenica della tv - «San Siro, San Siro: cosa succede?». «Goooooooooooollll. Goooooooollll. Goooooooooollll!!! ». Quante volte avete assistito a questa scena in una normalissima domenica di zapping calciofilo tra le tv locali? Bene (o male?), da questa stagione dimenticatevi tutto ciò. Basta collegamenti con i telecronisti dagli stadi, basta interventi spaccatimpani, basta esultanze a decibel fuori controllo. Il giro di vite decretato dalla Lega calcio è chiaro: stop alle telecamere all’interno dello stadio, stop alle riprese di infuocati telecronisti intenti a commentare le azioni più importanti dai campi della serie A. Tutto dovrà restare circoscritto agli studi televisivi, con la possibilità - ma su questo punto sono ancora aperte delle trattative - di brevi interventi telefonici dagli stadi, si parla di finestre informative di non più di due minuti per tempo. Via libera a commenti e aggiornamenti in diretta, ma solo dallo studio. Cosa c’è dietro a questo cambiamento epocale, almeno per le televisioni locali? L’idea della Lega Calcio che anche gli spettatori presenti allo stadio siano parte dell’evento sportivo. E su questo - a differenza delle precedenti stagioni - hanno creato un pacchetto di diritti televisivi in esclusiva, già assegnato alla Rai. Dal prossimo 29 agosto, dunque, solamente la tv di stato, che ha comprato il diritto televisivo pensando alla trasmissione Quelli che il calcio , potrà trasmettere dagli stadi le immagini dei propri inviati che commentano in diretta le azioni salienti. Di fatto, secondo il nuovo regolamento, le tv locali potranno, solamente con le immagini prodotte e fornite dalla Lega, mandare in onda un abbondante pre- gara sino a dieci minuti dall’inizio della stessa e nel post-partita le interviste dagli spogliatoi. Il tutto, però, seguendo regole precise. Non verranno cancellate le ormai mitiche trasmissioni che negli anni hanno fatto la gioia dei tanti appassionati che ogni domenica sprofondano sul divano in un’orgia di commenti pallonari, però un grosso ridimensionamento c’è: restano i commenti alle partite, restano gli aggiornamenti in diretta dei risultati (prerogativa sancita dal diritto di cronaca), restano i siparietti che poi sono il marchio di fabbrica di questi programmi. «Costringendo gli inviati negli studi televisivi, i racconti delle partite perderanno diversi ingredienti », tengono però a precisare le tv locali: «Con questa nuova regolamentazione i telespettatori verranno privati dell’atmosfera “da stadio” che i telecronisti provano settimanalmente a trasmettere loro». Ma c’è anche chi è ben più allarmista, come Maurizio Rossi, proprietario ed editore della genovese Primocanale: «Praticamente è vietata ogni cosa: bisognerà vedere se il regolamento è legittimo e verso quale situazione andremo a finire. Chi ha puntato solo sul calcio riceverà un brutto colpo, noi abbiamo fatto altre scelte ma è vero che ci poniamo la domanda se fare o no la trasmissione la domenica pomeriggio». Che per molti è diventato negli anni un appuntamento al limite della sacralità...