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 2010  agosto 06 Venerdì calendario

Urla vietate: così cambia la domenica della tv - «San Siro, San Siro: cosa succede?». «Gooooooooooo­ollll

Urla vietate: così cambia la domenica della tv - «San Siro, San Siro: cosa succede?». «Gooooooooooo­ollll. Goooooooollll. Gooooo­ooooollll!!! ». Quante volte ave­te assistito a questa scena in una normalissima domenica di zapping calciofilo tra le tv locali? Bene (o male?), da que­s­ta stagione dimenticatevi tut­to ciò. Basta collegamenti con i telecronisti dagli stadi, basta interventi spaccatimpani, ba­sta esultanze a decibel fuori controllo. Il giro di vite decretato dalla Lega calcio è chiaro: stop alle telecamere all’interno dello stadio, stop alle riprese di in­fuocati telecronisti intenti a commentare le azioni più im­portanti dai campi della serie A. Tutto dovrà restare circo­scritto agli studi televisivi, con la possibilità - ma su questo punto sono ancora aperte del­­le trattative - di brevi interven­ti telefonici dagli stadi, si par­la di finestre informative di non più di due minuti per tem­po. Via libera a commenti e ag­giornamenti in diretta, ma so­lo dallo studio. Cosa c’è dietro a questo cambiamento epocale, alme­no per le televisioni locali? L’idea della Lega Calcio che anche gli spettatori presenti allo stadio siano parte del­l’evento sportivo. E su questo - a differenza delle precedenti stagioni - hanno creato un pacchetto di diritti televisivi in esclusiva, già assegnato al­la Rai. Dal prossimo 29 ago­sto, dunque, solamente la tv di stato, che ha comprato il di­ritto televisivo pensando alla trasmissione Quelli che il cal­cio , potrà trasmettere dagli stadi le immagini dei propri in­viati che commentano in di­retta le azioni salienti. Di fat­to, secondo il nuovo regola­mento, le tv locali potranno, solamente con le immagini prodotte e fornite dalla Lega, mandare in onda un abbon­dante pre- gara sino a dieci mi­nuti dall’inizio della stessa e nel post-partita le interviste dagli spogliatoi. Il tutto, però, seguendo regole precise. Non verranno cancellate le ormai mitiche trasmissioni che negli anni hanno fatto la gioia dei tanti appassionati che ogni domenica sprofon­dano sul divano in un’orgia di commenti pallonari, però un grosso ridimensionamento c’è: restano i commenti alle partite, restano gli aggiorna­menti in diretta dei risultati (prerogativa sancita dal dirit­to di cronaca), restano i sipa­rietti che poi sono il marchio di fabbrica di questi program­mi. «Costringendo gli inviati negli studi televisivi, i raccon­ti delle partite perderanno di­versi ingredienti », tengono pe­rò a precisare le tv locali: «Con questa nuova regolamenta­zione i telespettatori verran­no privati dell’atmosfera “da stadio” che i telecronisti pro­vano settimanalmente a tra­smettere loro». Ma c’è anche chi è ben più allarmista, come Maurizio Rossi, proprietario ed editore della genovese Pri­mocanale: «Praticamente è vietata ogni cosa: bisognerà vedere se il regolamento è le­gittimo e verso quale situazio­ne andremo a finire. Chi ha puntato solo sul calcio riceve­rà un brutto colpo, noi abbia­mo fatto altre scelte ma è vero che ci poniamo la domanda se fare o no la trasmissione la domenica pomeriggio». Che per molti è diventato negli an­ni un appuntamento al limite della sacralità...