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 2010  agosto 06 Venerdì calendario

Sulle onde del Mediterraneo la grande sfida delle crociere - La battaglia navale del Mediterraneo. No, nessuna bordata

Sulle onde del Mediterraneo la grande sfida delle crociere - La battaglia navale del Mediterraneo. No, nessuna bordata. Non c’entrano nemmeno i pirati, tornati purtroppo di moda. A combatterla, nemmeno tanto metaforicamente però, sono le compagnie delle love boat, a colpi di itinerari, tariffe, navi dalle attrazioni sempre più mirabolanti. Si vende il «mare da cartolina», quello dell’Italia, Spagna, Grecia, Turchia, Egitto, Tunisia. Delle isole, della costa croata. La vacanza da sogno, insomma, che oltretutto, grazie alle economie di scala di bordo, rende la crociera un prodotto di lusso alla portata di tutti. Un mix imbattibile. Per capire il campo di battaglia, bisogna cominciare dagli eserciti. Dalle navi. Oggi, ad esempio, scivolerà in mare la nuova ammiraglia di Costa Crociere, «Costa Favolosa», l’ennesima puntata di un programma di vari che nell’ultima decade non ha conosciuto requiem, con punte sino a 10-11 «battesimi» l’anno. Una montagna di soldi, oltretutto, se si guarda agli investimenti: solo Costa Crociere ha messo sul piatto 2,4 miliardi di euro (5 navi dal 2009 al 2012), mentre Msc Crociere, tanto per restare nelle compagnie mediterranee, ne ha costruite otto tra il 2003 e quest’anno, per 5,3 miliardi. E così anche gli altri armatori, tanto che da qui al 2012 i posti letto «galleggianti» diventeranno 40 mila in più. Le love boat, insomma, non conoscono crisi. Il settore è in crescita (per il 2010 si prevede un +15% di passeggeri a livello globale, rispetto al 2009) ed è proprio l’offerta, sembrerà strano, a trainare la domanda. Ergo, più navi ci sono è più il mercato si espande. E il Mediterraneo? Sta diventando sempre più l’«ombelico del mondo» delle crociere. Quest’anno sono più di 1.500 quelle a catalogo nel Mare Nostrum, proposte da oltre una ventina di compagnie. «Le navi vanno dove ci sono i soldi» dice Domenico Pellegrino, direttore generale di Msc Crociere. «La bellezza di queste acque fa molto. In più, si è consolidato il processo di destagionalizzazione, di cui noi siamo stati pionieri: nel Mediterraneo, grazie alle nuove navi, si naviga anche d’inverno. In passato, invece, nei mesi freddi c’erano solo i Caraibi» spiega Pier Luigi Foschi, presidente e ad di Costa Crociere. Ecco perché Carnival, primo gruppo del mondo (controlla anche Costa), ha appena annunciato che «scalerà» quattro volte a Savona nel 2011 con un suo «fumaiolo». E Royal Caribbean, secondo player globale, vi sbarcherà il prossimo anno con 17 navi (10 attuali), otto delle quali con scalo in Italia. Già, perché se il Mediterraneo è gettonato, la Penisola è il suo naturale «pontile (l’Italia, dopo il Messico, è il secondo Paese visitato via mare). Le compagnie straniere guardano al Mare Nostrum per dare sfogo al loro mercato interno, ma vengono a combattere anche per conquistare nuovi clienti. A ragione, visto che i crocieristi europei sono destinati a crescere (4,9 milioni nel 2009, il 12% in più rispetto a quelli del 2008). «L’Europa non è ancora un mercato saturo come il Nord America. Ha un potenziale enorme» dice Foschi. Senza contare l’effetto euro forte: a noi conviene acquistare crociere ancorate al dollaro, gli armatori americani guadagnano sul cambio vendendo in euro. Trovato l’equilibrio, è fatta.