varie, 6 agosto 2010
Enlou A., 41 anni. Filippina, in Italia con regolare permesso di soggiorno, residente a Milano, l’altra mattina, dopo aver accompagnato in piscina uno dei suoi figlioletti, camminava in viale Abruzzi quando le piombò addosso l’ucraino Oleg Fedchenko, 25 anni, ex muratore, pugile per hobby, un passato di problemi psicologici e depressione, che non l’aveva mai vista in vita sua eppure la prese a cazzotti in faccia fino a romperle le ossa, scorticandosi le mani fino all’osso e fratturandosi le nocche
Enlou A., 41 anni. Filippina, in Italia con regolare permesso di soggiorno, residente a Milano, l’altra mattina, dopo aver accompagnato in piscina uno dei suoi figlioletti, camminava in viale Abruzzi quando le piombò addosso l’ucraino Oleg Fedchenko, 25 anni, ex muratore, pugile per hobby, un passato di problemi psicologici e depressione, che non l’aveva mai vista in vita sua eppure la prese a cazzotti in faccia fino a romperle le ossa, scorticandosi le mani fino all’osso e fratturandosi le nocche. Mentre la massacrava arrivò una volante della polizia, ma il Fedchenko era così inferocito che per bloccarlo ci vollero quattro agenti che si beccarono parecchi calci. Pochi istanti prima, la madre del Fedchenko, aveva telefonato alla polizia: «Mi figlio è stato lasciato dalla sua ragazza e sono due giorni che è fuori controllo. Adesso è uscito di casa e ho paura che voglia uccidere qualcuno» (la filippina, trasportata in ospedale già in arresto cardiaco, morì qualche ora più tardi; sul luogo dell’aggressione il cemento era chiazzato di sangue per dieci metri). Alle 8 di mattina di venerdì 6 agosto all’altezza del civico 66 in viale Abruzzi, Milano.