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 2013  ottobre 15 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Il premier Letta s’è raccomandato di non dar retta alle anticipazioni sulla legge di stabilità, un modo per litigare sulla pelle dell’orso prima che sia abbattuto. E avremmo dato volentieri retta a questo consiglio, tanto più che la legge di stabilità sarà approvata oggi pomeriggio dal consiglio dei ministri e subito resa nota, senonché ieri le agenzie ci hanno subito di anticipazioni, oggi i giornali non parleranno d’altro e dobbiamo adeguarci. Benché Franceschini abbia smentito tutto, diamo conto delle anticipazioni altrui (e chiediamo venia se domani saremo smentiti.

Diamo un’idea generale però, altrimenti è una noia...
Va bene, i punti chiave sono: i tagli alla sanità, gli interventi sul cuneo fiscale, la sistemazione definitiva (forse) della vecchia Imu e della cosiddetta Service Tax, ribattezzata ancor prima di nascere, poi gli incentivi alla prima occupazione e la sforbiciata alle cosiddette pensioni d’oro.  

M’immagino che sulla sanità si sarà già scatenata una canea...
Immagina bene. In base alle indiscrezioni della vigilia, il governo si preparerebbe a tagliare il Fondo sanitario nazionale di 2,650 miliardi in tre anni, con queste scadenze: 500 milioni nel 2014, 1,40 miliardi nel 2015 e 1,110 miliardi nel 2016. A questo bisogna aggiungere una rideterminazione del tetto di spesa farmaceutica annuo per 220 milioni. E una riduzione dei tetti per le prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica acquistati dagli erogatori privati accreditati per 280 milioni l’anno. Il totale in tre anni fa 4,150 miliardi. Se vuole la mia opinione, è pochissimo.  

Come sarebbe?
Oggi spendiamo per la Sanità 112 miliardi l’anno. Moltiplicato per il triennio fa 336 miliardi. Il taglio di 4,150 miliardi, su 336, è pari all’1,235%. Non mi pare così impressionante. E tuttavia, come da copione, il ministro Lorenzin si strappa i bei capelli, i sindacati gridano, le associazioni di categoria idem. Dimenticano tutti che abbiamo un debito da 130% del Pil e un Fiscal compact, sottoscritto con i nostri partner europei, in base al quale, a partire dall’anno prossimo, dovremmo abbattere il debito di una quarantina di miliardi l’anno. Scriviamo sempre che nel pozzo senza fondo della sanità si annidano gli sprechi peggiori. E quando poi siamo al dunque... Tuttavia, Franceschini nega tutto («Stanno arrivando alle redazioni dei giornali e delle agenzie di stampa notizie e numeri di tutti i tipi sui contenuti della legge di Stabilità. Si tratta di anticipazioni quasi sempre infondate che si susseguono ad una velocità tale da renderne impossibile smentite puntuali») e il ministro degli Affari regionali, Graziano Del Rio, dice: «Stiamo lavorando per evitare ulteriori sacrifici alla gente e per evitare tagli agli enti locali e alla sanità».  

Sentiamo il resto. Per esempio, il cuneo fiscale.
Dovrebbero essere stanziati un cinque miliardi, con i quali potremmo trovarci in busta paga un 150 euro in più. Il finanziamento a questo esborso verrà da un aumento di 2 punti della tassa sulle rendite finanziarie, destinate a passare dal 20 al 22%. Badi che l’allentamento del cuneo è progressivo, si incasserà per intero fino a redditi di ottomila euro, poi scenderà man mano e per quelli che ne prendono più di 55 mila (stiamo parlando di cifre annue) non cambierà niente.  

• Le ultime sull’Imu, e il resto.
La nuova tassa su case e rifiuti si chiamerà Trise. Consisterà di due imposizioni distinte, una destinata ai rifiuti (Tari) e un’altra ai servizi indivisibili, come la luce (Tasi). Saranno i comuni a decidere e incassare gli importi, nei limiti che saranno stabiliti dalla legge. Resta da dire qualcosa sugli incentivi alla prima occupazione e sulla sforbiciata alle cosiddette pensioni d’oro. Riguardo agli incentivi: si riconoscerà alle aziende uno sconto di massimo 15 mila euro per ciascun nuovo assunto a tempo indeterminato. Riguardo alle pensioni d’oro: sarà stabilito un contributo di solidarietà pari al 5% della parte eccedente i 100 mila euro e fino a 150 mila euro; del 10 per cento della parte eccedente i 150 mila euro e fino a 200 mila euro; e del 15 per cento della parte eccedente i 200 mila euro. Ah, prima che mi dimentichi: sono tagliati del 10% anche i compensi per gli straordinari della Pubblica Amministrazione. Compresa, dicono le anticipazioni di agenzia, la Presidenza del Consiglio.   (leggi)

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