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 2013  ottobre 15 Martedì calendario

DOPO 30 ANNI STOP AL PATTO RCS


Dopo trent’anni, il salotto buono di Rcs va in soffitta. Questa volta è ufficiale: il patto che finora vincolava il 60% del capitale si scioglierà entro fine mese. Il tempo necessario per la ratifica da parte di tutti i componenti del sindacato di quanto deciso ieri dall’assemblea dei grandi soci. Una formalità necessaria perché si tratta di porre anticipatamente fine al patto, che sarebbe scaduto il 14 marzo 2014. Un "liberi tutti", come ha detto ieri Francesco Merloni che ha presieduto la riunione, che però è condizionato a un "impegno morale" a garantire stabilità manageriale ed editoriale nell’orizzonte di un piano industriale impegnativo. Non ci sarà però nessun vincolo e dunque non si formalizzerà alcun accordo sostitutivo, nemmeno di blanda consultazione.
Il comunicato diffuso al termine della riunione sottolinea infatti che dalle consultazioni svolte tra i grandi soci è emersa «la convinzione unanime che Rcs, in una fase congiunturale difficile e di profonda trasformazione del settore, goda di stabilità e fruisca di un forte sostegno da parte dell’azionariato tutto nel perseguire gli obiettivi del piano industriale e finanziario adottato, nel quale si ribadisce piena fiducia». Analogamente, evidenzia la nota, «unanime è pure la consapevolezza che la salvaguardia e il potenziamento della tradizione di autorevolezza e professionalità dei brand sono condizione per uno sviluppo in tutte le declinazioni delle attività digitali e della multimedialità» e dunque «in questo contesto si iscrive pure l’importanza della continuità, stabilità e indipendenza della gestione editoriale e della conduzione della maggior testata». Quindi, da una parte, si ribadisce la fiducia nel piano messo a punto dall’ad Pietro Scott Jovane e, dall’altra, si rassicura la direzione del Corriere della Sera, affidata a Ferruccio de Bortoli, il cui mandato era garantito fino alla scadenza del patto nel marzo del prossimo anno.
Come si concilierà l’impegno alla stabilità, con il desiderio di recuperare mano libera sulle quote azionarie, è da vedersi. Mediobanca, che era stata promotrice della fine del patto, ha però assicurato che non correrrà a smobilizzare la propria quota (meno del 15%), ma la ridurrà gradualmente a partire dal prossimo anno con vendite sul mercato. Al termine del patto presidente e ad di Mediobanca, Renato Pagliaro e Alberto Nagel, insieme a Fabrizio Palenzona hanno incontrato in Piazzetta Cuccia il presidente Fiat John Elkann (maggior socio col 20,5%).
Intanto si confida nella governance. È stata «condivisa la ferma convinzione che una gestione e una governance efficiente, altamente responsabile, non richiedano più il tipo di collaborazione assicurata dal patto». Il patto perciò «non verrà ulteriormente rinnovato e cesserà anticipatamente». Da qui in avanti gli ex soci sindacati saranno tenuti al corrente di «risultati, obiettivi e problematiche» di Rcs dagli incontri che il presidente, Angelo Provasoli, e l’ad Jovane, terranno periodicamente con analisti e investitori. Erratico l’andamento del titolo in Borsa che, dopo aver sfiorato un rialzo del 3%, a metà seduta ha invertito la rotta per chiudere in calo del 4,5% a 1,6 euro.