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 2013  ottobre 15 Martedì calendario

LA RAI SI SVEGLIA: NO AL CONTATTONE CROZZA RESTA A LA7


Ci erano sembrati un po’ tanti i soldi che Crozza chiedeva dalla Rai per traslocare con uno show sulla tv di Stato. E infatti erano (e sono) troppi.Tanto che Viale Mazzini ha fatto marcia indietro nella trattativa per strappare il comico a La7. Lo ha rivelato ieri pomeriggio il bene informato sito di Prima Comunicazione.
Un dietrofront che fa onore alla Rai. L’intesa prevedeva nei prossimi tre anni 22 puntate in prima serata al costo «chiavi in mano» di 450 mila euro ognuna (con la produzione della Itc 2000 di Beppe Caschetto, manager di Crozza e produttore). Al comico genovese sarebbero andati complessivamente 5 milioni di euro. A far saltare l’accordo, scrive Prima Comunicazione, «le polemiche politiche già innescate dal possibile ingaggio di Crozza, poco amato sul fronte del Pdl». Non è difficile pensare che l’accordo sia saltato anche per un pizzico di buonsenso da parte di Viale Mazzini che, dopo anni di sperperi, adesso ha deciso di controllare meglio come utilizza le proprie risorse. In ogni caso si parla di addio «consensuale». La cosa quasi comica è che il Pd si lamenta. Invece di gioire per il risparmio di denaro dei contribuenti, i deputati del Partito democratico, Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, e Gero Grassi, componente della commissione di Vigilanza, dichiarano: «Se corrisponde al vero che le trattative tra la Rai e Maurizio Crozza sono saltate, saremmo di fronte ad un grave danno, anche di immagine, per l’azienda».
LA BATTAGLIA
Alla fine di settembre, il primo a dichiarare battaglia al comico, come riportò Libero, fu Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, che presentò un’interrogazione al Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, per avere conferma della trattativa tra il comico e la tv di Stato. Brunetta voleva fare luce soprattutto sulle cifre circolate, 4-5 milioni di euro per due anni, per frenare sprechi di denaro pubblico. Alcune settimane dopo è stato il Fatto Quotidiano a rivelare nuovi dettagli sulla trattativa.
Il giornale di Marco Travaglio scrisse che l’agente del comico, Beppe Caschetto (manager anche di Fazio, Bignardi, Parodi, Littizzetto) stava per strappare al direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, un accordo per due anni a 20 milioni di euro. Caschetto avrebbe anche voluto imporre condizioni dure, come la totale libertà dei contenuti, e avrebbe anche avocato a sè la produzione degli show del comico, cosa in va in contrasto con le recenti disposizioni della Rai che intendono tagliare i tanti e costosi appalti esterni.
RESTA L’IPOTESI SANREMO
Gli oltre 20 milioni in due anni di cui si parlava sono ben più del tetto limite Rai per l’intrattenimento fissato a 5-600 mila euro per 2 ore. Se la Rai ha versato nelle tasche di Bobo Vieri 600 mila euro per sculettare il sabato sera da Milly Carlucci, non è uno scandalo dare 475 mila euro (a puntata) a un professionista come Crozza, su questo non ci piove. Ma evidentemente certe cifre faraoniche sono anacronistiche, l’era delle vacche grasse è finita.
Le ultime indiscrezioni sul caso Crozza spiegavano che l’operazione totale sarebbe costata circa 25 milioni di euro per trasmissioni «chiavi in mano». Nelle tasche dell’artista sarebbero andati 4.5-5mila euro. Un maxi contratto andato in fumo. Crozza, intanto, continua a fare le sue cose con successo. Con La7, dove si narra che costi 450 mila euro per 60 minuti di show, è legato fino a dicembre. Il 18 ottobre (venerdì prossimo) in prima serata tornerà Crozza nel Paese delle meraviglie, otto puntate con una nuova imitazione-bomba, quella di Matteo Renzi. E ogni martedì furoreggia nella copertina di Ballarò di Giovanni Floris, su Raitre.
E c’è già chi giura che il comico tornerà come guest star nel prossimo Sanremo firmato e condotto dal compagno di scuderia Fabio Fazio. Dopo i fischi, l’imbarazzo, la salivazione azzerata dello scorso anno, è difficile credere davvero che il comico rimetterà piede all’Ariston. Ma le vie di Sanremo sono infinite...