Sergio Bocconi, Corriere della Sera 15/10/2013, 15 ottobre 2013
SI SCIOGLIE IL PATTO TRA I SOCI RCS
Il patto di sindacato di Rcs Mediagroup non viene rinnovato e verrà sciolto in modo anticipato entro fine ottobre. Lo hanno deciso ieri i grandi soci del gruppo che pubblica il «Corriere della Sera» al termine di una riunione durata circa due ore e mezza. Non è previsto che l’attuale accordo venga sostituito da un altro, anche solo di consultazione.
In una nota i partecipanti al sindacato hanno comunicato di «aver condiviso la ferma convinzione che una gestione e una governance efficiente, altamente responsabile, non richiedano più il tipo di collaborazione assicurata dal patto ora in scadenza e pertanto hanno convenuto» che l’accordo «non venga ulteriormente rinnovato». La decisione, viene spiegato sempre nel documento, è stata presa dopo che «si sono svolte consultazioni fra i soci partecipanti al patto a seguito delle quali è emersa la convinzione unanime che Rcs Mediagroup, in una fase congiunturale difficile e di profonda trasformazione del settore, goda di stabilità e fruisca di un forte sostegno da parte dell’azionariato tutto nel perseguire gli obiettivi del piano industriale e finanziario adottato, nel quale si ribadisce piena fiducia». I grandi soci sottolineano inoltre che «unanime è pure la consapevolezza che la salvaguardia e il potenziamento della tradizione di autorevolezza e professionalità dei brand sono condizione per uno sviluppo in tutte le declinazioni delle attività digitali e della multimedialità; in questo contesto si iscrive pure l’importanza della continuità, stabilità e indipendenza della gestione editoriale e della conduzione della maggior testata», il «Corriere della Sera». Infine, i «partecipanti hanno preso atto con soddisfazione che presidente e amministratore delegato di Rcs», «periodicamente illustreranno ad analisti e investitori, inclusi ovviamente quelli che hanno già fatto parte del patto, risultati, obiettivi, problematiche» del gruppo editoriale. Una lunga dichiarazione dunque con la quale i grandi soci, che caduto il vincolo del patto rientreranno fra breve nella piena disponibilità dei titoli, hanno voluto sottolineare la fiducia nel piano messo a punto dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, approvato e sostenuto con l’aumento di capitale da 400 milioni effettuato in estate e nella direzione del «Corsera». Il «liberi tutti», come ha definito la fine dell’accordo il presidente vicario Francesco Merloni, non significherà corsa a vendere e repentino addio al gruppo editoriale: verrà garantita per il periodo necessario la stabilità degli assetti a sostegno delle strategie. Così da Mediobanca, secondo azionista con il 14,2%, favorevole allo scioglimento del patto, sono arrivate rassicurazioni sul fatto che cederà gradualmente la quota nel triennio del proprio piano strategico, accompagnando nel periodo lo sviluppo industriale dell’azienda.
Lo scioglimento anticipato del patto di Rcs, che in questa forma era in vigore dal 1997 e che comunque risale agli anni Ottanta, era ormai prevista sul mercato. La volontà di un cambiamento dello status quo era emersa anche prima della ricapitalizzazione, che ha visto i soci muoversi in modo non uniforme. E dopo che la Fiat, in sede di aumento, ha raddoppiato la propria quota portandola al 20,4%, sono iniziate consultazioni fra i pattisti. In particolare è stato dato un mandato in questa direzione al giurista Piergaetano Marchetti, ex presidente di Rcs e oggi consigliere. L’esito di tali colloqui è emerso in modo chiaro qualche settimana fa quando il presidente della Fiat John Elkann ha dichiarato in sostanza che a Rcs «non serve un patto ma la stabilità fra i soci».
Ieri alla riunione che ha portato alla svolta, annunciata ai cronisti al termine da Merloni («Il patto è stato sciolto, liberi tutti») hanno partecipato tutti i rappresentanti dei grandi soci, a eccezione di Generali, Edison e, per motivi «tecnici» Intesa: l’istituto presieduto da Giovanni Bazoli (presente per Mittel) non ha ancora firmato il documento finale (lo farà nei prossimi giorni) ma ha già aderito pienamente alla decisione unanime. Oggi è in calendario un consiglio di amministrazione.
Sergio Bocconi