S. N., Il Fatto Quotidiano 15/10/2013, 15 ottobre 2013
“ALFANO MAFIOSETTO”. GIORNALE ADDIO
Cambiare tutto perché nulla cambi. Nella migliore tradizione gattopardesca, la casa di Arcore ieri ha fatto i conti con una scacchiera diversa da quella che da giorni è all’attenzione di Berlusconi come priorità assoluta, ossia la tenuta del partito. Per raggiungere lo scopo vanno tolti di mezzo alcuni ostacoli che sono diventati tali proprio nelle ultime settimane, quando la fiammata scissionista di Alfano ha visto Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, infilarsi l’elmetto di guerra per difendere il Cavaliere dall’aggressione del traditore. Ieri, parole di fuoco nell’editoriale in prima: “Mafiosetti, se fosse vera come scrivono i giornali, non smentiti, la reiterata richiesta del segretario-ministro (tra l’altro degli Interni) Alfano di avere la mia testa non si capisce a che titolo (non sono soggetto politico) se non quello di una concezione dell’informazione come ‘cosa nostra’, nel senso di loro”. L’eccesso di zelo del direttore di via Negri (già protagonista, a Ballarò, nello scontro cult con Fabrizio Cicchitto) alla fine ha costretto Berlusconi a guardare in faccia la realtà: Sallusti alla guida del Giornale è ormai privo di controllo. Di lì la decisione: giro di seggiole e poltrone nelle testate di famiglia.
AL MOMENTO, lo schema a cui si sta lavorando sarebbe questo: l’attuale direttore di Panorama Giorgio Mulè prenderebbe il posto di Sallusti al Giornale. Sallusti a sua volta emigrerebbe alla direzione di Tgcom24 . A Panorama potrebbe andare Mario Sechi che avrebbe (sempre secondo le voci che corrono) trovato come magnifico sponsor addirittura il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara. A tenere sotto controllo la delicata strategia, niente di meno che la signora Sallusti, Santanchè, “avvistata” ieri ad Arcore insieme al medesimo Sallusti proprio per perorare questa soluzione capace di salvare il salvabile senza creare scandalo. E, soprattutto, non darla del tutto vinta ad Alfano che, come si ricorderà, aveva chiesto la testa di Sallusti a Berlusconi (senza nessun incarico di “salvaguardia”) dopo un editoriale del direttore sul Giornale (titolo: “Eversivo è alzare le tasse, liberale è non farlo”), classificato poche ore dopo dal segretario del Pdl come “metodo Boffo” nei suoi confronti e in quelli degli altri ministri “colombe” pidiellini. Sallusti aveva fatto presente ad Alfano, che si era detto “diversamente berlusconiano” rispetto a chi in Forza Italia aveva “posizioni estremistiche”. Parole come pietre che ora Sallusti potrebbe pagare, nonostante la fiducia rinnovata dell’editore Paolo Berlusconi. La notizia del valzer di seggiole e poltrone potrebbe essere data dopo il consiglio nazionale del Pdl, previsto tra un paio di settimane (salvo contrordini), proprio perché la valutazione degli equilibri che ne usciranno consentirà di rendere più “morbidi” gli avvicendamenti. A restare saldo solo Maurizio Belpietro a Libero. In serata Berlusconi ha riunito i fedelissimi ad Arcore ed evocando una possibile scissione nel Pdl si sarebbe sfogato: “Ma senza i miei soldi dove vanno? Ho sempre pagato tutto io”.
S. N.