Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 15 Martedì calendario

Falchi e colombe per Sette - Falchi e colombe, “hawks and doves”: modo di dire inventato negli Stati Uniti per definire gruppi di persone con atteggiamento, rispettivamente, favorevole e ostile a qualche guerra

Falchi e colombe per Sette - Falchi e colombe, “hawks and doves”: modo di dire inventato negli Stati Uniti per definire gruppi di persone con atteggiamento, rispettivamente, favorevole e ostile a qualche guerra. La giustapposizione dei due termini si usò per la prima volta nel 1962, durante la crisi dei missili a Cuba: i falchi volevano l’intervento militare, le colombe la lotta al comunismo ma senza ricorso alle armi. Diventò d’uso comune durante la guerra nel Vietnam e distingueva i favorevoli dai contrari all’uso della forza. (answers.com) Già Thomas Jefferson nel 1789 definì «war hawk» (falco di guerra) ogni federalista pronto senz’altro a dichiarare guerra alla Francia. (answers.com) Caratteristiche del falco: testa piccola, occhi grandi, becco robusto e arcuato, corpo aerodinamico, ali lunghe e appuntite, penne dure, piedi robusti con dita lunghe, perfette per catturare al volo prede vive, da uccidere spezzando loro il collo a colpi di becco. Esistono 300 specie di colombi. Caratteristiche comuni: testa piccola, tronco massiccio, becco corto e rigonfio, zampe corte con quattro dita, ali grandi e robuste, piume soffici e folte, di colori variabili. Presso gli antichi egizi il falco incarnava Horus, la divinità del cielo e del sole, mentre i greci lo consideravano il nunzio di Apollo. Nell’oasi egiziana di Kharga, a 200 chilometri da Luxor, la grande tomba monumentale in cui erano conservati 3.000 falchi mummificati. Gli aztechi erano convinti che se si trovava un falco morto da poco era in arrivo un terremoto. Nell’antica Grecia i piccioni viaggiatori portavano i nomi dei vincitori delle Olimpiadi. Nel 1870, in piena guerra franco-prussiana, durante l’assedio di Parigi i colombi furono l’unico mezzo di comunicazione dei parigini con l’esterno: recapitarono 150mila dispacci militari e più di 1 milione di lettere. Ancora nel 1850, l’agenzia Reuters, mancando il collegamento telegrafico fra le redazioni di Aquisgrana e Bruxelles, inviava le quotazioni del mercato finanziario con un stormo di 40 piccioni. In Cina molti dipinti risalenti alla dinastia Hang (206 a.C.) mostrano scene di caccia con il falco. «Un giorno trascorso senza andare a caccia con il falco è un giorno sprecato» (Federico II, così appassionato di falconeria da scriverci un trattato: De arte venandi cum avibus). I prezzi di un falco per la caccia vanno da 200 a 20.000 euro. Attrezzatura di un falconiere: la voliera, il guanto su cui si posa l’animale; i geti, ovvero strisce di pelle con cui si lega il falco al guanto o al posatoio, bracciali in pelle, da legare ai tarsi dell’animale al fine di assicurarlo al guanto; il cappuccio, necessario per non stressare il falco durante gli spostamenti; la telemetria, composta da radio-ricevente e radio-trasmittente per rintracciare il rapace in caso di allontanamento; il blocco e la pertica, come posatoio; il logoro, ossia la finta preda per il richiamo dell’animale (che altrimenti non tornerebbe mai al braccio dell’uomo); box e trasportini vari; campanelli per rintracciare il falco nella boscaglia. Per addestrare il falco, occorre pesarlo tutti i giorni: se troppo grasso, sarà sazio e quindi poco interessato a cacciare. Non è ancora chiaro come facciano i piccioni viaggiatori a tornare a casa quando sono portati a chilometri di distanza. I primi studi sull’argomento si devono a Floriano Papi che una trentina di anni fa sospettò un ruolo rilevante dell’olfatto. Nei primi mesi di vita il colombo si costruisce una sorta di mappa degli odori predominanti nelle aree vicine al luogo in cui vive, associando gli odori portati dai venti con le direzioni da cui questi provengono. Portato lontano, dunque, un piccione sa determinare la propria posizione riconoscendo gli odori del posto. I ricercatori hanno, infatti, osservato che piccioni con nervi olfattivi recisi non riescono a tornare a casa. Si perdono anche quelli che hanno il senso dell’olfatto anestetizzato, salvo ritrovare la via non appena l’effetto finisce. Infine gli esemplari cresciuti in gabbie schermate, dove non entrano vento e odori, non sono capaci di orientarsi. Il falco piomba sulle prede dall’alto, ad ali quasi chiuse, raggiungendo la velocità di circa 240 chilometri orari: la più alta tra gli esseri viventi. Tra picchiate, virate e cabrate affronta accelerazioni di oltre 10g, sufficienti a far perdere conoscenza a un uomo. (Focus.it) In Italia ci sono circa tremila colombofili, gli appassionati di piccioni viaggiatori che partecipano a gare e mostre. Come si svolge una gara: i colombi, trasportati come atleti su camion attrezzati con ogni comfort, vengono portati al luogo della competizione e liberati tutti insieme. Il loro compito è quello di tornare a casa, che può essere distante anche centinaia di chilometri. Ciascuno porta sulla zampa un anello di gara che viene tolto quando raggiunge la propria casa e inserito in uno speciale orologio sincronizzato con quello degli altri partecipanti. Vince l’animale che ha viaggiato con la velocità media più alta sulla distanza più lunga. Le prestazioni possono essere eccezionali, anche 700 chilometri in un giorno. Un piccione campione può valere 35-40 mila euro. Mike Tyson alleva piccioni. I piccioni sono monogami e una volta che si scelgono, si corteggiano per almeno una settimana prima di accoppiarsi. (ok-ambiente.com) Anche il falco è monogamo. Il maschio corteggia la femmina compiendo spericolate evoluzioni in volo. Per fare colpo, le lascia cadere accanto una preda catturata apposta per lei. A Londra il primo Memoriale per militari non umani. Tra gli eroi ricordati, il piccione Mary, matricola 2709, che si sfinì a forza di voli per localizzare alleati e consegnare messaggi segreti durante la seconda guerra mondiale. (Giusi Fasano, Corriere della Sera, venerdì 26 novembre 2004) Secondo alcune stime sono circa 4 milioni i piccioni che vivono nelle città italiane. (Aidaa, associazione italiana in difesa degli animali e dell’ambiente). La cacca di piccione è dannosa per i monumenti (ogni colombo produce 2,5 chili di feci l’anno) perché reagisce chimicamente con le pietre corrodendole. Malattie trasmissibili dai piccioni di città: salmonellosi, ornitosi, psittasicosi, tubercolosi aviaria, campilobacteriosi, toxoplasmosi, stafilococcosi, pseudopeste. Tra le loro piume vivono le zecche, che potrebbero trasferirsi all’uomo. In alcune città si sono stabilite delle colonie di falchi. È il caso di Firenze: costruiscono dei nidi sulle fiancate dei monumenti, trovandoli forse molto simili ai costoni delle montagne. Si nutrono di piccioni. Allo scalo torinese di Caselle è in servizio una squadra di falchi con l’obiettivo di tenere lontani dalle piste di atterraggio piccioni e storni che potrebbero finire addosso agli aerei. A Grosseto sono stati utilizzati per tenere lontani i colombi dal centro storico. A Londra, poco prima delle olimpiadi, un falco teneva lontani i piccioni da Trafalgar Square. (Michelangelo Bonessi, il Giornale 31/5/2013)