Roberto Giardina, ItaliaOggi 15/10/2013, 15 ottobre 2013
OTTO LOBBISTI PER OGNI DEPUTATO
Sarà Milan o Venezia? Una coalizione rossonera, o neroverde? Frau Angela punta sui socialdemocratici, con cui ha già governato, ma li fa ingelosire flirtando con i Grünen. Un’alleanza con gli ecologisti è improbabile, non impossibile, ed ha già funzionato bene a livello locale. Forse non governerà mai da Berlino, ma è già al potere nella vecchia capitale, la piccola Bonn sul Reno, con ottimi risultati. I giovani ecologisti sono più disposti al compromesso. I vecchi leaders hanno attaccato con eccessiva durezza la Merkel durante la campagna elettorale ed ora sono fuori gioco. L’unico in grado di giungere a un’intesa sarebbe tuttavia Winfred Kretschmann, 65 anni, il premier verde del Baden-Württemberg, ma il partito lo tiene da parte.
Mentre si tratta per il nuovo governo, è in corso un’altra battaglia serrata tra le lobbies, che qui agiscono quasi alla luce del sole, senza le nostre ipocrisie. Hanno le loro sedi ufficiali a pochi metri dal Bundestag, e si contendono i deputati, formando gruppi di potere trasversali ai partiti. Gli elettori sanno se il loro rappresentante difende gli interessi delle case automobilistiche o dei produttori di tabacco, o dei birrai. Non tutto equivale a corruzione, anche se è facile scivolare, e difendere gli interessi di categoria può sostenere l’economia di una regione, e creare posi di lavoro. In Italia, spesso, i politici mandano in rovina un’industria, in Germania sono gli industriali che cercano di far funzionare meglio la politica.
Quando seguii Helmut Kohl in visita a Mosca nel 1987, accanto al cancelliere viaggiava Alfred Herrhausen, il capo della Deutsche Bank, che lo avrebbe consigliato nei colloqui con Gorbaciov. Il febbraio scorso, quando Frau Merkel, volò in Turchia per far visita a un battaglione tedesco stazionato sul confine con la Siria, a bordo si trovava Ole von Beust, ex sindaco cristiano democristiano di Amburgo. Avrebbe approfittato dell’occasione per colloqui d’affari ad Ankara, in quanto rappresentante della Ispat, agenzia per gli investimenti. Il suo datore di lavoro è il presidente turco Erdogan. La Turchia vuol favorire investimenti tedeschi e Beust, conosce tutti, e sa aprire le porte giuste a Berlino. Nessuno si scandalizza perché la cancelliera gli ha offerto un passaggio.
La scomparsa dal Parlamento dei liberali, ben legati agli ambienti economici e finanziari, ha sconvolto il lavoro delle lobbies. In Germania esistono 2.142 associazioni ufficialmente registrate al Bundestag e i loro interessi sono sostenuti da almeno 5 mila lobbisti, otto per ogni deputato più o meno. Un lavoro regolato da leggi di comportamento non scritte, ha rivelato un uomo della Deutsche Bank, alla Welt am Sonntag. Se si muove la prima banca tedesca, è scontato che sia il sommo capo Anshu Jain a incontrate la cancelliera, e un alto dirigente parla con un ministro: «Impossibile mandare un direttore qualsiasi a sostenere i nostri interessi».
Spesso sono i politici che abbandonano il campo e passano con l’ industria. Kurt Beck, 64 anni, è stato a lungo premier in Renania Palatinato, ed ora è diventato consigliere della Bohringer, industria farmaceutica. Il cristianodemocratico Markus Kerber, 50 anni, è stato fino a pochi mesi fa sottosegretario alle finanze, ora grazie ai suoi molteplici rapporti si è trasformato in consigliere per le imprese. Reinhard Görner, ex sottosegretario all’economia, era al tempo stesso (dal 1996) amministratore dell’associazione datori di lavoro. Per il futuro ha deciso di dedicarsi ai privati. Ma non basta intessere rapporti al vertice, servono anche i deputati: costruire un piccolo gruppo di fedeli, militanti in partiti diversi, serve a far pressione sul governo. Matthias Wissmnann, presidente della Vda, l’associazione delle case automobilistiche, è uno degli uomini più potenti di Berlino. Philip Rösler, capo dei liberali, di professione medico, quando era ministro della sanità allo stesso tempo era vicedirettore della mutua privata Pkv.
L’ex cancelliere Schröder, tornato avvocato, sostiene gli interessi della Gazprom, Roland Koch, a lungo premier cristianodemocratico in Assia, dirige oggi il colosso edilizio Bilfinger. Conflitto d’interessi? Per i tedeschi meglio che rimanga alla luce del sole, dato che è quasi impossibile controllare gli inciuci tra politica e capitale.