Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Poco dopo le 20 di ieri il presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato ABC, i tre segretari dei partiti Alfano-Bersani-Casini. Vertice inatteso, durato poco più di un’ora e convocato all’improvviso dal premier al termine di una giornata in cui lo spread ha toccato quota 490 poi è ridisceso a 471, piazza Affari s’è ripresa da un tracollo solo nell’ultima ora, ministri che dovrebbero essere nostri partner e avere interesse a non affossare l’euro si sono messi a dichiarare che l’Italia chiederà molto probabilmente un prestito all’Europa, dato che da sola non ce la può fare...
• Il vertice che cosa ha deciso?
Una nota di Palazzo Chigi dice che Monti ha informato ABC «sulla situazione economica e finanziaria in Europa, dell’atteggiamento che l’Italia assumerà nei prossimi appuntamenti con i capi di governo degli Stati membri, e della necessità di coesione delle forze politiche nel sostegno all’azione di risanamento e di crescita condotta dal governo». Il premier ha detto che «ciò consentirà al Paese quell’unità di intenti necessaria a superare la criticità del contesto attuale e a dare all’estero un’immagine coesa»: la situazione, insomma, è difficile, e adesso «serve «compattezza». Inoltre, «i tre leader hanno confermato il pieno sostegno al Governo e l’impegno a portare sollecitamente a compimento le riforme all’esame del Parlamento e i provvedimenti in corso di elaborazione nell’ambito della spending review». È possibile che nel vertice si sia affrontata anche la questione della Rai, intricata come non mai. Ma vedrà che il vertice, del cui esito positivo Monti ha informato Napolitano e i presidenti delle Camere Fini e Schifani, avrà discusso soprattutto della crisi. Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario, ha detto ieri mattina che ci sono solo novanta giorni di tempo per salvare l’euro. Dopo di che...
• Chi s’è messo a dire che chiederemo soldi in prestito?
Il ministro delle Finanze austriaco, signora Maria Fekter. In un’intervista se n’è uscita con questa frase: «Dati gli elevati rendimenti che l’Italia deve già pagare per rifinanziarsi sui mercati, potrebbe richiedere aiuti sui pagamenti». Saputo dell’irritazione non solo italiana (perché queste dichiarazioni, incoraggiando l’attacco ai Btp, hanno poi effetti depressivi su tutto il mercato), la Fekter, una signora bionda di 55 anni, s’è affrettata a smentire, precisando che non ci sono segnali che annuncino richieste di prestito da parte dell’Italia. Monti comunque le ha risposto con una certa durezza: «Considero del tutto inappropriato che il ministro delle Finanze di uno stato membro dell’Unione europea commenti in questo modo la situazione di un altro stato membro». Badi che anche Sarkozy, qualche mese fa, aveva insinuato che avremmo fatto ricorso al Fmi. Sono voci cicliche, di chi vede le nostre debolezze e non si capacita delle nostre forze.
• Sì, però lo spread…
Piano. Lo spread registra il differenziale tra titoli di stato tedeschi e titoli di stato italiani sul mercato secondario. Si tratta cioè di prezzi e tassi d’interesse relativi a Btp che il Tesoro ha già piazzato sul mercato. Certo lo spread segnala un clima, un livello di fiducia, e la sua crescita è comunque preoccupante. Ma quello che ci deve interessare è il mercato primario, cioè le aste del Tesoro. Finora i nostri Btp sono stati richiesti senza problemi.
• Soprattutto dalle banche italiane, però.
Sì, è vero, e questo è un elemento di debolezza. Gli istituti stranieri hanno venduto e stanno continuando a vendere Italia, perché non si fidano della nostra tenuta finanziaria, perché sono spaventate dall’enormità del nostro debito, perché non vedono come potremmo rendere fluido il mercato, con la burocrazia, le resistenze sindacali e la pusillanimità di forze politiche che non riescono a mettersi all’altezza della situazione. Mentre si svolgeva il vertice con ABC, si sono riuniti anche il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli, il commissario straordinario Enrico Bondi, il ministro Piero Giarda e il sottosegretario Antonio Catricalà. All’ordine del giorno la “spending review”, cioè come trovare i soldi, tagliando negli sprechi pubblici, per evitare in tutto o in parte l’aumento dell’iva a ottobre e aiutare i terremotati dell’Emilia. Grilli aveva appena sostenuto pubblicamente che la situazione economica dell’Italia «permane difficile, difficilissima», cosa di cui «s’è persa un po’ di consapevolezza». Cioè: otto mesi fa, all’inizio dell’esperienza Monti, c’era coscienza del problema. Adesso, molto meno.
• La soluzione si dovrebbe trovare al grande vertice di fine mese, no?
Speriamo. La pressione sui tedeschi perché accettino gli eurobond…
• Sa che non ho mai capito fino in fondo che cosa sono?
Bot emessi dall’Europa invece che da noi. In pratica, una parte del debito si trasferirebbe a Bruxelles, sollevando i paesi debitori da un fardello notevole e soprattutto annunciando al mondo che qualunque attacco all’euro sarebbe fronteggiato dall’Europa stessa, come se fosse una nazione sola. Se l’Europa fosse una nazione sola, infatti, con una politica economica e fiscale unitaria, i numeri che adesso ci fanno tanta paura risulterebbero ben poca cosa.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 13 giugno 2012]