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 2012  giugno 13 Mercoledì calendario

SE IL PAPÀ È ANZIANO IL FIGLIO È PIÙ LONGEVO (E INFELICE)


Vero è che i maschi maturano più tardi rispetto alle femmine. Ma se si vuole far passare il concetto che diventare papà oltre i 40 o addirittura oltre i 50 anni è meglio, mi sembra un’idiozia. Meglio poi per chi? Per l’uomo che se la spassa fino all’età di andare in pensione e poi in tutta tranquillità decide di mettere al mondo un figlio. Bene che gli vada lo «alleva» per poco più di dieci anni, perché all’età dell’adolescenza, quando il bambino ha soprattutto bisogno del padre, si ritrova a perdere colpi. Ma gli americani, si sa, per lanciare slogan sono i più bravi. Ora ci dicono che uno studio della Northwestern University (Illinois), condotto su quasi 2mila filippini e pubblicato sulla rivista dell’Accade - mia Usa delle scienze, Pnas, rivela che i padri maturi lasciano in eredità ai figli cromosomi più «protetti», in pratica regalano loro una maggiore longevità. Basta una ricerca su duemila filippini per dire agli uomini di tutto il mondo: aspettate a fare figli, non fateli quando siete giovani e nel pieno delle forze per giocare con loro. Fateli quando siete rincoglioniti e non più in grado di ascoltare le loro tabelline imparate a memoria. La differenza, dicono gli scienziati, la farebbero i telomeri, ovvero le parti terminali dei cromosomi, composte da sequenze ripetute di Dna. Nei papà «anziani», essendo più lunghi, rallentano l’invecchiamento cellulare con un effetto che si amplifica col passare delle generazioni. Come le punte plastificate dei lacci delle scarpe, i telomeri sono i «cappucci» che proteggono le estremità dei cromosomi dalla degradazione. Col passare degli anni si accorciano: fanno eccezione i telomeri dei cromosomi contenuti negli spermatozoi, che invece tendono ad allungarsi. I ricercatori hanno studiato 1.779 giovani filippini (diventati padri tra i 15 e i 43 anni) e le loro famiglie. Per ciascuno di essi hanno misurato la lunghezza dei telomeri, confrontandola con la lunghezza di quelli della madre, e hanno valutato le possibili correlazioni con l’età in cui il padre e il nonno paterno si erano riprodotti. E hanno scoperto che la lunghezza dei telomeri di un individuo aumenta con l’aumentare dell’età in cui il padre lo ha messo al mondo, ma anche con l’età che aveva il nonno paterno quando a sua volta era diventato papà. D.MAS.