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 2012  giugno 13 Mercoledì calendario

PAGELLE ONLINE, LA SCUOLA SI APRA AL CONFRONTO CON LE NUOVE TECNOLOGIE

Il preside del Liceo Beccaria di Milano decide di mettere online le pagelle degli studenti, seguendo la linea tecnologica promossa dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che nella nuova voga modernista ha salutato il nuovo millennio della scuola italiana annunciando il tramonto delle vecchie buste per le tracce di maturità.
C’è però qualcuno tra i colleghi del preside del Beccaria che si oppone invocando la privacy (chi nella sua vita non ha mai invocato la privacy?) o richiamando la ritualità del buon vecchio tabellone appeso nell’atrio dell’istituto e rimpiangendo la condivisione diretta di gioie e dolori, con abbracci, urli di gaudio e lacrime calde tra compagni. Per fortuna, nel caso degli studenti milanesi ci sono molte più gioie che dolori. Ma il problema non è questo, a quanto pare. Il dibattito è, diciamo, vagamente sentimentale, dato che la cultura digitale, ben prima della decisione del preside di Milano, ha radicalmente sovvertito non i rituali secolari della scuola bensì il modo di comunicare e di apprendere e le relazioni umane, soprattutto quelle tra gli adolescenti. Ma se solleva contrarietà una innocente sostituzione del tabellone tradizionale con delle tabelle disponibili online, che cosa accadrà quando (se mai) arriveranno in classe la lavagna interattiva, i videogiochi e gli ebook? In realtà, l’abbraccio tra la scuola e le nuove tecnologie meriterebbe una discussione aperta (e molto seria) non tanto in occasione degli scrutini diffusi via web, quanto per l’auspicata integrazione dei nuovi media nella didattica. Questa sì che dovrebbe aprire molte domande, in ambito educativo, su temi attorno ai quali le neuroscienze si confrontano da tempo con esiti a volte preoccupanti.
Quanto ai voti, vorrà dire che il tabellone, che pure rimane sui muri della scuola come un cimelio, si avvia a entrare nelle future edizioni del famoso Dizionario delle cose perdute di Francesco Guccini. Accanto alla banana sulla testa dei bambini, alle sigarette nei cinema, ai gettoni telefonici, alla fionda, al pennino e all’inchiostro.
Paolo Di Stefano