Varie, 13 giugno 2012
Marika Sjakste, 28 anni. Nata a Rezekne, in Lettonia, esile, alta più di un metro e ottanta, bionda, «di una bellezza inimmaginabile», «un faccino che ricordava l’attrice Gwyneth Paltrow», un debole per le pellicce, i gioielli, i tacchi alti e la filosofia zen, qualche anno fa era arrivata in Italia, si era iscritta a una scuola per diventare stilista, non si perdeva una sfilata e nel 2010 era diventata l’amante del notaio Vincenzo Ialenti, 47 anni, sposato, una figlia piccola, uno studio ben avviato a Trezzano sul Naviglio, incontrato in un locale della moda milanese
Marika Sjakste, 28 anni. Nata a Rezekne, in Lettonia, esile, alta più di un metro e ottanta, bionda, «di una bellezza inimmaginabile», «un faccino che ricordava l’attrice Gwyneth Paltrow», un debole per le pellicce, i gioielli, i tacchi alti e la filosofia zen, qualche anno fa era arrivata in Italia, si era iscritta a una scuola per diventare stilista, non si perdeva una sfilata e nel 2010 era diventata l’amante del notaio Vincenzo Ialenti, 47 anni, sposato, una figlia piccola, uno studio ben avviato a Trezzano sul Naviglio, incontrato in un locale della moda milanese. Lui, non bellissimo, più vecchio e parecchio più basso di lei ma elegante, distinto, brillante, ricco, un po’ spaccone e bon vivant, la battuta sempre pronta, l’aveva piazzata in uno dei suoi diciotto appartamenti sparsi per l’Italia, un monolocale in un lussuoso palazzo in piazza Lega Lombarda a Milano. Professionista «preciso e ordinato, mai un ritardo o un giorno d’assenza in ufficio», per dividersi tra il lavoro, la famiglia a Galliate in provincia di Novara e l’amante a Milano, andava sempre di fretta, anche in macchina, tanto che, nella cassetta della lettere di piazza Lega Lombarda, su cui c’era scritto solo il suo nome, la portiera contava centinaia di multe l’anno («un anno addirittura centocinquanta»). Ai vicini il notaio Marika non l’aveva presentata, ma loro non potevano fare a meno di ammirarla quando correva nel parco Sempione («era una di quelle ragazze che in strada ti giri a guardare») o quando, con lui, cenava sempre nei soliti ristoranti a due passi da casa. Nonostante tanta riservatezza la moglie da un pezzo sospettava di avere le corna, perché Ialenti s’era fatto nervoso e musone, tornava a casa sempre più tardi e a volte dormiva addirittura fuori. Così sabato scorso l’aveva seguito e, sotto al monolocale dell’amante, gli aveva fatto una piazzata a cui avevano assistito anche i vicini. Poi, il giorno dopo, Ialenti tornò da Marika e litigò pure con lei, che forse lo voleva lasciare o forse pretendeva di metterlo davanti a una scelta per lui impossibile. Allora il notaio scrisse un biglietto («La colpa della situazione è tutta mia, mia moglie non c’entra niente è una bravissima persona. È la donna più dolce al mondo»), se lo infilò in tasca, prese la sua pistola 7,65 e sparò un colpo alla tempia della Sjakste. Quindi si puntò l’arma testa e premette il grilletto. Li trovarono così, uno sopra l’altra, in un lago di sangue, lunedì mattina, i vigili del fuoco avvertiti dalla madre dell’uomo («Non riesco a mettermi in contatto con lui - aveva detto ai pompieri - sono molto preoccupata»). Pomeriggio di domenica 10 giugno, subito dopo la partita Italia - Spagna, in un lussuoso monolocale in piazza Lega Lombarda 1 a Milano.