Paolo Lepri, Corriere della Sera 13/6/2012, 13 giugno 2012
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO — È arrivata al quattordicesimo posto nella classifica dei ministri dell’Economia europei compilata in novembre dal Financial Times. Ma non è difficile prevedere che l’austriaca Maria Fekter (foto sotto), le cui dichiarazioni sull’Italia sono state giudicate ieri «inappropriate» da Mario Monti, sia destinata a scivolare in fondo quando il quotidiano finanziario internazionale pubblicherà le prossime pagelle. La diplomazia, infatti, non è il suo forte. E quando i mercati sono nervosi, bisognerebbe stare ancora più attenti. Una bocciatura in vista? È possibile. Non solo perche la Fekter ha costretto il presidente del Consiglio italiano a una dura replica che ha reso roventi le linee telefoniche riservate tra Roma e Vienna. Pochi mesi fa il presidente dell’Eurogruppo, il premier lussemburghese e ministro delle Finanze Jean-Claude Juncker, aveva annullato la conferenza stampa prevista al termine di una riunione molto delicata dopo che la collega austriaca aveva rivelato alla stampa i dettagli del potenziamento del fondo salva Stati. Fonti europee avevano riferito di un vero e proprio litigio. Maria Fekter, comunque, è abituata alle polemiche. Cinquantasei anni, sposata con una figlia, esponente di punta del partito popolare austriaco che governa con i socialdemocratici del cancelliere Werner Faymann in una grande coalizione, la ministra austriaca è stata nel settembre scorso al centro di un caso che l’ha costretta ad una rapida marcia indietro. Come quella compiuta ieri dopo aver detto che anche l’Italia «alla luce degli alti costi di rifinanziamento che paga ai mercati, potrebbe avere bisogno di aiuto». In settembre, a margine di una riunione dell’Ecofin a Breslavia, Maria Fekter (reduce da un discusso periodo alla guida del ministero degli Interni) aveva parlato di «un’atmosfera cupa, in Europa, contro le banche e i ricchi, come già c’era una volta contro gli ebrei». Il paragone fu definito «un affronto per le vittime dell’Olocausto» dal ministro della Difesa Norbert Darabos, socialdemocratico, mentre anche il ministro degli Esteri Michael Spindelegger, un popolare come la Fekter, le chiese di scegliere le parole in modo più meditato. Il giorno dopo, le scuse. «Non volevo offendere nessuno, volevo solo descrivere un clima di caccia alle streghe». Ieri, invece, la caccia alle streghe è stata scatenata contro l’Italia.
Paolo Lepri