Roberto Giardina, ItaliaOggi 13/6/2012, 13 giugno 2012
Chi non paga il bus va in galera Metà di quelli fermati dai controllori sono sommersi dai debiti– A Milano i portoghesi in metropolitana sarebbero 20 mila al mese
Chi non paga il bus va in galera Metà di quelli fermati dai controllori sono sommersi dai debiti– A Milano i portoghesi in metropolitana sarebbero 20 mila al mese. Per questo si vogliono introdurre controlli anche all’uscita. Nella mia Berlino non esistono tornelli neanche all’ingresso. I prussiani, vuole il mito, sono onesti e le barriere non servono come invece a Parigi, a Londra o da noi. Il termine per indicare chi viaggia senza pagare il biglietto è Beförderungserschleichung, che dovrebbe dare ragione a chi sostiene (a torto) che il tedesco sia una lingua difficile, anzi impossibile. Un po’ troppo anche per i tedeschi, che usano l’espressione Schwarzfahrer, letteralmente viaggiare al nero, cioè portoghesi. Su per giù sono quanto a Milano, 264 mila l’ultimo anno, con tendenza crescente (+3,4%). E altri 84 mila viaggiavano sulla S-Bahn, il metrò di superficie che dipende dalle ferrovie nazionali. Ma la metropoli prussiana ha quasi il triplo degli abitanti della capitale lombarda, 3,6 milioni. Saranno onesti, perché a viaggiare al nero, da queste parti, si può anche finire in prigione. Oggi si trovano in cella 145 berlinesi sorpresi senza biglietto, che non hanno voluto o potuto pagare la multa. La metà di quanti vengono fermati dai controllori sono sommersi dai debiti, e non ce la fanno a pagare il biglietto (2,30 euro), e tanto meno la multa di 40 euro. Spesso la Bvg, la società dei trasporti berlinesi, perdona per risparmiare sulle spese legali. Finiscono in galera gli irriducibili. I giudici preferiscono condannare i reprobi a lavori socialmente utili piuttosto che mantenerli in carcere. I processi agli «schwarzfahrer» intasano i tribunali, sono in media 50 al giorno, e si propone di declassare il reato a semplice infrazione, come chi parcheggia in divieto di sosta. O di concedere libera circolazione a chi già vive grazie all’assistenza sociale (a Berlino, circa 180 mila). Campano con 12 euro al giorno, e viaggiare al nero è una tentazione irresistibile, e comprensibile. L’anno scorso i procedimenti legali intentati dalla Bvg sono stati circa 12 mila, per portoghesi sorpresi su metro e bus, e 6 mila quelli della S-Bahn. La pena può arrivare a un mese, o a una multa pari a 60 giorni di reddito: chi guadagna 3 mila euro ne dovrebbe pagare il doppio. Un sistema equo, che non tiene conto di chi reddito proprio non ne ha. La società dei trasporti ha recuperato con le multe 8,9 milioni di euro, ma ha speso un milione. A occhio, io verrò controllato un viaggio su cinque, ma mi è capitato anche due volte durante una sola corsa. I controllori sono di solito giovani e vestiti come i loro coetanei. Non hanno affatto l’aspetto di sceriffi, ma molti ne hanno la stazza. A volte i portoghesi reagiscono con violenza. A Roma, mi è capitato due volte in trent’anni, ma, sempre a occhio, di solito ben pochi timbrano il biglietto. Saranno tutti abbonati? Se sugli autobus usassero il sistema di Berlino, potrebbero risanare il passivo cittadino: si sale davanti e si mostra biglietto o abbonamento al conducente, oppure si paga a lui. Il guidatore richiama il furbo o il distratto, e se questi non obbedisce, spegne il motore e non riparte finché il portoghese non paga. O lo fa o scende, per evitare il linciaggio da parte degli altri passeggeri. Già immagino le proteste dei dipendenti e dei sindacati romani. Basterebbe premiare i guidatori per il lavoro in più, invece che i dirigenti. A Berlino, a cadere nella rete sono anche i turisti che ignorano le regole. Si deve pagare anche per la bicicletta, e il biglietto vale due ore, ma solo se si viaggia in un senso. Gli stranieri lo ignorano e non è sempre facile capire se stiamo invertendo rotta. I controllori chiudono un occhio, o due. Non sempre. Qui, però, si può reclamare senza perdere tempo. Una coppia di miei amici romani sorpresi con le biciclette portoghesi hanno protestato contro il controllore troppo severo, e la direzione della Bvg li ha perdonati. Non lo posso dire con certezza, ma sono sicuro che i loro nomi sono schedati. Se li ripescano, alla prossima vacanza, i prussiani non avranno pietà.